Giorno: 2 Marzo 2013

"Democrazia elettronica, innovazione e rischi. Non siamo ancora una società 2.0", di Tiziano Toniutti

Cittadini sempre più attivi, partendo dalla Rete. Il “5 Stelle” propone un modello di funzionamento basato su referendum online. La politica diventa “partecipata” attraverso piattaforme aperte e web, che poi portano persone reali in Parlamento. Ma è una politica aperta a tutti? Il professor Novelli: “Esiste ancora un’élite digitale”. Grillo: “Sistema in sviluppo” PARTECIPARE, direttamente, “dal basso”. Non più solo elettori, ma protagonisti della vita pubblica di un Paese. Si chiama democrazia partecipativa o diretta, ed è una delle forme contemporanee dell’idea democratica. Che evolve con i tempi e le tecnologie. Accanto all’espressione rappresentativa, ne sorge una che non delega le decisioni al Parlamento, ma coinvolge attivamente i cittadini. Il voto non è più l’unico strumento. Nella democrazia partecipativa il cittadino è chiamato alla formulazione di proposte e alla discussione di pensieri altrui per arrivare a una sintesi. Non nelle Camere, ma nelle case, per le strade e sulla Rete. Un orizzonte civile e politico che cattura lo sguardo. Ma forse non siamo ancora pronti per raggiungerlo. Democrazia, Rete, opportunità, rischi. Se la “libertà è …

"Le virtù del buon politico", di Massimo Gramellini

Anticipando il probabile duello finale dei prossimi mesi, Grillo ha attaccato Renzi dandogli della «faccia come il c.» (in comproprietà con Bersani) e del «politico di professione». Per lui e per una parte dei suoi elettori le due definizioni sono sinonimi. Tralascio ogni giudizio sull’uso del turpiloquio, uno dei tanti lasciti di questo ventennio che ancora prima delle tasche ci ha immiserito i cuori, portandoci a considerare normale e persino simpatico che un leader politico si esprima come un energumeno. Ma vorrei sommessamente segnalare che essere professionisti della politica non è una vergogna né una colpa. E’ colpevole, e vergognoso, essere dei professionisti della politica ladri e incapaci. In questi ultimi decenni ne abbiamo avuti un’infinità e la stampa porta il merito ma anche la responsabilità di averli resi popolari, preferendo esibire i fenomeni acchiappa audience piuttosto che il lavoro serio ma noioso di tanti membri delle commissioni parlamentari. Dando agli elettori la percezione che tutti i politici fossero uguali a Fiorito o a Scilipoti e che chiunque potesse fare meglio di loro. Non è …

"Quanto tempo ci rimane", di Tito Boeri

QUANTO tempo abbiamo a disposizione per risolvere la crisi politica? Possiamo, come il Belgio, sopravvivere a lungo senza un governo nel pieno delle sue funzioni? Sono domande ricorrenti. Soprattutto nel momento in cui si affronta una crisi politica senza precedenti, nel mezzo di un’emergenza economica anch’essa senza precedenti. Ci sono tre fattori che ci danno un po’ di tempo, anche se non molto, per cercare di risolvere la crisi politica. Il primo è che il governo in carica per la gestione degli affari correnti non è un governo qualsiasi, ma è un governo guidato da Mario Monti, il politico italiano che oggi gode di maggiore credibilità sul piano internazionale. Deve però essere un esecutivo vero, pienamente operativo, il che ci porta al secondo fattore: in condizioni di emergenza la nozione di affari correnti non può che risultare molto dilatata. È una nozione peraltro molto vaga di par suo, che rimanda più a limiti dettati dalla prassi e dalla correttezza costituzionale che ad altro. Ad esempio, nulla impedisce ad un governo dimissionario di adottare misure emergenziali …

"Disoccupati a quota 3 milioni", di Sandra Riccio

Cala il Pil, vola il debito pubblico, la pressione fiscale segna l’ennesimo record, la disoccupazione raggiunge il livello record degli ultimi 21 anni. È la fotografia dell’Italia scattata dall’Istat: dice che a gennaio sono 3 milioni gli italiani che cercano un lavoro, e i precari sono poco di meno: 2,8 milioni circa. Nel 2012 il Pil è diminuito del 2,4%, un calo dello 0,8% rispetto all’anno precedente che porta la produzione sotto i livelli del 2001. Magra consolazione, il dato è in linea con le stime del governo. Di conseguenza – meno produzione significa anche meno entrate per l’Erario, perché le imprese pagano meno tasse -, vola il debito pubblico che raggiunge il 127% del Pil, ovvero il dato più alto da quando si compilano queste serie statistiche, ovvero dal 1990. A quel punto allo Stato non resta che cercare di fare cassa altrimenti. E infatti l’anno scorso la pressione fiscale ha superato i massimi precedenti (del 1990) e si è attestata al 44%, segnando un aumento di quasi due punti percentuali rispetto al 42,6% …

"I milioni del golpe bianco così fecero cadere Prodi", di Sebastiano Messina

SILVIO Berlusconi le aveva dato un nome in codice che aveva il suono degli ideali e il profumo dei sogni: «Operazione Libertà». Più prosaicamente, Sergio De Gregorio, il senatore dipietrista che si fece comprare al non modico prezzo di tre milioni di euro, ha usato il lessico militare: «Sabotaggio». Sabotaggio del governo Prodi, buttato giù il 24 gennaio 2008, si scopre adesso, con la corruzione dei parlamentari che erano stati eletti nella sua maggioranza e dovevano votargli la fiducia. Mettendo sul tavolo i soldi, tanti soldi, tutti in nero. Usando segreti giudiziari per destabilizzare un capopartito. Offrendo patti inconfessabili a chi doveva semplicemente restarsene a casa, facendo mancare il suo voto decisivo. Non è solo uno spaccato sconcertante e scandaloso della corruzione eletta a strumento della politica, quello che affiora dalle carte dell’inchiesta napoletana che coinvolge Berlusconi, De Gregorio e l’editore-faccendiere Valter Lavitola. È SOPRATTUTTO l’illuminante radiografia di un’operazione che configura «un attentato alla democrazia», come dice la vittima di quel complotto, Romano Prodi: «Un vero e proprio atto di corruzione che, se confermato, avrebbe …

Berlusconi se la prende con le toghe mentre il Paese affonda

Non cambia, i suoi problemi vengono prima delle priorità del Paese “La disoccupazione in Italia non è mai stata così alta. Sono tre milioni le persone nel nostro Paese senza lavoro. Ai massimi livelli anche la disoccupazione giovanile. I consumi sono crollati e la pressione fiscale è alle stelle. Questi sono i dati economici diffusi oggi dall’Istat, dati drammatici che descrivono una situazione davvero preoccupante”. “Berlusconi propone di scendere in piazza. Peccato che lo faccia non per manifestare contro la situazione insostenibile e di precarietà assoluta in cui versa il Paese ma per prendersela con la magistratura, una delle istituzioni che sono alla base della nostra democrazia”. Lo dichiara Nico Stumpo, responsabile Organizzazione del Pd, dopo l’annuncio da parte di Silvio Berlusconi di voler scendere in piazza il 23 marzo “contro l’attività di una parte della magistratura che usa la giustizia per combattere ed eliminare gli avversari politici”. L’ultima vicenda in cui Berlusconi si trova coinvolto è quella della compravendita di senatori all’epoca della caduta del governo Prodi, per la quale l’ex premier è indagato …

Gotor: "Governissimo? Senza Pier Luigi", di Carlo Bertini

Gotor, lei è uno dei più stretti consiglieri di Bersani. Nel Pd son già scattate le faide contro il segretario. Si dovrebbe dimettere? «Per semplificare: se si farà il governissimo, con dentro il Pdl e Berlusconi, non ci sarà Bersani. Abbiamo già dato. E in ogni caso nel Pd ci sono organi dirigenti che dovranno esprimersi con un voto e un percorso per il congresso. E se ci sarà una richiesta in tal senso ci si conterà. Bersani da mesi dice che non si ricandiderà alla segreteria e non è disponibile a guidare il Pd in un governissimo. In questo caso, si dovrà trovare un altro segretario, ma per farlo bisogna avere i numeri. Eviterei di dare la rappresentazione di un Pd che continua a farsi del male nel chiuso di se stesso, e l`ultima cosa di cui il partito avrebbe bisogno in un momento così delicato è mettere in discussione un centro di responsabilità e di prospettiva per l`Italia. Vedo riflessi di veterocomunismo e veterodemocristianismo in questo dibattito incentrato su autocritiche di facciata e …