Giorno: 15 Febbraio 2013

"La ricostruzione nazionale", di Claudio Sardo

L’impressionante serie di arresti, di inchieste giudiziarie, di accuse gravissime rivolte a uomini politici che hanno avuto responsabilità di governo importanti, di aziende di valore strategico per il Paese colpite da sospetti e da discredito, rende ancor più cupo lo scenario di macerie in cui si svolge questa campagna elettorale. Non era un’iperbole, e neppure uno slogan, dare il nome di «ricostruzione» all’impresa politica che ci sta di fronte. Serve davvero un’opera di ricostruzione, come fu quella del dopoguerra. E serve una partecipazione collettiva, una grande capacità di inclusione attorno a un progetto, ad una rigenerazione del senso delle istituzioni, e anche del senso del limite. La corruzione è uno dei grandi mali italiani. Forse il più grande. È una questione morale, ma ormai anche una gigantesca zavorra per la società, per l’economia, per la nostra stessa possibilità di sviluppo. La legalità è la condizione per tornare a creare lavoro, per attirare investimenti esteri, per riattivare il circuito democratico e la mobilità sociale, per restituire ai giovani quella speranza di futuro di cui sono stati …

"Il ballo e il sangue", di Michela Marzano

Sono milioni le donne scese ieri in piazza per danzare e dire basta a stupri e femminicidio. «Un miliardo di donne violentate è un’atrocità. Un miliardo di donne che danzano è una rivoluzione » si legge sul sito di One Billion Rising. LA MANIFESTAZIONE è una di quelle rivoluzioni pacifiche al servizio della civiltà, affinché le donne cessino di essere trattate come semplici oggetti a disposizione degli uomini. Una rivoluzione capace di portare ad azioni concrete per la prevenzione delle violenze, l’educazione dei più giovani e la tutela delle persone più fragili. Azioni che purtroppo sono ancora troppo timide e inefficaci. In tutto il mondo, infatti, i dati delle violenze contro le donne sono terrificanti, anche se in misura variabile a seconda dei paesi. Come se, indipendentemente dai costumi, dalla cultura e dal credo religioso, le donne continuassero ad essere in balia delle pulsioni maschili. Pulsioni sessuali o brutali. Pulsioni distruttive, come direbbe Freud, che si scatenano quando vengono meno le dighe psichiche della civiltà e della cultura, e sembra normale e scontato che certe …

"La ripresa non si vede. Pil giù in Italia e in Europa", di Giuseppe Caruso

Crolla il pil italiano, ma anche il resto del mondo non se la passa tanto bene. Sono dati che confermano la crisi globale quelli circolati ieri sul prodotto interno lordo di molti dei paesi più sviluppati dal punto di vista economico. L’Istat ha reso noto che in Italia la stima preliminare sul pil del quarto trimestre ha fatto registrare una contrazione pari allo 0,9% rispetto al trimestre precedente, la maggiore flessione dal primo trimestre del 2009 (-3,6%). La contrazione è pari al 2,7% rispetto al quarto trimestre del 2011 e risulta la peggiore dal 2009 (-3,5%). Su base annua l’Italia ha fatto segnare un poco lusinghiero -2,2%. Sempre secondo l’Istat, la flessione nel quarto trimestre dell’anno appena passato, ha determinato un’entrata debole nel 2013: al momento la variazione acquisita è pari a -1,0%. Il pil dell’Eurozona ha registrato nel quarto trimestre una contrazione congiunturale dello 0,6% e dello 0,9% su base annuale. Secondo la stima preliminare diffusa da Eurostat. Le maggiori flessioni congiunturali tra i 17 paesi dell’unione monetaria, interessano il Portogallo (-1,8%), Cipro (-1%) …

"I peccati delle èlite", di Massimo Giannini

Quattro arresti in un giorno solo. Avvisi di garanzia a raffica, con capi d’imputazione che si moltiplicano. Scandali a pioggia, nelle ex partecipazioni statali e nella finanza privata. Come la Prima, anche la Seconda Repubblica muore sotto i colpi delle inchieste giudiziarie. Mentre l’Italia si consuma nella recessione più lunga degli ultimi cinquant’anni, con 104 mila imprese chiuse in un solo anno e una caduta del Prodotto lordo che ci riporta ai livelli del 1993, i magistrati scoperchiano un pozzo nero di denaro e di fango nel quale la politica e l’economia sprofondano insieme. A una settimana dal voto, i cittadini- elettori si incamminano verso le urne tra le macerie di una nuova Tangentopoli. Non c’è più Craxi, che davanti al Parlamento pronuncia un’arringa disperata chiamando in causa tutti i partiti dell’arco costituzionale. Ma c’è Berlusconi, che di fronte al malaffare non denuncia la corruzione che tracima, ma i pm che la combattono. C’È UN filo sottile, che tiene insieme i due cicli della storia. L’uomo di Arcore, come l’esule di Hammamet, ragiona con la …

Bersani: "Superministero dello Sviluppo e una lenzuolata per la legalità", di Barbara Jerkov

Segretario Bersani, l`Europa frena sul rientro dal deficit per aiutare la crescita. E` il segnale che aspettavate per evitare altre manovre lacrime e sangue? «Se si intende un allentamento che consenta di non conteggiare nel deficit le spese per investimenti, è proprio ciò che chiediamo da tempo. Vedremo». Ma se fosse necessaria una nuova manovra, si impegna sin d`ora a farne una di soli tagli senza nuove tasse? «Io non credo che ci vorrà una nuova manovra, voglio credere che i problemi che abbiamo aperti possano essere compensati da una dinamica di abbassamento dei tassi e da qualche altra sopravenienza. Certamente la tassazione mi pare arrivata a un punto limite». La sua campagna elettorale così pacata non deriverà dalla difficoltà, avanzando proposte troppo forti, di contemperare le diverse esigenze di una coalizione che include Vendola e punta al dialogo con Monti? «Abbiamo un profilo di serietà perché pensiamo di dover governare. Non è promettendo quattro milioni di posti di lavoro e neanche dicendo mille euro a tutti per tre anni che si arriva da qualche …

"Il vecchio paese degli spiccioli", di Barbara Spinelli

È un’Europa vecchia e svuotata, quella che ha visto i suoi leader accordarsi su un bilancio striminzito, figlio di dogmi rigoristi pieni di sonno, emanazione di un’Unione dove gli interessi degli Stati duellano senza produrre neanche l’ombra di un interesse generale. È un’Europa rattrappita («il mondo è divenuto così malvagio, che gli scriccioli predano dove le aquile non osano appollaiarsi», come in Shakespeare), e non a caso il rigetto nelle sue genti cresce. Il conciliabolo tra i finti suoi sovrani non poteva che finire così. Per la prima volta nella storia dell’Unione è prevista una diminuzione delle risorse comuni, come se la crisi semplicemente non ci fosse: un taglio di 34 miliardi di euro, rispetto al bilancio previsionale 2007-2013, e come tetto invalicabile meno dell’1 per cento della ricchezza prodotta. Questo chiedeva l’inglese Cameron, complice la Merkel e alcuni paesi nordici, e l’ha ottenuto: il Guardian registra il suo trionfo. Inutile tacciare di infantilismo chi, come Bersani, si adira. Le cifre parlano chiaro, i fatti hanno più forza delle propagande elettorali. Sono cifre e fatti …