Giorno: 3 Marzo 2013

"Linguaggio grillino e Robespierre", di Massimo Adinolfi

Chi se la sente di proporre, nella prima seduta parlamentare utile del nuovo Parlalmento, un unico articolo in base al quale i membri in carica dell’Assemblea non possano essere rieletti nella successiva legislatura? Se mai ci fosse qualcuno che depositasse un simile disegno di legge, e tra i grillini uno lo si potrebbe scovare, il Parlamento italiano si caccerebbe in una situazione analoga a quella in cui si trovò l’Assemblea Nazionale, in Francia, un bel giorno del mese di maggio del 1791. Allora il progetto fu approvato, in mezzo ad entusiasmi e vivissimi applausi: cosa accadrebbe oggi non so. Anzi: non oso saperlo, perché il clima in cui cadrebbe non penso affatto che sarebbe pregiudizialmente ostile ad una simile proposta (controllo costituzionale a parte). Il Movimento 5 stelle, per ora, si limita a chiedere che le legislature per ciascun parlamentare siano al massimo due, ma non trovo ragioni per cui non ci si dovrebbe piuttosto limitare ad una. A meno che, certo, non si considerino esperienza, continuità, solidità politica ed istituzionale come beni da salvaguardare. …

"L’ambiguità del leader tra annunci e smentite", di Mattia Feltri

Il punto di forza di Grillo resta l’asimmetria comunicativa. Comunica con tutti, ma nessuno può parlare a lui Tutti impazziti, come dice Petra Reski, giornalista tedesca di Focus. Ognuno alla frenetica ricerca del segnale giusto, ognuno smarrito nell’approccio a un movimento che sovverte l’ordine costituito nel rapporto dei leader coi leader, dei leader con la stampa, per non dire dello sbigottimento nell’apprendere che i leader del MoVimento 5 Stelle sono non-leader, sebbene andranno alle consultazioni (senza non) con Giorgio Napolitano. Un’ambiguità che fa impazzire tutti. Beppe Grillo si ritrova a smentire l’intervista con la Reski e la Reski stessa smentisce l’interpretazione che è stata data della sintesi del suo sito. Cioè, scrive in mattinata l’ Ansa attribuendo le parole a Grillo, «se il Pd di Pierluigi Bersani e il Pdl di Silvio Berlusconi» proponessero un cambiamento immediato della legge elettorale, l’abolizione dei rimborsi elettorali e introducessero il tetto di due legislature per deputato, «noi sosterremmo naturalmente subito un governo del genere. Ma non lo faranno mai». Qualcuno, e neanche molti, decifra l’editto come una disponibilità …

"Bersani corruzione al primo punto", di Simone Collini

Il segretario Pd al lavoro sugli otto punti del programma del «governo di scopo». «Non farò mai un governo, di qualunque natura, fondato sulla alleanza tra noi e il Pdl» Punto numero uno: norme anticorruzione. E poi una legge sui partiti che affronti i temi della democrazia interna, della trasparenza, della partecipazione. Pier Luigi Bersani tira dritto sulla linea annunciata all’indomani del voto, insiste nei colloqui che ha in queste ore che il Pd non sosterrà un governo insieme al Pdl «mai, in nessuna forma» e inizia a mettere nero su bianco gli otto punti attorno a cui, dovesse ricevere l’incarico da Giorgio Napolitano, intende costruire un governo di scopo e chiedere la fiducia delle Camere. Mercoledì, alla Direzione del Pd, chiederà un voto mettendo sul piatto le otto leggi da approvare in tempi rapidi per realizzare quel «cambiamento» che in tanti si limitano soltanto ad evocare a parole. A cominciare da Beppe Grillo. Proprio per sfidare il leader del Movimento 5 Stelle, già all’indomani della Direzione Pd Bersani farà pubblicare sul sito web del …

"Quei punti d'intesa nella Costituzione", di Salvatore Settis

La spietata eloquenza dei numeri azzera la retorica liquidatoria che fino a ieri bollava di “antipolitica” ogni sillaba di ogni grillino e porta il Movimento Cinquestelle, divenuto il primo partito italiano, al centro della politica. «Antipolitica, parola violenta e disonesta», ha scritto Gustavo Zagrebelsky in queste pagine; violenta specialmente in bocca a chi ha sdoganato in passato, in nome della Realpolitik, indiscussi campioni dell’antipolitica come Berlusconi e la Lega. Oggi i numeri del Senato impongono la scelta fra due strade: la prima è l’abbraccio mortale con Berlusconi per un cosiddetto governissimo che sarebbe un governicchio incapace di gestire non dico la crisi ma l’ordinaria amministrazione, in una legislatura breve destinata a finire rovinosamente sfociando in nuove elezioni con Grillo sopra il 50%. La seconda, verso la quale si registrano faticose aperture, è una maggioranza d’obiettivo Pd-5Stelle. Ezio Mauro ha detto quale dovrebbe essere il programma, peraltro obbligato, di un’alleanza come questa: nuova legge elettorale, drastiche misure contro il conflitto di interessi, riduzione dei costi della politica, revisione del bicameralismo perfetto; Stefano Rodotà ha aggiunto diritti …

“Misura e senso di responsabilità” l’appello di Napolitano ai partiti, di Umberto Rosso

Dal Capo dello Stato no a “categoriche determinazioni di parte” Raccomanda «misura, realismo e senso di responsabilità ». Chiede di evitare «premature categoriche determinazioni di parte». E si riserva «ogni autonoma valutazione» quando dopo la consultazioni si tratterà di affidare l’incarico di governo. Tirate le somme, insomma, deciderà lui in piena libertà. Giorgio Napolitano, appena rientrato dalla difficile missione in Germania, lancia un forte richiamo ai partiti impegnati in uno scontro durissimo alla ricerca di una maggioranza che non si intravede. Si rivolge a tutti, però nel mirino del capo dello Stato sembra esserci da un lato il braccio di ferro dei grillini e dall’altro le parole di Bersani, che si è candidato a guidare il governo con un esecutivo di minoranza e chiudendo la porta a larghe intese col Pdl. Dietro le quinte, il capo dello Stato nei suoi colloqui riservati con tutti i leader politici, condotti al telefono anche durante la visita a Berlino, aveva raccomandato calma e gesso, per evitare di restringere con ipotesi secche ed esclusioni “a tavolino” un sentiero per …

"L'eredità del governo tecnico per la scuola", di Anna Maria Bellesia

Alla faccia (di bronzo) di chi in campagna elettorale metteva sul piatto nuovi investimenti nell’istruzione! Chiusa la parentesi elettorale, in cui si è fatto a gara nel promettere “mari e monti”, si ricomincia con l’austerity che ci chiede l’Europa Riassumendo le ultime news, queste sono le sorti magnifiche e progressive per la scuola italiana e per chi ci lavora. Operazione n. 1: avanti tutta con la spending review. Stipendi congelati fino al 2014 per gli oltre 3 milioni di dipendenti pubblici (le retribuzioni sono ferme dal 2010 mentre tutto il resto è aumentato); nessuna possibilità di recupero di incrementi contrattuali eventualmente previsti a decorrere dal 2011; nessun riconoscimento dell’indennità di vacanza contrattuale anche per gli anni 2013 e 2014; per il personale della scuola, confermato il blocco degli scatti di anzianità anche per il 2013. E qualora si arrivasse ad un rinnovo contrattuale, ci saranno da “assicurare” livelli di produttività e di qualità adeguati ai fabbisogni. Insomma dietro l’angolo si intravede solo l’incremento del lavoro, ma non del salario. Lavorare di più, prendendo di meno, …