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Ignazio Marino: «Rispetto per il dramma, adesso serve una legge»

Intervista di Caterina PasoliniLa Repubblica 14 novembre 2008

Non vuole parlare di vittoria Ignazio Marino, senatore pd e medico, «troppo dolore in questa famiglia straziata da 16 anni di lotte giudiziarie per rispettare il volere della figlia». Ma di rispetto della democrazia e della Costituzione sì.

Come giudica la sentenza?
In linea con la Costituzione, con l´articolo 32 che sancisce il diritto ad essere assistiti nel miglior modo possibile ma non obbliga a curarsi. Quando è stata scritta situazioni come quella di Eluana non erano immaginabili, non esisteva la nutrizione, la respirazione artificiale, non era pensabile che si fosse vivi ma non lucidi, incapaci di decidere del proprio destino.

Quindi ora ci vuole una legge?
Sì, i magistrati sono intervenuti davanti al fatto che in 4 legislature il parlamento non è riuscito a farla. Penso ad una legge che consenta di dare indicazioni sul proprio futuro in base alla libertà di scelta secondo la propria cultura o fede. Una legge secondo la quale una persona possa decidere di farsi sottoporre in caso di incoscienza a tutte le terapie esistenti o futuribili, ma anche che rispetti il no di chi si rifiuta. Una legge che protegga il volere di chi non vuole vivere in una rianimazione per vent´anni in stato di vegetativo persistente come Eluana. Questa è la democrazia.

A chi parla di omicidio, di eutanasia?
Rispondo che non sanno di cosa parlano. L´eutanasia è dare veleno per terminare la vita, qui si interrompono cure, si prende atto del fatto che la medicina non può fare più nulla e non vi è speranza di recupero. Costringere una persona a sottoporsi a delle terapie significa rischiare l´idolatria tecnica, la rinuncia all´umanesimo, e forse una rinuncia anche della carità cristiana.

Soffrirà Eluana?
Nel suo stato non ha nessuna sensazione né può provarla. E quindi non soffrirà ne fame né sete, se ne andrà come morivano tutti prima dell´invenzione della nutrizione artificiale, smettendo di bere e mangiare.

E ora?
Mi auguro che ci sia rispetto per il dramma di Eluana, di Beppino che andrò a trovare. Gli ho parlato poco fa, sente di aver fatto quello che lei avrebbe voluto, ma è un momento di sofferenza inimmaginabile per un padre accompagnare la figlia dalla vita alla morte.

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