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L'urlo da Roma: «Creare stati generali delle donne»

La manifestazione in piazza del Popolo si è svolta nel migliore dei modi possibili. Anche perché c’erano tutte le generazioni: dalle nonne alle nipotine, dalle ragazze alle madri.

Donne davanti Montecitorio: “Qui regna il c…”
Davanti all’entrata di Montecitorio alcune manifestanti hanno disteso per qualche minuto uno striscione: «Nel Palazzo regna il c…, diamoci un taglio». Sullo striscione, di colore bianco e con la scritta nera, le donne hanno sistemato regali ironici. Le manifestanti indossavano oggetti rossi: molte di loro agitavano ombrelli dello stesso colore, il simbolo – hanno detto – delle escort.

Da Bersani a Bindi: i vertici Pd erano in piazza
In piazza, tra la folla, c’erano molti esponenti del Pd, a cominciare dal segretario Pier Luigi Bersani: “Berlusconi se ne dovrebbe andare da tempo, è questo che gli chiedono le piazze. C’erano i due capigruppo in parlamento, Anna Finocchiaro e Dario Franceschini, oltre a Rosy Bindi e Walter Veltroni.

La piazza inizia a svuotarsi
La manifestazione è finita, è iniziato il deflusso dalla piazza.

Angela Finocchiario: grazie a tutte per aver permesso questo
Angela Finocchiaro legge il lungo elenco delle donne che hanno permesso tutto questo. A partire dalla regista Comencini che ha curato la regia.

Francesca Izzo: creare “stati generali delle donne”
Francesca Izzo, che appartiene a una delle organizzazioni che hanno voluto e promosso questa manifestazione “Se non ora quando?”: “impedita la più radicale delle riforme, far diventare l’Italia un paese per donne. Ma con questa giornata straordinaria abbiamo fatto uscire dall’ombra le questioni che ci stanno a cuore. Non si torna più indietro”. Prossimo apputamento, fa sapere, è l’8 marzo. E poi creare gli Stati generali delle donne italiane aperti anche agli uomini.

Manifestanti a Montecitorio
Un gruppo di manifestanti, sembra oltre un migliaio, che si era staccato dalla manifestazione in corso a Piazza del Popolo hanno invaso la piazza di Montecitorio, scavalcando le transenne e sono giunte davanti alla porta della Camera.

Ogni generazione. E anche uomini
Prevalentemente donne: ragazze, nonne, nipoti, tante generazioni in piazza del Popolo. Ma ci sono anche uomini. Più d’una lo rileva.

Marini, governatore Umbria: non voglio sia cancellato mio lavoro
Katiuscia Marini, sindaco di Todi, governatore dell’Umbria: Il mio lavoro non può essere cancellato da un’immagine delle donne come oggetto di scambio. Scambio sessuale. Non devono esserci scorciatoie per arrivare alla rappresentanza.

Piazza strapiena
La piazza del Popolo è strapiena. Una giovane mamma ha provato a entrare con la carrozzina e la figlia, ma non c’è riuscita. Le vie intorno alla piazza sono così piene che è tornata indietro. Il clima è di festa. Traffico bloccato nei dintorni.

La studentessa si rivolge a Karima
La studentessa: lettera a Karima (preferisce chiamarla così, più che Ruby).

Ginecologa africana: il colore d’Europa è anche il nero
La ginecologa africana ricorda la situazione delle donne non solo europee. E che il colore dell’Italia, e dell’Europa, è anche il nero.

Lunetta Savino: dai monologhi della vagina con ironia
Lunetta Savina, attrice tv, è una delle tante promotrici della giornata. E per il suo intervento prende spunto dai monologhi della vagina. Rileggendoli con ironia.

Alessandra Bocchetti: politica non ha arginato degrado
Non dimentichiamo una classe politica che non ha saputo arginare questo degrado. Attenzione a che la farsa non copra la vera indecenza: le scelte economiche. Attacca governi di destra ma anche di sinistra: tagliano dove bisogna investire (ma dire che hanno fatto lo stesso è ingiusto, ndr). Ottiene applausi e qualche fischio.

Stefano ciccone: questa piazza chiama anche uomini
Angela Finocchiaro introduce un uomo: Stefano Ciccone. Che dice: questa piazza chiama in causa anche gli uomini. Sono qui perché bisogna costruire un percorso dove al centro c’è la libertà e in questo percorso uomini e donne devono andare insieme. La politica – suggerisce – è anche cambiare la qualità delle relazioni. E quanto vediamo sui giornali e nelle cronache rispecchia la cultura del berlusconismo.

Suor Eugenia: dire basta. Appello a uomini e alla Chiesa
Ora è il turno di Suor Eugenia Bonetti, responsabile dell’Ufficio anti-tratta dell’Usmi (Unione superiori maggiori d’Italia): si dice inorridita dal mercato della carne femminile. Attacca il mercimonio. E lancia un appello alle autorità civili ma anche a quelle religiose. Scatenando una selva di applausi. E rivolge un appello al “mondo maschile e maschilista che non si mette in discussione”. «Rivolgiamo un grande appello alla nostra società: è giunto il momento di dire basta e di risalire la china per ritrovare la dignità della donna e per essere al fianco degli uomini perché insieme possiamo ritrovare l’armonia della famiglia e della società».

Susanna Camusso: la misura è colma
E’ il turno di Susanna Camusso, segretario della Cgil: se non ora quando? Perchè la misura è colma, esclama. Vorrei un paese con una sola morale. Quella doppia offende la nostra dignità. Il segretario della Cgil si appella agli uomini: dite “non voglio essere così”. «Questa manifestazione non può essere strumentalizzata politicamente perchè è contro tutti coloro che vogliono violare i diritti delle donne. Basta guardare questa piazza per vedere tante donne che vorrebbero venissero riconosciuti i loro diritti e la dignità di donne». Per la leader sindacale, il messaggio della piazza al presidente del Consiglio è chiaro: «Dimettiti». E alla domanda se l’Italia sia un Paese a misura di donna, la Camusso ha risposto con decisione: «Oggi no, ed è per questo che siamo qui».

Un boato apre la manifestazione
Un boato ha scosso la piazza all’apertura del pomeriggio. Piazza del Popolo. È stato «l’urlo dell’indignazione» come l’hanno chiamato le organizzatrici della manifestazione ‘Se non ora quando?’. Un minuto di silenzio e la piazza è stata avvolta da un’atmosfera irreale. Poi un enorme striscione lasciato scendere dalla terrazza del Pincio con la scritta: «Vogliamo un Paese che rispetti le donne» e l’urlo liberatorio delle decine di migliaia di persone, stipate in una piazza d’un tratto troppo piccola per contenerle tutte.

Angela Finocchiaro: 60% dei laureati è donna
L’attrice, Angela Finocchiaro, fa da conduttrice. Dà i “numeri” delle donne. Che non sono quelli del corpo, ma quelli della discriminazione del lavoro. Ad esempio le laureate sono il 60% dei laureati, ma stipendi e posti non corrispondono.

Giulia Bongiorno: donne protagoniste solo in barzellette
Parla Giulia Bongiorno, avvocatessa, parlamentare di Fli: la parità in teoria c’è, nei fatti ancora no. L’unico contesto in cui vedo le donne protagoniste è quello delle barzellette. Soprattutto se provengono da Arcore (applausi dalla piazza). L’avvocato ricorda l’importanza delle parole: come tra prostituta ed escort. E, da avvocato penalista che si occupa di violenze, ricorda la violenza contro le donne compiute in famiglia.

Susanna Camusso: questo governo è contro le donne
«Questo è un governo che ha sempre fatto una politica contro le donne. Basti pensare che il primo provvedimento è stato quello di cancellare la legge contro le dimissioni in bianco, usate per licenziare le lavoratrici in cinte», dichiara :il segretario della Cgil, Susanna Camusso, a margine della manifestazione. «Siamo qui – spiega – per non sentirci dire ‘perchè siete state zitte?’. Voglio un Paese in cui sia possibile vivere come donne con dignità. Il futuro delle ragazze – ha concluso – è una cosa fondamentale per questo Paese».

Flashmob a piazza del Pincio
«Adesso»: così le donne e gli uomini dalla terrazza del Pincio hanno risposto al palco di piazza del Popolo che chiedeva «Se non ora quando?». Il flashmob è parte della manifestazione che si sta tenendo nella Capitale a difesa della dignità delle donne. Dalla terrazza del Pincio i manifestanti si stanno dirigendo in corteo verso piazza del Popolo. Dalla terrazza è stato srotolato un striscione rosa con lo slogan «Vogliamo un Paese che rispetti le donne tutte».

da www.unita.it

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Tg1: donne in piazza?
Prima gli altri, poi pochi cenni
donne piazza popolo 6
In Italia oggi è successo qualcosa di unico e senza precedenti. Manifestazioni delle donne, per la dignità delle donne, per risollevarci dal baratro in cui è finita l’Italia grazie al signor bunga-bunga. Ma per il Tg1 la notizia non merita certo l’apertura della serata. E neppure approfondimenti speciali. Nonostante sia accaduto qualcosa di speciale: qualunque cronista lo sa.

Tutt’altro. Prima i titoli vanno sui migranti e i loro sbarchi (per i quali Berlusconi dovrebbe rimangiarsi molte parole). Poi l’Egitto. Con servizi di approfondimento. Dopo l’Algeria. Dopo 8 minuti ancora le manifestazioni delle donne hanno meritato appena un accenno. Le dimostrazioni di ieri in Algeria passano avanti.

E il servizio? Lampo, un servizio-lampo. Meglio non dedicarvi troppo tempo, quindi?

www.unita.it