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“La lezione di democrazia degli studenti di Pechino”

Giuseppe Boschini, segretario cittadino del Pd di Modena, ricorda il sacrificio dei giovani studenti di Pechino, a vent’anni dai fatti di Piazza Tien An Men

Vent’anni fa, nella notte tra il 3 e il 4 giugno 1989, l’esercito cinese, per ordine di Deng Xiaoping, dopo aver esautorato il riformista Zhao Ziyang, reprimeva nel sangue le manifestazioni promosse dagli studenti dell’Università di Pechino, impegnati in un prolungato sciopero della fame per chiedere più democrazia, risanamento dell’economia e lotta alla corruzione. In gioco vi era –per dirla con le parole di Tiziano Terzani- la “natura totalitaria” del comunismo cinese che “ha eliminato ogni discussione, ha frustrato ogni ripensamento”. Il numero delle vittime ancora oggi è imprecisato: secondo Amnesty International, comprese le epurazioni e le condanne avvenute nei mesi seguenti, le vittime non furono meno di mille.

Di quei giorni, che precedettero i mesi della caduta del muro di Berlino, è fondamentale ricordare la passione civile espressa dai giovani cinesi, la loro richiesta di vivere in un sistema politico realmente aperto all’ascolto e alla partecipazione dei cittadini e delle forze civili e sociali. Il coraggio con cui furono fronteggiati a mani nude i carri armati rimane una icona universale di nonviolenza. Il loro sacrificio deve essere ricordato perché è alla base della attuale trasformazione sociale della Cina, in cui però ancora troppi diritti umani e civili sono violati, con il ricorso diffuso alla pena di morte e i limiti imposti alla libertà di espressione, informazione e protesta.

Il Partito Democratico, a vent’anni di distanza, non può che ricordare con commozione e partecipazione profonda la piena attualità della lezione di coraggio e democrazia degli studenti di Pechino.

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