Giorno: 25 Marzo 2013

«Partiamo dall’economia reale. La mia proposta aperta a tutti», di Simone Collini

A insistere sul punto, mentre nella Sala del Cavaliere c’è Giorgio Squinzi, è Enrico Letta: «Un governo Pd-Pdl sarebbe paralizzante». Il presidente di Confindustria ha appena consegnato a Pier Luigi Bersani il grido d’allarme delle imprese, spiegato a segretario e vice del Pd che serve in tempi rapidi «un governo stabile» e in grado di affrontare «in via prioritaria i temi dell’economia reale». Né l’una né l’altra cosa, è la risposta, sarebbero possibili attraverso le larghe intese. Anche nella versione per così dire minima rappresentata dal governo tecnico, insiste Letta, diversi provvedimenti sono stati accantonati, abbassati di livello, disconosciuti. Bersani non ha bisogno di ribadirlo. Da questi due giorni di consultazioni con le parti sociali ha avuto la conferma che serve un governo che abbia «come cifra l’economia reale», dopo i disastri provocati dalle politiche neoliberiste e questo anno e mezzo in cui hanno pesato le posizioni del centrodestra. «La strada è stretta ma è la più sensata, ancorché stretta», ribadisce Bersani chiudendo a ogni ipotesi di governo Pd-Pdl. «Tutte le altre strade mi sembrano …

"Un'incognita pesa sul 5 per mille", di Carlo Mazzini

Le organizzazioni non profit aspettano con crescente apprensione le liste sui dati del 5 per mille 2011 (numero di sottoscrittori e importi), necessari per valutare le attività realizzabili con le somme che si presume inizieranno a incassare a partire dal prossimo autunno. Quando avranno a disposizione le cifre complessive riportate negli elenchi, che si stimano di prossima diffusione, gli enti sapranno anche se il ministero dell’Economia avrà proceduto nuovamente al taglio di fatto delle somme destinate dai contribuenti, come successe lo scorso anno sui risultati del 2010, e come ammise il ministro dell’Economia Vittorio Grilli nel dicembre scorso. Quello che è certo è che, dalle statistiche complessive relativamente al gettito Irpef, si apprende che l’imposta netta procapite per i redditi 2010 è aumentata del 2,5% rispetto a quella del 2009; pertanto le somme – a parità di numero di contribuenti – dovrebbero registrare comunque un incremento. Frattanto, in relazione al pagamento del 5 per mille 2010, il ministero del Lavoro ha quasi completato l’erogazione delle somme e gli enti che non hanno ancora incassato l’importo …

"La buona politica della Costituzione", di Salvatore Settis

Non sfugga un confronto, questo: nell’Agenda Monti, programma elettorale di un presidente del Consiglio in carica, la parola “Costituzione” non c’è mai. Viceversa, nel suo discorso di insediamento come presidente della Camera, Laura Boldrini ha insistito sui «valori della Costituzione repubblicana» e sulla dignità delle istituzioni della Repubblica, ricordando con parole vibranti che «in quest’aula sono stati scritti i diritti universali della nostra Costituzione, la più bella del mondo». Analogamente, il presidente del Senato Piero Grasso ha esordito richiamando due volte la Costituente e «quella che ancora oggi è considerata una delle Carte costituzionali più belle e più moderne del mondo». Il silenzio di Monti è coerente con l’ordine dei valori prevalso nella scorsa legislatura (compresa la sua fase “tecnica”): il “volere dei mercati” al culmine, la Costituzione sospesa, in attesa di tempi migliori. Basta questa differenza a misurare le straordinarie potenzialità di una nuova stagione politica, in cui l’impersonale, anti-politico anzi anti-democratico diktat dei mercati deve fare i conti con l’orizzonte dei diritti civili disegnato dalla Costituzione: sovranità popolare, diritto al lavoro, alla salute, …

Lingue e laboratori ecco che cosa vogliono gli studenti del futuro", di Flavia Amabile

Materie scientifiche, lingue, manualità: è questo che hanno scelto buona parte delle famiglie e degli studenti italiani alle prese con le iscrizioni alle scuole superiori per l’anno scolastico 2013/2014, dopo un anno di crisi durissima che ha portato altri tagli anche alle speranze oltre che ai posti di lavoro.mÈ lì che gli italiani immaginano che esista ancora un futuro: nei numeri o nella scienza, nella fuga all’estero o in un’attività manuale. Finita l’epoca degli italiani popolo di umanisti e letterati, quasi azzerate le possibilità di guadagnare qualcosa con le parole, i nuovi adolescenti si affidano ad altro. Calano quindi le iscrizioni al liceo classico: sono in 31591 ragazzi a sceglierlo, ma dal 6,6 per cento del totale dello scorso anno sono scesi al 6,1 per cento del totale. Calano anche gli iscritti al liceo scientifico: sono 85008 ad averlo scelto, il 16,5 per cento del totale contro il 18,1 per cento dello scorso anno. Inarrestabile invece, l’ascesa di licei linguistici e scientifici applicati. Il primo è stato scelto da 43172 ragazzi, l’8,4 per cento del …

"Tagli all'istruzione, l'Ue contro l'Italia", di Salvo Intravaia

L’Italia ha tagliato più di qualsiasi altro Stato europeo sull’istruzione e da Bruxelles arriva una autentica strigliata. “Sono tempi difficili per le finanze nazionali ma abbiamo bisogno di un approccio coerente in tema di investimenti pubblici nell’istruzione e nella formazione poiché questa è la chiave per il futuro dei nostri giovani e per la ripresa di un’economia sostenibile nel lungo periodo”. Come dire: la crisi c’è ma occorre capire cosa tagliare. La tirata di orecchie all’Italia arriva direttamente dalla Commissione europea che ha passato in rassegna i bilanci dei 27 Paesi membri scoprendo che negli ultimi tre anno soltanto otto hanno tagliato sull’istruzione. E l’Italia è la prima. “Se gli Stati membri non investono adeguatamente nella modernizzazione dell’istruzione e delle abilità – ha affermato Androulla Vassiliou, commissario europeo responsabile per l’istruzione, la cultura, il multilinguismo e la gioventù – ci troveremo sempre più arretrati rispetto ai nostri concorrenti globali e avremo difficoltà ad affrontare il problema della disoccupazione giovanile”. Un vero e proprio avvertimento neppure troppo velato al nostro Paese che soprattutto dopo il 2008 …

Istat: sono 200 mila i dottori disoccupati Se la laurea non basta", di Stefano Rizzato

A fermarsi in superficie, si rischia di dare ragione a lui: Giorgio Tedone, romano, 26 anni, che a inizio febbraio ha messo il suo diploma di Scienze Politiche all’asta su eBay. La laurea sembra sempre più un inutile «pezzo di carta». Ma la verità è che – per quanto non offra la garanzia di trovare lavoro – per molti ha rappresentato un paracadute decisivo, proprio negli anni della crisi globale. Dice l’Istat: nel 2012 i laureati under 35 a caccia di impiego sono arrivati a sfiorare quota 200 mila, in crescita del 28% rispetto al 2011 e di oltre il 42% rispetto al 2008. In tutto, senza guardare all’età, i disoccupati con laurea sono oltre 300mila: una città di medie dimensioni. Numeri impressionanti, ma che possono ingannare. Perché il nostro Paese sta vivendo un aumento generalizzato della disoccupazione giovanile. A ritrovarsi senza lavoro non sono solo i «dottori». Anzi, a ben vedere, la laurea ha aiutato molti a superare indenni gli ultimi tempi. Lo spiega bene la quindicesima indagine annuale sulla condizione occupazionale dei laureati, …

"L’ultima impasse dei 5Stelle la base si spezza a metà sul sostegno al governo Pd", di Ilvo Diamanti

Pier Luigi Bersani prosegue nelle consultazioni. Per verificare, come ha chiesto il Presidente Napolitano, se vi siano le condizioni per un governo che disponga di una maggioranza effettiva. E stabile. Non è una “missione impossibi-le”, ha avvertito il segretario del Pd. Ma sicuramente molto improbabile. Soprattutto se Bersani mira a un’intesa fra il centrosinistra e il M5S, come ha fatto intendere fin qui. Perchè i margini, in tal senso, sono davvero stretti. O meglio: non ci sono. Beppe Grillo l’ha ribadito anche ieri. E l’altro ieri. Ma lo farà, sicuramente, anche oggi — e domani. Perché Grillo non parla — solo e tanto — agli altri. Ma anzitutto ai suoi. Ha bisogno di tenerli uniti. Fino a quando, almeno, le consultazioni di Bersani si saranno concluse. Senza il sostegno del M5S. Se un gruppo di parlamentari del suo gruppo votasse la fiducia — com’è avvenuto in occasione dell’elezione di Piero Grasso alla carica di Presidente del Senato — non sarebbe un problema. Si tratterebbe di un “tradimento”. Allungherebbe ombre sul futuro del nuovo — eventuale …