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"Esodati, l’ultima furbata del governo", di Salvatore Cannavò

La commissione speciale della Camera ha bloccato l’ennesima furbizia del governo sugli esodati. L’organismo parlamentare incaricato di approvare gli atti del governo, cioè i decreti, ha dato all’una – nimità parere favorevolealde- creto sulla terza tranche di esodati, 10.130 lavoratori per i quali, dopo i primi 65 mila e i successivi 55 mila, è previsto il salvataggio. Solo che il governo ha inserito una norma che mo- difica la stessa legge Fornero, madre degli esodati. Per i “contribuenti”prosecutori volontari”, infatti, è stata individuata una nuova restrizione anche per quelli che avessero ripreso a lavorare a qualsiasi titolo prima del 4 dicembre 2011 e non dopo come è scritto sulla legge. La richiesta di modifica rivolta al governo è stata avanzata dal Pd ma avuto il consenso di tutti i gruppi, M5S compreso. Nel parere è stata inserita anche una “osservazione”di quest’ultimo con cui si chiede all’Inps di effettuare“un precisocensi- mento di tutte le domande pre- sentate”in modo che il governo possa avere chiara la situazione. La divergenza tra il decreto e la legge di stabilità, ha spiegato in commissione Fornero, dipen- de dalla Ragioneria generale dello Stato. Il rimpallo a que- st’ultima, del resto, ha rappresentato un motivo ricorrente in tutta questa vicenda. “Terremo conto con grande apertura – ha comunque assicurato il mini- stro Fornero – delle indicazioni della Commissione”. UN PUNTO , invece, che non trova soluzione è quello relativo al personalescolastico anch’es – so vittima della riforma Forne- ro. Con la riforma del 2011, che prevede che a partire dal 2012 si vada in pensione a 67 anni di età o con 41 anni di contributi, il 31 dicembre 2011 è diventato una data limite. Ma nella scuola, co- me stabilito da una legge del 1998, la cessazione del servizio avviene “all’inizio dell’anno scolastico successivo alla data in cui la domanda è stata pre- sentata”. Se ho diritto ad andare in pensione nel 2011 ci andrò nel 2012 perché occorre garantire la “continuità didattica” che impone ai docenti di anda- re inpensione semprelo stesso giorno, il 1 settembre di ogni anno. Quindi, chi ha maturato il diritto con il sistema delle “quote”, la somma tra età ana- grafica eanzianità contributiva – entro il 31 dicembre 2011 ha dovuto aspettare il 1 settembre 2012 per poterci andare. Ma qui scatta l’abilità del ministro For- nero e del governo: a queste persone sono state applicate le nuove norme come a tutti gli altri. Secondo le stime fatte dagli interessati, riunitisinel “Comitato Civico Quota 96”, si tratta di circa 3000 dipendenti che chiedonosia riconosciuto il loro “diritto”, respingendolatesi che invece sia “un privilegio”. Il governo ha già riconosciuto l’errore consentendo l’andata in pensione entro il 31 agosto 2012 solo ai docenti in esubero. Ma non agli altri. Nel frattempo, quattro sentenze in quattro diversi Tribunali (Oristano, Torino, Siena e Venezia) hanno dato ragione ai ricorrenti. I quali non hanno avuto ascolto sul piano istituzionale tranne i disegni di legge presentati dalle deputate del Pd, Manuela Ghizzoni e Francesca Puglisi.

Il Fatto Quotidiano 04.04.13

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