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"La Camera dei deputati taglia 8,5 milioni di spese l’anno", di Giuseppe Vittori

La Camera dei deputato inizia la sua cura dimagrante. Le decisioni prese ieri mattina dall’ufficio di presidenza prevedono il taglio del 30% delle indennità di carica (che spettano a circa 70 deputati tra componenti degli uffici di presidenza e presidenti di commissioni, giunte e comitati), per un risparmio di 1 milione di euro, e la riduzione del 25% per le spese per il personale delle segreterie dei titolari di incarico, per un totale di 4,3 milioni di euro, oltre che l’abolizione dei fondi di rappresentanza individuali per un totale di 250 mila euro.

A questo taglio di circa 5,5 milioni di euro annui, se ne aggiungono altri 3, ricavati dalla sforbiciata che già giovedì la nuova riunione dell’ufficio di presidenza, convocata alle 11, darà allo stanziamento annuale previsto come contributo unico per i gruppi parlamentari che sarà ridotto da 35,1 a 32 milioni di euro.

«Dalla data del mio insediamento alla Camera dei deputati – scrive la presidente Boldrini sulla sua pagina facebook – sono stati tagliati 500 mila euro al giorno. I risparmi già decisi, infatti, ammontano complessivamente a 8 milioni e mezzo di euro». Già la scorsa settimana, una riunione dell’ ufficio di presidenza aveva abolito l’uso degli alloggi di servizio e reso più rigoroso l’utilizzo delle dieci auto blu parcheggiate nel garage di Montecitorio. Tra le altre decisioni prese oggi figura invece la cancellazione delle spese telefoniche accessorie. Si è voluto dare, commenta la vicepresidente della Camera Marina Sereni, «un segno concreto di buona amministrazione e di buona politica»

Chi avrebbe voluto misure diverse (l’annullamento totale delle indennità di carica lasciando invariate le spese del personale di segreteria) ma si è detto comunque «soddisfatto» degli interventi di ieri è il vicepresidente grillino Luigi Di Maio che, così come i due segretari 5 Stelle Riccardo Fraccaro e Claudia Mannino, annuncia che rinuncerà a tutta l’indennità di carica: «Abbiamo anche precisato – spiega Di Maio su facebook – che avremmo preferito il taglio dell’indennità ai tagli sul personale delle segreterie in quanto uniche professionalità di supporto all’operato dell’incarico. Prossimo ufficio di presidenza – annuncia Di Maio – si continua con il trattamento economico di tutti i deputati».

Dubbi vengono espressi dal coordinamento dei collaboratori parlamentari: «Questa proposta – denuncia il Co.co.parl – possiede due problematiche di fondo: una, in qualche modo, di natura etica e l’altra strutturale. Sul primo fronte, ci sembra francamente poco op- portuno considerare alla stessa stregua persone – anche piuttosto preparate – con telefoni, aerei o computer». Il secondo problema è che la stessa proposta «rischia di creare una toppa peggiore del buco, lasciando di fatto il destino del collaboratore al buon cuore del singolo deputato. Come rivoluzione, francamente, ci sembrerebbe davvero poca cosa».

La presidente Boldrini è intervenuta anche sui temi della crisi: «Stallo politico… diciamo che noi abbiamo chiesto ai gruppi parlamentari di dare i nomi per le commissioni, ma nel frattempo non stiamo con le mani in mano», così ha commentato la mancata nomina dei componenti delle commissioni permanenti. «La commissione speciale – ha spiegato – sta lavorando, così come l’ufficio di presidenza, perché se siamo riusciti a fare questi tagli (al budget di Montecitorio, ndr) è perché stiamo lavorando, quindi comunque stiamo procedendo bene».

l’Unità 03.04.13

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