Giorno: 21 Febbraio 2013

"La sindrome tedesca", di Andrea Bonanni

Ragioni di opportunità avrebbero dovuto sconsigliare Monti dal proporsi come esegeta dei pensieri privati e dei desideri inespressi di Merkel sulla politica italiana. Già è accusato, ingiustamente, di essere il portavoce della Germania. La sua interpretazione degli auspici della Cancelliera sull´esito delle elezioni di domenica rischia di dare credibilità a questa interpretazione, sminuendo così le ragioni reali e autonome delle scelte politiche del Professore. E lo espone alle inevitabili smentite di Berlino. Lui stesso, del resto, sembra essersene reso conto. Detto questo, è fin troppo ovvio che la leader indiscussa dei conservatori europei non possa essere felice all´idea di una vittoria della coalizione di sinistra in Italia. Ma è altrettanto ovvio che la Merkel, molto più di una vittoria di Bersani e Vendola, teme un successo di Berlusconi e di Grillo. Se così non fosse, non si spiegherebbe il plateale ripudio di Berlusconi che l´ultimo vertice dei leader Ppe ha messo in scena invitando proprio Monti a raccontare come e perché il Pdl lo avesse pugnalato alle spalle. Si è giustamente detto e ripetuto che, …

"Miguel Gotor (Pd): Dialogo obbligato con i grillini, ma i 5 Stelle dovranno staccarsi dal loro guru", di Wanda Marra

Sono più curioso dei 5 stelle che dei grillini”. Usa una battuta Miguel Gotor, capolista del Pd in Senato in Umbria, ma soprattutto storico e intellettuale di riferimento di Bersani, per spiegare l’atteggiamento con cui i Democratici si aprono al dialogo con lo stesso movimento il cui leader attaccano continuamente. Professor Gotor, cosa vuol dire fare scouting tra i grillini? Dopo le elezioni, “esplorare” la qualità e il senso di responsabilità della loro rappresentanza parlamentare, verificando nel merito le posizioni. Voi sperate – come Bersani ha fatto capire – che ci sarà una distinzione tra loro e il loro leader? Lo capiremo nei primi mesi di attività parlamentare. Grillo è un guru che gioca allo sfascio e il suo protagonismo è una delle manifestazioni della crisi del berlusconismo. Ma i deputati del Movimento 5 stelle hanno il diritto e il dovere di essere valutati per i loro comportamenti. Dovranno eleggere i loro capogruppo, fare dichiarazioni di voto, assumersi responsabilità e questo sarà un bene: inizia una nuova fase di quel movimento. Peraltro Grillo ha già …

"Sistema nazionale di valutazione, interventi dei politici dopo l’appello", da La Tecnica della Scuola

Dopo l’invio, da parte di alcune associazioni, ai capilista e ai responsabili dei partiti che si presentano alle elezioni di un appello per fermare il tentativo del Governo di emanare in questi ultimi giorni di legislatura il Dpr sul Snv, cominciano a pervenire agli estensori del documento le risposte di alcuni rappresentanti di raggruppamenti politici. Il documento a firma di oltre 15 associazioni, comitati, federazioni e coordinamenti, rivolto ai responsabili dei partiti e ai capilista che si candidano al nuovo Parlamento, chiede di “intervenire per impedire che venga emanato a Camere sciolte il Dpr sul sistema di valutazione, che tante critiche ha avuto dal mondo della scuola, dal Consiglio nazionale della pubblica istruzione, dal Consiglio di Stato e pure dalla Commissione istruzione del Senato, che ne hanno evidenziato le criticità giuridiche e di merito”. Adesso, gli estensori dell’appello, che chiedono che il tema venga affrontato dal prossimo Parlamento e Governo previa discussione con le scuole, ci segnalano che sono arrivate le risposte di Umberto Guidoni, responsabile scuola nazionale di Sel, dell’on.le Pierluigi Bersani del Pd, …

"A volte ritornano", di Antonio Valentino

A leggere alcuni interventi sul preside elettivo, così come si è sviluppato in queste settimane su ScuolaOggi, ci si imbatte in una strana idea di scuola e di democrazia nei ragionamenti di quanti tentano di riproporre la questione (che, in verità, da un po’ non faceva capolino nel dibattito sulla scuola. E in effetti si avvertiva la mancanza, soprattutto in questi tempi). L’idea sottesa ai discorsi dei “favorevoli” sembra essere quella che la scuola non sia una istituzione della nostra repubblica, ma appartenga agli insegnanti. Una idea decisamente stravagante. Né valgono, sull’argomento, i confronti con l’università o addirittura con la magistratura o con altre istituzioni. Troppo diverse ne sono le missioni e la loro collocazione nell’impalcatura statuale. (C’è una frase di Morin, in La testa ben fatta, che riassume bene il punto di vista che qui si vuole rappresentare; suona grosso modo così”: La scuola è troppo importante per lasciarla solo nelle mani di chi la fa.) Né può valere al riguardo il confronto con altri paesi europei dove il preside è elettivo (pochi in …

Napolitano. «Ho chiesto invano fondi per la ricerca»Alessandra Arachi

Il presidente della Repubblica ha messo il cuore per aiutare la nostra ricerca. Ma non ci è riuscito. È lui stesso che lo ha detto: «Ce l’ho messa tutta per trovare i fondi per la ricerca, ma le resistenze, le chiusure, diciamo pure la forza d’inerzia sono risultate più forti». Giorgio Napolitano ha parlato così all’associazione Gruppo 2003 per la ricerca scientifica. E ha puntato l’indice verso un parallelo, fra noi e la Germania: «Quante volte ho citato l’esempio della cancelliera tedesca Merkel che aumentava gli investimenti pubblici di ricerca nel momento in cui si poneva dei problemi di contenimento della spesa pubblica e di riduzione del deficit. In Italia, invece, anche in sede di spending review hanno vinto resistenze e chiusure». Si celebrava il decimo anniversario dell’associazione Gruppo 2003 ieri al Quirinale. E il capo dello Stato non si è limitato a rimanere alla superficie, è entrato nel cuore del problema della ricerca italiana, inserita nel panorama europeo. Di nuovo citando la cancelliera tedesca. Ha detto infatti Giorgio Napolitano: «Dobbiamo porci il problema di …

"Se all’estero l’Italia resta un rompicapo", di Cesare Martinetti

Berlusconi è come Houdini, un «illusionista», scrive il quotidiano israeliano «Yediot Ahronot». Grillo invece è certamente l’uomo «più divertente d’Italia» ma anche un «estremista molto pericoloso» sentenzia il «Financial Times». Gli stranieri che con sprezzo del pericolo osservano da vicino le elezioni italiane oscillano tra questi due interrogativi: ma davvero Berlusconi può tornare al governo? E l’altro: Grillo chi? Un comico? La risposta alla prima domanda è un’invocazione: no, please. Alla seconda, lo sgomento: com’è possibile? Ecco, ci risiamo con l’Italia rompicapo, una politica incomprensibile per chi è abituato a schieramenti chiari, due, tre partiti al massimo, una lotta politica che si fa sui contenuti dei programmi, un confronto tra leader che avviene in pubblico, faccia a faccia in televisione, candidati premier che se perdono si ritirano. Tutti molto più giovani dei nostri. Obama (52 anni) ha battuto a novembre Mitt Romney che ne aveva 65, François Hollande (58 anni) ha superato l’anno scorso Nicolas Sarkozy (57). A Londra David Cameron, premier britannico, è entrato al numero 10 di Downing street a 44 anni. Angela …

"Diritti e formazione sul lavoro da seguire la ricetta Hollande", di Nicola Cacace

La proposta avanzata da Bersani sulla formazione, in uno dei pochi paesi europai in cui ancora manca una legge per la formazione permanente, ricalca le linee dell’ «Accord interprofessionnel pour un nouveau modele economique et social au service de la competitivite des enterprises et de la securisation de l’emploi et des percours professionales des salaries», siglato a gennaio in Francia, quasi contemporaneamente all’Accordo di produttività siglato in Italia da tutte le organizzazioni, Cgil esclusa. L’Accord affronta molti «scogli» posti da una riorganizzazione dell’impresa e predispone gli strumenti perché le misure aziendali non riducano disponibilità a collaborare e diritti del lavoro. Si chiede la disponibilità ai cambiamenti ma non si riducono i diritti. L’arco degli impegni richiesti dall’Accord è ampio, dalla mobilità professionale e geografica agli orari flessibili sino al part time, dalla formazione (tra l’altro garantita da un nuovo strumento, il Compte personnel de formation) sino alle esigenze di orari diversi come il «travail intermittent», oltre la riconferma della flessibilità di orari introdotta con la legge delle 35 ore, l’Annualisation des oraires, molto apprezzata dagli …