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E’ omicidio volontario

Nuova sentenza per Thyssen Krupp. Intanto nuove morti bianche nel bolognese

“È una sentenza storica”. Questo è stato il primo commento del procuratore Guariniello in merito alla sentenza per il rogo alla Thyssen Krupp di Torino: il giudice Francesco Gianfrotta ha accolto tutte le tesi sostenute dall’accusa con il rinvio a giudizio di sei imputati e dell’acciaieria nella veste di persona giuridica. L’amministratore delegato Harald Espenhahn dovrà rispondere di “omicidio volontario con dolo eventuale”.

A quasi un anno dalla tragedia in cui persero la vita sette operai, si è arrivati ad una clamorosa svolta nel processo che avrà inizio il prossimo 15 gennaio in Corte d’Assise. Oltre all’ammistratore delegato, sul banco degli imputati siederanno Cosimo Cafueri, Daniele Moroni, Gerald Prigneitz, Marco Pucci e Giuseppe Salerno, tutti rinviati a giudizio per “omicidio colposo con colpa cosciente”.

Nell’ordinanza del Giudice dell’Udienza Preliminare si legge che ad Harald Espenhahn si è “rappresentata la concreta possibilità del verificarsi di infortuni anche mortali sulla linea Apl5” dello stabilimento di Torino, e ha “accettato il rischio”. L’amministratore delegato, sebbene fosse a conoscenza delle deficienze di sicurezza nell’acciaieria “prendeva dapprima la decisione di posticipare dal 2006/2007 al 2007/2008 gli investimenti antincendio per lo stabilimento di Torino pur avendone già programmata la chiusura”, e poi “la decisione di posticipare l’investimento per l’adeguamento della linea 5 ad epoca successiva al suo trasferimento da Torino a Terni”.

La sentenza è stata accolta con grande contentezza dai parenti delle vittime, alcuni dei quali hanno dichiarato ai cronisti “è la nostra prima vittoria. Grazie Guarianiello”. Il pm che insieme a Laura Longo e Francesca Traverso rappresenta l’accusa ha commentato: “è una sentenza storica, non è mai successo che si sia arrivati al rinvio a giudizio sia delle persone fisiche che delle persone giuridiche, riconoscendo in un caso anche l’omicidio volontario”.

Purtroppo quasi in concomitanza con il primo esito del processo alla Thyssen Krupp, le stragi sul lavoro non conoscevano tregua. A Sasso Marconi, a pochi chilometri da Bologna, un’esplosione in un’azienda produttrice di gomma – Marconigomme – uccideva Fabio Costanzi, 56 anni, direttore tecnico della fabbrica e Iadav Ranjaz, 45 anni, operaio indiano. La causa dello scoppio è stato un problema al miscelatore per la fusione della gomma. I due dipendenti stavano operando ad mescola sperimentale con fusione superiore ai 100 gradi. Anche altri tre operai sono rimasti feriti nell’esplosione.

Lo stabilimento è stato posto sotto sequestro dal pm Marco Mescolini. L’inchiesta è stata aperta per omicidio colposo e per il momento non ci sono indagati in attesa di avere un rapporto tecnico definitivo sulle cause dell’esplosione.

Molti i commenti politici sulla sentenza e sulle nuove morti bianche. Per Sergio Chiamparino, sindaco di Torino e ministro ministro ombra del PD la sentenza “interpreta la forte domanda di giustizia che sulla tragedia Thyssen Krupp proviene da tutta la comunità torinese”.

Per il vice ministro ombra del Lavoro, Cesare Damiano “l’incidente di Bologna testimonia la necessità di non abbassare la guardia sulla sicurezza del lavoro. In questa nuova tragedia vediamo accomunati, quasi simbolicamente, un dirigente dello stabilimento e un operaio indiano, a dimostrazione della trasversalità del problema della nuova realtà delle fabbriche. A fronte di questa situazione di quotidiana emergenza aumenta la nostra preoccupazione per gli atti, compiuti dal governo, di depotenziamento delle tutele previste dal testo unico sulla sicurezza, operati a partire dai decreti di prima dell’estate. L’esecutivo ha provveduto ad almeno 11 modifiche negative del testo precedente, pubblicato sulla G.U. del 1 maggio di quest’anno, senza alcun accordo preventivo con le parti sociali. Si inizia con la deroga alle norme sulla sicurezza del lavoro, contenuta nel decreto sull’emergenza rifiuti in Campania. Si continua con il cosiddetto decreto ‘proroga termini’, con il differimento: della comunicazione a INAIL e IPSEMA dei dati relativi agli infortuni; delle norme in materia di visite mediche; del documento di valutazione dei rischi, la cui presentazione è spostata al 1 gennaio del 2009. Con l’abrogazione delle misure che prevedevano la responsabilità solidale tra committente e appaltatore per la regolarità delle ritenute fiscali e previdenziali.
Con la manovra Finanziaria viene meno l’obbligo, per i datori di lavoro e i dirigenti, di munire i lavoratori di apposita tessera di riconoscimento nei cantieri dell’edilizia; si modificano alcune norme in materia di orario di lavoro, variando le definizioni di lavoratore notturno e di lavoratore mobile; si consentono deroghe a contratti aziendali e territoriali in materia di riposo giornaliero, pausa, modalità di organizzazione del lavoro notturno e durata dello stesso; con la formula della semplificazione si consente, al datore di lavoro, nei casi di effettuazione di lavoro straordinario e di lavoro notturno, di eliminare l’obbligo di informare la direzione provinciale del lavoro. Infine, è esclusa la sanzione della sospensione dell’attività imprenditoriale in caso di reiterata violazione della disciplina in materia di durata massima dell’orario di lavoro, di riposo giornaliero e settimanale. Come si vede non si tratta di interventi episodici ma di un disegno organico che porterà gravi conseguenze a danno della tutela dei lavoratori”.

“Per la prima volta in Italia una Corte d’Assise discuterà di morti sul lavoro: è una occasione storica, speriamo che rappresenterà davvero uno spartiacque e che tante cosa cambieranno in questo paese, a cominciare dai comportamenti di quelle imprese che non rispettano le norme sulla sicurezza sul lavoro”. Lo ha dichiarato Antonio Boccuzzi, sopravvissuto al rogo del 6 dicembre 2007 e oggi deputato del PD, dopo aver appreso la notizia del rinvio a giudizio dei sei imputati per il rogo della Thyssenkrupp. Boccuzzi ha aggiunto che “da oggi tante persone vittime di incidenti sul lavoro o i familiari di chi non è sopravvissuto guardano alla causa contro la Thyssen con la speranza di vedere riconosciuti i propri diritti e quelli dei propri cari”.

“Ancora due morti e tre feriti. E’ il tragico bilancio dell’incidente sul lavoro oggi avvenuto a Sasso Marconi. E mentre continuiamo ad assistere a queste tragedie quasi quotidiane il governo resta inerme. Non solo non applica le nuove norme sulla sicurezza previste dal testo Damiano ma pensa anche a modificarle, depenalizzando le responsabilità delle drammatiche morti”. Lo ha dichiarato Paolo Nerozzi, senatore del PD e vicepresidente della commissione parlamentare d’inchiesta sugli incidenti morti sul lavoro.
“Il PD è vicino alle famiglie delle vittime della fabbrica di Sasso Marconi e, di fronte al loro dolore, chiede l’immediata applicazione del testo unico sulla sicurezza sui luoghi di lavoro voluto da Damiano e approvato dal governo Prodi. Se non si applica quel testo – ha concluso Nerozzi – si è corresponsabili dei tantissimi incidenti e delle troppe morti sul lavoro che avvengono in Italia”.

“Due operai morti, un italiano di sessant’anni e un indiano di quarantasei, e tre feriti. L’incidente di Sasso Marconi avviene nel giorno dell’udienza preliminare dell’incendio alla Thyssen Krupp, cos’altro ci vuole per agire subito in difesa dei lavoratori e delle loro famiglie? Assieme alle imprese e ai sindacati dobbiamo combattere la guerra alle morti bianche. E il primo passo da fare spetta al governo, non smantellando il Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro, ma attuandolo. O forse sono altre le priorità?” Lo ha dichiarato Achille Passoni senatore del PD.

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