Giorno: 8 Aprile 2013

"Basta piccolo cabotaggio", Pier Luigi Bersani

Caro direttore, nell`articolo domenicale di Eugenio Scalfari, insieme con tante considerazioni che mi trovano d`accordo, c`è un passaggio che mi offre l`occasione di una precisazione. Scalfari scrive: «Non condivido la tenacia con cui Bersani ripropone la sua candidatura». L`osservazione è inserita, al solito, in un contesto amichevole e rispettoso di cui ringrazio Scalfari. Devo registrare tuttavia che una valutazione simile si fa sentire anche in contesti ben meno amichevoli. Nelle critiche aggressive e talvolta oltraggiose di questi giorni, nelle inesauribili e stupefacenti dietrologie, e perfino nelle analisi psicologiche di chi si è avventurosamente inoltrato nei miei stati d`animo, non è mai mancata la denuncia verso una sorta di puntiglio bersaniano. Ecco dunque l`occasione per precisare. La proposta che ho avanzato assieme al mio partito (governo di cambiamento, convenzione per le riforme) non è proprietà di Bersani. Ripeto quello che ho sempre detto: io ci sono, se sono utile. Non intendo certo essere di intralcio. Esistono altre proposte che, in un Paese in tumulto, non contraddicano l`esigenza di cambiamento e che prescindano dalla mia persona? Nessuna …

"La tragica solitudine dei muratore Romeo", di Bruno Ugolini

“Il sindacato può allargare il campo di gioco alla dimensione territoriale, intervenendo sulla condizione sociale delle persone”. Sono parole di Riccardo Terzi, oggi dirigente del sindacato dei pensionati Cgil. Parla a un convegno dedicato, appunto, alla crisi del sindacato e cita Bruno Trentin e la sua intuizione circa la «persona» da cui partire per recuperare un ruolo innovativo. Ecco quelle parole, quell’incitamento può essere ripreso pensando alla tragedia di Civitanova Marche. Certo il muratore sessantaduenne Romeo Dionisi con 35 anni di contributi avrebbe potuto essere aiutato da una modifica delle norme varate dal «governissimo» di Monti. Come ha osservato Pierre Carniti si poteva reintrodurre il pensionamento volontario, previsto dalla riforma Amato e Dini. Così Romeo avrebbe potuto godere della sua pensione, maturata con 35 anni di contributi, senza aspettare, da disoccupato, i 67 anni, senza doversi indebitare all’infinito. Era una regola di «flessibilità» insistentemente richiesta dai sindacati e da deputati del Pd come Cesare Damiano. E però la tragedia di Civitanova mette in luce un altro aspetto: la solitudine di tanti che, come Romeo, non …

"Ancora giochi a somma zero", di Mario Piemontese

Per il personale docente il MIUR ha previsto di attivare in organico di diritto per il prossimo anno scolastico lo stesso numero di posti in organico di diritto attivati nell’anno scolastico in corso. La stessa cosa si è verificata anche lo scorso anno. Apparentemente può sembrare che non ci saranno tagli, ma non è così. Vediamo perché. In seguito quando parleremo di Nord intenderemo parlare delle regioni: Emilia Romagna, Friuli, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Toscana, Umbria, Veneto. Mentre quando parleremo di Sud intenderemo parlare delle regioni: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia. Migrazione di posti Lo scorso anno le cose sono andate così. Rimanendo invariato il numero totale di docenti in organico di diritto (600.839), si sono verificate nell’a.s. 2012/2013, rispetto all’a.s. 2011/2012, le seguenti migrazioni di posti da Sud verso Nord. Il Sud ha perso 1.338 posti. 342 posti dall’infanzia sono passati: all’infanzia del Nord (175) e alla primaria del Nord (167). 160 posti dalla primaria sono passati alla primaria del Nord. 15 posti della secondaria di I grado sono passati …

"Aumenta da nord a sud il rischio di evasione", di Cristiano Dell'Oste e Giovanni Parente

Il divario tra redditi e consumi si allarga negli anni della crisi. Ogni 100 euro dichiarati al fisco, nel 2011 gli italiani ne hanno spesi in media 121,4. Due anni prima, invece, erano poco meno di 118. La domanda, allora, viene spontanea: da dove arrivano i 21 euro in più? Dalle rendite finanziarie che non entrano nella dichiarazione dei redditi, sicuramente. Dall’erosione dei risparmi accumulati negli anni, in secondo luogo. E dall’indebitamento delle famiglie, che secondo la Banca d’Italia è in crescita. Ma anche dall’evasione fiscale, che genera un flusso di ricavi invisibile per l’agenzia delle Entrate e allo stesso tempo concretamente misurabile in termini di consumi. La misura del rischio La differenza tra spese e redditi non è una prova certa di evasione, ma costituisce senz’altro un indicatore significativo del rischio. Per capirlo, basta leggere i numeri in valore assoluto e in prospettiva storica. Dal 2003 al 2011 – ultimo anno per cui sono disponibili i dati – il divario non è mai stato inferiore ai 146 miliardi di euro, con punte di 176 …

"Servono scelte non convenzionali", di Laura Pennacchi

Le due commissioni di esperti nominate dal Presidente Napolitano dovrebbero assumere come problema fondamentale dell’Italia l’avvitamento recessivo provocato dalle politiche di austerità imposte all’Europa dall’ortodossia rigorista tedesca. Si tratta di prendere atto che la «mainstream economics » di cui la Merkel è paladina ha fallito nel prevedere prima la profondità della crisi più grave dal dopoguerra e ora la durata della recessione che ne è seguita. In Italia con un impatto occupazionale eccezionalmente negativo di cui il dato del governo sul milione di licenziamenti nel 2012 non è che l’ultimo preoccupante segnale. Entrati nel sesto anno della crisi globale «bisogna pensare creativamente e superare i tabù», osa affermare Adair Turner già presidente della inglese Financial Services Authority. Per esempio «il tabù che vieta di stampare moneta per finanziare il deficit pubblico». Il ragionamento di Turner è il seguente. Occorre partire da una consapevolezza non ancora pienamente raggiunta e cioè che la crisi globale è stata causata da un enorme incremento non del debito pubblico ma dell’indebitamento privato (sia del sistema finanziario sia dell’economia reale) ed …

"La retromarcia dei grillini non bastano 2500 euro mensili E Beppe: vanno bene 6 mila", di Tommaso Ciriaco

Arriva il giorno in cui va in scena il Beppe Grillo che non ti aspetti. Pronto, a sorpresa, a fissare a 6 mila euro netti al mese uno stipendio equo per i parlamentari a Cinque Stelle. Pronto, soprattutto, a esigere trasparenza, senza però reclamare scontrini o ricevute anche per le famose caramelle o per un caffé. Summit con i parlamentari nel casale alle porte di Roma, venerdì scorso. «Ragazzi – dice il Fondatore – l’importante è essere presenti in Parlamento, fare il proprio lavoro onestamente e in modo trasparente. Io non ho mai eccepito sugli stipendi, ma solo sui vitalizi!». Tradotto, anche la diaria dei parlamentari è equa e non si tocca. Riavvolgiamo il nastro. In campagna elettorale lo slogan grillino promette stipendi parlamentari da 2.500 euro al mese. Un dato reale, che non tiene però conto della diaria di 3.500 al mese. A quella – a onor del vero – i grillini non avevano mai promesso di rinunciare. Ma si erano impegnati a rendicontare ogni spesa, in nome della massima trasparenza. Torniamo al casale …

"Tre strade per creare occupazione", di Walter Passerini

Lo sfondamento della linea Maginot di un milione di licenziamenti nel 2012, come raccontano i freddi dati del ministero del Lavoro, a ridosso della tragedia dei suicidi da lavoro e povertà, è un tremendo doppio colpo nello stomaco del Paese, di alto valore simbolico e reale, con il quale l’economia e le condizioni materiali delle persone tornano da protagoniste sulla scena politica, economica e sociale. Il contatore delle comunicazioni obbligatorie di avviamenti e cessazioni del ministero denota un mercato del lavoro in subbuglio, per niente stagnante, nel quale la prevalenza di segnali negativi non deve condannare alla rassegnazione. C’è da chiedersi quanto male stia facendo lo stand by della politica, ferma da sei mesi e incapace di uscire dal pantano in cui si è messa, a cui gli attori dell’economia reale non riescono a contrapporre una linea alternativa di ripresa. Serve una svolta rapida, una terapia d’urto, una salutare reazione di emergenza, che rimetta sviluppo e lavoro al centro delle agende di tutti gli attori coinvolti. E’ finito il tempo delle analisi e delle diagnosi, …