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E il papà di Montalbano ci ripensa “Niente astensione, voto democratico”

La Repubblica
ROMA – Montalbano per la prima volta ha paura. Paura della prospettiva «oscena» di un nuovo avvento berlusconiano. Di dodici anni («Come minimo») di un Cavaliere che è «un vero extraterrestre della democrazia» e di un´Italia che, «come la cicala, si ritroverà con le pezze al culo». Fino alla prospettiva più fosca, un po´ apocalittica, «del ritorno al medioevo».

Sono le ragioni, anzi le fobie, che hanno convinto in questi ultimi giorni il “padre” dell´ispettore siciliano, Andrea Camilleri, a votare. Perché lo scrittore, iscritto al partito dei delusi dagli errori del centrosinistra, per la prima volta in 82 anni, aveva deciso di dare forfait. Da questa mattina sul sito micromega.net sarà visibile il video della conversazione sulle imminenti elezioni tra lo scrittore e il direttore della rivista, Paolo Flores d´Arcais, che proprio nell´editoriale dell´ultimo numero aveva fatto analoga «autocritica», convertendosi al voto e al voto «utile» per il Pd.

Camilleri aveva declinato l´invito a scrivere su quel numero una sua dichiarazione di voto, al pari di altri scrittori e volti noti: la scelta dell´astensione era amara e lui non aveva voglia di parlarne. Ora racconta che ci ha ripensato. Andrà al seggio e voterà per la coalizione Veltroni-Di Pietro.

Le sue riserve su quanto il centrosinistra non abbia fatto nei due anni di governo (leggi «vergogna» e conflitto di interessi in testa) restano, ma si dice convinto che con l´attuale sistema elettorale la preferenza al Pd sia l´unica soluzione per evitare una prospettiva che non esita a definire «oscena». La tesi da cui muove lo scrittore è semplice: Berlusconi «non conosce neppure l´alfabeto della democrazia».

Quindi, si rivolge ai giovani e a tutti coloro che hanno partecipato in questi anni ai «movimenti», dai girotondi ai «No Dal Molin di Vicenza», ricordando loro che con un governo Veltroni le lotte potranno continuare, con lo strapotere di dodici anni del Cavaliere «non si potrà più fare nulla». «Il fatto – incalza nel video – è che quest´uomo inquina talmente la vita italiana nella sua interezza da costringerci a votare per Veltroni, pur se non convinti, perché è l´unico vero oppositore».

I toni di Camilleri si fanno cupi. «Berlusconi è qualcosa che non ci appartiene. È un extraterrestre rispetto alla democrazia. Non ha la più lontana concezione di cosa possa essere una democrazia. A denti stretti arrivo a dire che perfino Fini potrebbe essere oggi il leader di una desta che adotta il nostro stesso vocabolario. Certo, le parole che poi sceglierebbe sarebbero assai diverse dalle nostre. Il vocabolario di Berlusconi invece è incomprensibile. Va decrittato. D´altronde, lui è il fratello di latte di Putin».

Ma la vera preoccupazione dello scrittore attiene al quadro economico, prima ancora che morale e politico, di un Paese che si ritrovi per dodici anni alle prese con la cura del leader Pdl. «Se è vero che gli italiani votano pensando alle loro tasche, sappiano che è meglio pagare una tassa in più con il centrosinistra che risana l´economia nazionale, piuttosto che ritrovarsi come la cicala e la formica con le pezze al culo quando il signor Berluconi lascerà il potere». E poi fra dodici anni, scherza ma non tanto lo scrittore, «saranno problemi vostri: con i miei 82 anni mi viene da dire che fortunatamente io non ci sarò. Ma chi è molto più giovane deve pensarci bene. Dodici anni di Berlusconi possono veramente portare l´Italia al Medioevo».

Quindi occorre un voto utile alla causa, da destinare alla coalizione Veltroni-Di Pietro. Con un plauso speciale all´ex pm che ha aperto le liste alla società civile e che ha candidato Pancho Pardi, tra i leader dei girotondini. «Un uomo come lui – conclude Camilleri – va recuperato alla politica nelle istituzioni».

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