Giorno: 2 Febbraio 2013

Università, la denuncia degli studenti:"In arrivo altri tagli alle borse di studio" di Salvo Intravaia

Dopo il calo degli iscritti all’università, in arrivo anche il taglio delle borse di studio per meritevoli e bisognosi. L’Unione degli universitari, attraverso il suo portavoce Michele Orezzi, denuncia il “colpo di coda tutto politico” del governo uscente che intenderebbe approvare in extremis il decreto sul diritto allo studio universitario, previsto dalla riforma Gelmini. Lo schema di decreto verrà esaminato lunedì prossimo dal Cnsu (il Consiglio nazionale degli studenti universitari) e il 7 febbraio dalla conferenza Stato-regioni. A questo punto il provvedimento potrebbe essere varato in via definitiva dal ministero dell’Istruzione, che ha avuto la delega dal precedente governo. Ma di che si tratta? E perché gli studenti sono sul piede di guerra? Secondo l’Udu, la norma inasprisce i vincoli che determinano l’accesso alle borse di studio facendo prefigurare un calo degli aventi diritto che potrebbe toccare il 45 per cento in appena un anno. Già adesso l’Italia si distingue per lo scarso supporto economico agli studenti universitari. I dati vengono snocciolati dall’Udu e sono impietosi. Per il diritto allo studio universitario la Germania e …

«Stampa e giustizia, cortocircuiti da evitare», di Marzio Breda

Lo scandalo Montepaschi è un nodo della vita pubblica italiana che lo preoccupa molto, perché rischia di avere ricadute gravi sul sistema economico e bancario, e davanti al quale non se l’è proprio sentita di assegnarsi il ruolo dello spettatore silenzioso. Per questo giovedì ha deciso d’intervenire, Giorgio Napolitano, nonostante la campagna elettorale in corso. Per questo si è concesso un replay ieri, a costo di addentrarsi un’altra volta nel minatissimo terreno dei rapporti tra mass-media e magistratura. «Abbiamo spesso degli effetti non positivi, quasi dei cortocircuiti, tra informazione e giustizia», dice, evocando le «ricadute destabilizzanti sul mercato» provocate dalla recente «diffusione di notizie infondate». Concrete «ricadute». Che il presidente della Repubblica, come tutti, ha verificato nei giorni scorsi, quando due giornali hanno annunciato con grande evidenza l’imminente sequestro di un miliardo e 200 milioni euro all’istituto senese. Il risultato lo si è visto su tre fronti: 1) caduta del titolo in borsa; 2) impennata dello spread; 3) destabilizzanti risonanze, anche sul piano politico, su scala internazionale. Solo che lo scoop era inventato, come ha …

C’era una volta la Rai di Tortora, di Giovanni Valentini

La TV italiana è ormai un baraccone insostenibile. (da “Enzo Tortora: dalla luce del successo al buio del labirinto” di Daniele Biacchessi – Aliberti, 2013) Non ho visto la puntata di “Porta a porta” dedicata al caso Corona. Da esperto e consumato professionista di talk-show, Bruno Vespa l’avrà costruita e condotta senz’altro con perizia. Ma non vedrò neppure la registrazione per un semplice motivo: non credo che un personaggio del genere meriti una trasmissione di “approfondimento” su una rete della Rai, anzi sulla cosiddetta “rete ammiraglia”. Al di là delle sue responsabilità penali che toccherà alla magistratura accertare, ritengo che Fabrizio Corona incarni un modello negativo, una figura – per usare un termine di moda in questa campagna elettorale – impresentabile. Un prototipo di bellimbusto. Ne parlo qui, dunque, per due ragioni. La prima, per indicare che cosa – a mio parere – non è da servizio pubblico e lo differenzia appunto dalla tv commerciale. La seconda ragione è che l’editore Aliberti ha appena pubblicato in questi giorni un libro del collega Daniele Biacchessi, intitolato …

Articoli online, Hollande piega Google “Dovrà pagare 60 milioni ai giornali”, di Giampiero Martinotti

Dopo anni di battaglie, Google e gli editori francesi hanno trovato un accordo per mettere fine al loro contenzioso: la multinazionale verserà 60 milioni a un fondo per la modernizzazione della stampa. Si vedrà con il tempo se si tratta davvero di un’intesa «storica», come dicono i protagonisti. In ogni caso, si tratta di un compromesso con padrino d’eccezione, François Hollande, che ieri ha ricevuto le parti all’Eliseo: il capo dello Stato aveva minacciato una legge per difendere la stampa in caso di mancato accordo. Il protocollo firmato dal motore di ricerca e dagli editori transalpini è il frutto di reciproche concessioni. I giornali avrebbero voluto un versamento basato sul diritto d’autore e su questo punto avevano trovato il sostegno degli editori italiani e tedeschi. Era insomma il principio della Google Tax, rifiutato dalla multinazionale americana: in una lettera inviata al governo a metà ottobre, Google aveva minacciato di non indicizzare più le testate francesi se fosse stata introdotta una tassa di quel tipo. Com’era già avvenuto in Belgio, gli editori hanno capito che bisognava …

Università, l'Italia a due velocità:si va dalle eccellenze al rischio default, di Corrado Zunino

I meno 58 mila in dieci anni – studenti iscritti alle università italiane, il segno del crack formativo di un paese che arranca – vanno spiegati nel dettaglio. E, facendo emergere i dettagli, si scopre che il futuro prossimo dell’istruzione superiore definirà impietosamente “sommersi” e “salvati”. E sì, perché ci sono atenei italiani che calamitano matricole, inaugurano corsi di respiro internazionale, ospitano in collegio studenti stranieri meritevoli, vedono crescere i finanziamenti “per merito” (il ministro Profumo nei suoi 14 mesi di mandato ha spinto su questa differenziazione dei denari). Altri atenei, undici sui 55 pubblici, sono a un passo dalla chiusura. La Cà Foscari di Venezia, la prima business school d’Italia, trenta lingue insegnate, il giorno dopo la pubblicazione del tragico dossier del Consiglio universitario nazionale ha fatto sapere che a Dorsoduro negli ultimi dieci anni le immatricolazioni sono cresciute del 36,61 per cento (quando la contrazione generale è stata del 17 per cento). Oggi gli immatricolati al primo anno, a Venezia, sono 6.194 e 19.199 gli iscritti. Negli ultimi tre anni, che poi rappresentano …

Se i genitori diventano «sindacalisti» dei figli, di Riccardo Bruno

La scuola italiana? Un campo di battaglia. Studenti in guerra contro insegnanti. Ma sempre di più spalleggiati dai genitori che non si fidano degli insegnanti, credono che tocchi a loro sopperire all’educazione inadeguata, alle carenze della scuola. Insomma, si sentono «sindacalisti dei propri figli», espressione che coniò l’allora ministro Fioroni (centrosinistra). Ripetuta qualche anno dopo dal ministro Gelmini (centrodestra). Lo studente, che si nasconde dietro il nome del pilota Fernando Alonso, chiede aiuto su Internet: «Un prof mi ha ritirato il cellulare e se l’è tenuto, posso denunciarlo?». Risposta pronta di Woody: «Sì. È Furto!!! Potresti registrare una conversazione, lo porti a dire che te lo ridarà quando vuole lui!!! Fallo, avrai il coltello dalla parte del manico!!! Odiosi prof!!!». Benvenuti nel campo di battaglia della scuola italiana. Studenti in guerra contro insegnanti. Come sempre. Ma, ed è questa la novità, sempre di più spalleggiati dai genitori. Liceo di Roma: alla professoressa gli studenti fanno sparire gli occhiali, lei perquisisce gli zaini. Quando a casa i ragazzi raccontano tutto, qualche papà invece di sgridare il …