Giorno: 10 Marzo 2013

"Così, davanti al supermercato, ho visto crescere una rivoluzione", di Michele Nicoletti

Chiunque abbia fatto la campagna elettorale volantinando fuori dai supermercati là dove hai modo di incontrare lo spaccato del Paese reale e non una sua fetta che ti scegli a piacimento perché a fare la spesa ci vanno tutti si è reso facilmente conto che era arrivato il dies irae, il giorno dell’ira e della punizione divina. «Fate campagna elettorale con i soldi nostri» dicevano i pensionati. «I soldi per pagarvi i volantini lo Stato ve li dà, a noi non dà i soldi per comprarci il pane. È giustizia questa? È uguaglianza di trattamento?» Agli imprenditori piaceva l’idea di sbloccare i crediti che le imprese vantano nei confronti dello Stato, ma la musica era la stessa: «Non ci importa quanto siete pagati, ma perché i vostri crediti non si bloccano mai? Perché ogni mese arrivano puntualmente i pagamenti delle indennità, dei costi per i gruppi consiliari, dei rimborsi elettorali e i pagamenti alle imprese non arrivano mai? Bloccate i finanziamenti ai partiti fino a che non avrete sbloccato i crediti alle imprese, così sarete …

"L’opportunità del cambiamento", di Claudio Sardo

Fa paura lo stallo post-elettorale. Perché c’è un’Italia che soffre, perché l’Europa è tuttora intrappolata in una politica suicida di austerità, perché la quiete dei mercati non durerà a lungo senza risposte efficaci, perché siamo alle prese con una frattura politica e sociale che mette a rischio la stessa unità del Paese. È una crisi di sistema quella che il voto ha squadernato. Ma in questo risultato c’è anche l’opportunità di cambiare e di ripartire. Anzi, si può ripartire proprio perché gli elettori hanno chiesto un cambiamento profondo. Il Pd pensava che il suo progetto avesse la capacità di rassicurare sulla tenuta dell’Italia, e al tempo stesso la forza di promuovere un’opera di ricostruzione. Gli elettori invece lo hanno percepito al di sotto della necessità di innovazione della politica. Ora il passaggio è reso difficile non solo dai numeri, ma anche dall’urgenza di una soluzione. Il Pdl, purtroppo, non aiuta: il Paese avrebbe bisogno di una destra democratica, europea, capace di assumersi all’occorrenza una responsabilità nazionale. Invece è sempre più arroccata in difesa di Berlusconi, …

"Dal Pd voto «last minute» per Grillo", di Luca Comodo

I risultati delle elezioni politiche hanno prodotto una scossa che sembra andare in profondità e mettere in discussione gli assetti e lo scacchiere politico come lo abbiamo conosciuto negli ultimi vent’anni. La crescita dell’astensione è stata netta: 5 punti in più rispetto alle politiche 2008. Tuttavia la fuga dalle urne che emergeva dai sondaggi sino a poche settimane prima del voto non si è verificata. La delusione si è tramutata in voto per Grillo. Gli astensionisti, che nei momenti in cui erano più alti nei sondaggi avevano attratto fette di elettorato “dinamico”, tornano ad essere molto simili al profilo tradizionale di chi non vota: età elevata, basso titolo di studio, con la televisione come veicolo principale quando non esclusivo di informazione. Tutti i partiti tradizionali vengono fortemente penalizzati: il Pdl perde oltre 6 milioni di voti, quasi 3 milioni e mezzo il Pd, 1 milione e mezzo l’Udc, la Lega smarrisce più di metà dei propri elettori, ma anche Rivoluzione civile, rispetto alle forze che la sostenevano perde quasi due milioni di voti. Queste perdite …

L'addio del Nord-Est alla «balena verde», di Mariano Maugeri

«Quando ch’el corpo se frusta, l’anima se giusta». I leghisti veneti citano un proverbio dialettale e la buttano sul ridere. Ma è un riso amaro, artificiale, di testa. La pancia del Nordest è sempre più vuota di lavoro e colma di paura. Dice il sindaco leghista di Montebelluna con laurea in Filosofia, Marzio Favero: «Gli elettori stavolta hanno mandato a Roma un demolitore, Grillo e il Movimento cinque stelle». Quella che fu la Vandea leghista e il suo seguito di 456mila imprese con l’acqua alla gola muoiono dalla voglia di vedere i parlamentari con lo stesso terrore che paralizza lo sguardo del popolo delle partite Iva, uomini e donne che solo dieci anni fa si sentivano i padroni del mondo. Sfogliare le pagine di un quotidiano veneto è come tenere in mano il breviario di una Spoon river contemporanea: un altro imprenditore s’impicca nel suo capannone di Quinto, Treviso; vuota il sacco davanti ai magistrati l’ex segretaria del governatore Giancarlo Galan, che emetteva fatture false da una società sanmarinese per ordine della Mantovani, la regina …

"La solitudine di chi subisce molestie sessuali sul lavoro", di Elena Lattuada

Nel 2012 la Cgil ha lanciato un’importante campagna nazionale focalizzata sulla violenza contro donne e ragazze. Questo triste fenomeno è molto diffuso in Italia ed è in costante crescita, nonostante una buona normativa. Sulla facciata della nostra sede centrale a Roma e delle nostre 134 sedi locali in tutto il Paese, abbiamo esposto un grande striscione che recita «La violenza sulle donne è una sconfitta per tutti ». Con la nostra campagna riteniamo necessario sottolineare che le azioni di prevenzione, contrasto e punizione, intraprese da importanti organismi istituzionali, non sono state finora sufficienti a ridurre la violenza. La violenza sulle donne e le ragazze colpisce ora tutti gli strati della società italiana e episodi di violenza fisica, psicologica ed economica vengono rilevati soprattutto nelle famiglie, ma anche nei posti di lavoro. Secondo dati rilevati dall’Istat, il femminicidio e la violenza sulle donne hanno caratteri strutturali: si riducono gli omicidi tra uomini, ma non cala il fenomeno degli omicidi verso le donne: 127 solo nel 2012, per lo più consumati nell’ambito familiare; 840mila le donne che …

"Lo strappo dei sindaci: 9 miliardi alle aziende contro il patto di Stabilità", di Antonella Baccaro

«Non si può aspettare ancora: serve un decreto che autorizzi i Comuni a rivedere il patto di Stabilità». I sindaci dell’Anci vogliono risolvere il problema dei debiti della pubblica amministrazione (ammontano a più di 80 miliardi), una piaga che ha messo in ginocchio le imprese. La proposta: pagare almeno 8-9 miliardi di crediti per circa 20 mila appalti già assegnati. La certificazione dei crediti non ha funzionato, sostengono i sindaci: bisogna cambiare il patto. Pronti a tutto. Anche a infrangere il patto di Stabilità interno pur di salvare milioni di piccole e medie imprese. Pagandole finalmente. Sì, perché i sindaci dell’Anci, guidati da Graziano Delrio, hanno in mente una mobilitazione senza precedenti per risolvere il problema dei mancati pagamenti della pubblica amministrazione alle imprese che ormai ammontano a più di 80 miliardi. Una piaga che sta mettendo in ginocchio il tessuto produttivo del Paese e rispetto alla quale l’Anci ha una sola ricetta: «Pagare almeno 8-9 miliardi di crediti riferiti a circa 20 mila appalti già assegnati — dice Delrio — per rimettere in moto …

"Università, 70mila iscritti in meno in soli dieci anni. In Italia sono sempre di meno i ragazzi che si iscrivono all’Università", di Mario Castagna

Poche settimane fa era stato il Consiglio Universitario Nazionale a dare l’allarme: le iscrizioni all’università crollano inesorabilmente. Ora arriva anche la conferma del Cineca. Questo consorzio, nato nel 1969 per costituire una struttura dedicata al super calcolo, oggi si occupa anche di quasi tutti i servizi informatici del ministero dell’Istruzione e dell’Università e di molti atenei italiani. Si trova inoltre a gestire l’elaborazione informatica delle immatricolazioni universitarie e dispone quindi della banca dati più aggiornata in materia. Secondo il Cineca, negli ultimi dieci anni le iscrizioni sono diminuite di 70.000 unità mentre, addirittura, negli ultimi tre anni sono 30.000 i ragazzi che hanno deciso di non iscriversi negli atenei italiani. Si è tornati indietro di quasi un quarto di secolo. Nel 1988-1989 gli immatricolati erano 276.249, mentre quest’anno i diplomati iscritti alle varie facoltà sono stati appena 267.076. La notizia data dal Cun qualche settimana fa aveva riempito le pagine dei giornali ma subito il ministro Profumo aveva provato a gettare acqua sul fuoco. In un’intervista sul quotidiano La Stampaaveva provato a minimizzare: «Credo che …