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"La grande fuga dei giovani dall´Italia 80mila dicono addio, soprattutto al Nord", di Elena Dusi

Italia, un paese da cui fuggire. Il numero dei cittadini che la pensano così nell´anno passato è aumentato di un terzo. Nel 2012 a dare l´addio al paese sono stati 79mila italiani, quasi 20mila in più rispetto all´anno precedente (quando ci si era fermati a quota 61mila). A un´emorragia simile non si assisteva da decenni. E l´aspetto più grave dei dati registrati dall´Anagrafe della popolazione italiana residente all´estero (Aire) è che ad andarsene sono soprattutto i giovani fra 20 e 40 anni, pari al 44,8% degli emigranti, in aumento del 28,3% rispetto al 2011.
I registri dell´Aire catturano le dimensioni di un flusso, ma non tengono contro del titolo di studio o delle motivazioni di chi parte. A scavare in questi dettagli è stata, l´anno scorso, l´indagine Istat “Italiani residenti all´estero”. E qui l´impressione che l´emigrazione italiana sia diventata più qualificata – una vera e propria “fuga dei talenti” – viene confermata in pieno. Se l´unità d´Italia e la crudezza dei due dopoguerra hanno spinto a imbarcarsi per andare oltre oceano molti italiani del Sud e molti giovani maschi con poca istruzione, oggi sono soprattutto i laureati del Nord a lasciare il paese in cerca di un´opportunità all´altezza della loro preparazione.
In vent´anni la mappa dell´emigrazione italiana si è completamente capovolta. Nella prima metà degli anni ‘90 uno su quattro fra chi lasciava il paese partiva da una regione settentrionale. Oggi sono diventati più della metà (54%), mentre sono crollati gli addii dal Meridione: dal 61 al 27% rispetto al totale degli emigrati. Il risultato è che nel 2012 Lombardia e Veneto sono state le due Regioni che più hanno alimentato il deflusso di sangue giovane e prezioso, mentre la Germania è il paese di destinazione più gettonato.
Non c´è nulla di cui stupirsi se il sentiero che porta verso il nord Europa si è scavato sempre di più. Lo “spread” della disoccupazione fra Italia e Germania si è ampliato negli ultimi anni fino a diventare un dirupo: 11% per Roma contro il 7% per Berlino. E se si guardano i giovani con meno di 25 anni, in Italia 37 su 100 sono senza lavoro, contro l´8% dei coetanei tedeschi.
Ma riempire una valigia e partire oggi non basta più. I paesi che assorbono manodopera (oltre alla Germania, la Svizzera e la Gran Bretagna sono in testa alle mete dei giovani italiani) cercano lavoratori qualificati. Ecco perché gli emigrati con un diploma sono crollati tra il 2001 e il 2010 da 14 a 8mila, mentre i laureati sono l´unica categoria in aumento: da 3.879 a 6.276 italiani ogni anno e dall´8,3 al 15,9% rispetto al totale dei partenti. Sempre secondo i dati dell´Aire (anticipati ieri dalla trasmissione “Giovani talenti” di Radio 24), gli uomini che decidono di emigrare sono il 56% rispetto al 44% delle donne.
Una volta arrivati all´estero, i “giovani talenti” finiscono col trovarsi bene. Oltre la metà, secondo l´Istat, svolge un mestiere classificato come “dirigenziale” o come “professionista a elevata specializzazione”. Questo dato fra i giovani laureati rimasti in Italia è invece del 42%. E il prezzo del biglietto per andare all´estero è ampiamente ripagato dallo stipendio. Mettendo uno di fronte all´altro due laureati che lavorano a tempo pieno, quello che si trova in un paese straniero guadagna mediamente 540 euro in più rispetto al giovane che è restato in Italia.

La Repubblica 07.04.13

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Fuga dalla crisi, nel 2012 +30% gli italiani emigrati, di Marco Ventimiglia

Il fatto che una notizia non rappresenti una sorpresa, non significa che non possa addolorarci. Ed è proprio questo il sentimento che sorge nell’apprendere del boom di espatri in corso dall’Italia. È quanto emerge dai dati dell’Anagrafe Italiani all’estero (Aire) depositati presso il ministero dell’Interno, secondo cui nel 2012 la crescita degli emigranti è stata pari addirittura al 30%, passando dai 60.635 espatri del 2011 a 78.941. In particolare, per quanto riguarda la fascia d’età 20-40 anni, l’aumento degli emigranti è stato pari al 28,3%. Ed ancora, in 22 anni hanno lasciato l’Italia oltre 2 milioni di persone.
LOMBARDIA IN TESTA
I dati dell’Aire fotografano sotto molteplici aspetti le dinamiche di questa autentica ondata di emigrazione. E così si apprende che la Germania resta la prima meta di espatrio. In maggioranza a fare le valigie sono gli uomini: il 56%, contro il 44% di donne. Sostanzialmente in linea con i dati generali, come detto, la fascia dei più giovani, cresciuta in un solo anno del +28,3%. I 20-40enni italiani emigrati sono passati dai 27.616 espatri del 2011 ai 35.435 del 2012, alimentando quella che viene ormai definita «la fuga dei talenti» dalla Penisola (che ha costituito lo scorso anno il 44,8% del flusso totale di espatrio). Anche in questo caso prevalgono gli uomini (57%), sulle donne (43%), come pure prevale la fascia 30-40enni (20.650 espatri) su quella 20-30enni (14.785). I trentenni si confermano quindi la fascia d’età più propensa all’espatrio. A livello generale, la Lombardia si rivela la regione che maggiormente alimenta l’emigrazione dall’Italia: ben 13.156 lombardi hanno trasferito la propria residenza all’estero nel 2012, davanti ai veneti (7.456), ai siciliani (7.003), ai piemontesi (6.134), ai laziali (5.952), ai campani (5.240), agli emiliano-romagnoli (5.030), ai calabresi (4.813), ai pugliesi (3.978) e ai toscani (3.887).
Ragionando in termini di destinazione, il 62,4% degli emigrati nel 2012 ha scelto l’Europa come continente di destinazione (per un totale di 49.307), seguita dall’America Meridionale (14.083), dall’America Settentrionale e Centrale (7.977) e da Asia-Africa-Oceania (7574). Per quanto riguarda i singoli Paesi, la Germania è appunto la prima meta di destinazione (10.520 di italiani l’hanno scelta), seguita da Svizzera (8.906), Gran Bretagna (7.520), Francia (7.024), Argentina (6.404), Usa (5.210), Brasile (4.506), Spagna (3.748), Belgio (2.317) e Australia (1.683). Andando più nel dettaglio, la regione primatista nell’espatrio dei 20-40enni si conferma sempre la Lombardia, con 6.111 emigrati, seguita da Veneto (3.277) e Sicilia (3.110). Quarto il Piemonte (2.718), quinto il Lazio (2.542), sesta la Campania (2.421), settima l’Emilia-Romagna (2.195), ottava la Puglia (2.036), nona la Toscana (1.711), decima la Calabria (1.693). Il continente preferito dai 20-40enni italiani quale destinazione di approdo resta l’Europa, che nel 2012 ha assorbito ben il 69,2% del flusso di espatri degli under 40 (24.530 emigrati). A seguire l’America Meridionale (4.837), l’America Settentrionale e Centrale (3.110), e Asia-Africa-Oceania (2.958). E la Germania si conferma la nazione più attrattiva anche nei confronti dei giovani italiani tra i 20 e i 40 anni: nel 2012 si sono trasferiti in terra tedesca 5.137 di loro. Al secondo posto la Gran Bretagna (4.688), seguita dalla Svizzera (4.103). Quarta la Francia (2.946), sesti gli Usa (2.192), settima la Spagna (2.081), ottava l’Argentina (2.058), nono il Brasile (1.768), decimo il Belgio (1.012).
A partire dal primo luglio 1990 sono ben 2.320.645 gli italiani complessivamente espatriati dal nostro Paese, 595.586 dei quali appartenenti alla fascia 20-40 anni. Il dato non ha mai smesso di crescere a partire dal 2006, quando il loro numero superava di poco i due milioni. Ma l’incremento degli espatri nel 2012 (+30,1%) rappresenta un vero e proprio boom, mai verificatosi nei precedenti sei anni: la crescita più forte si era infatti registrata nel 2008 (76.088 espatri, +10% sull’anno precedente). Neppure nella fascia 20-40 anni, la più giovane e produttiva, si era mai registrato un incremento così rilevante: anche qui il record era riconducibile al 2008, con un +12% rispetto al 2007. Infine, gli italiani complessivamente residenti all’estero al 31 dicembre 2012 ammontavano a 4.341.156, in crescita di 132.179 unità rispetto all’anno precedente.

L’Unità 07.04.13

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