Mese: Maggio 2010

«La grande disillusione», di Barbara Spinelli

A prima vista, si direbbe che due siano ormai le visioni della crisi divampata nel 2007, e dei modi di sormontarla in Italia. Da una parte c’è il film proiettato dal presidente del Consiglio per anni: la crisi è un fulmine, che non turba il cielo sereno sopra le nostre teste. La chiamano crisi, ma non è tale. Sono i giornali, le istituzioni internazionali, ad angosciarci con le loro aritmetiche cupe. Dovrebbero tacere, lasciar fare i governi. Ben diversa la visione di Tremonti, che usa metafore tutt’altro che confortanti: «La situazione non è bella. Siamo alpinisti aggrappati a una parete verticale, non possiamo traccheggiare». Tremonti vede il disastro ma anch’egli proietta un suo film, quando paragona il marasma a un videogioco. Sullo schermo irrompe un mostro, dal nulla: o lo uccidi o perisci. Non c’è sguardo lungo. Abbatti l’orco, e passi al successivo. Non c’è tempo per traccheggiare ma neppure, molto, per pensare. Inoltre il videogame puoi spegnerlo. Così muore il reality show che Berlusconi manda in onda sin da principio: un mondo finto, chiuso. …

«L'ultima di Tremonti: chiudere gli enti di ricerca», di Pietro Greco

Il decreto che il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha portato al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per cercare di evitare all’Italia l’epilogo della Grecia è piuttosto vasto e articolato. È un libro di 150 pagine, i cui contenuti sono stati fortemente criticati sia dalla CGIL sia dai partiti del centrosinistra. In quelle 150 pagine, elaborate dal Ministro dell’Economia Giulio Tremonti e ai suoi collaboratori, ci sono varie tabelle. Una riguarda l’elenco degli enti inutili che vanno soppressi. Questo lungo elenco contiene, a sua volta, una piccola tabella che riguarda gli Enti di ricerca pubblica vigilati dal MIUR, ovvero del Ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca diretto, pro tempore, del Ministro Mariastella Gelmini. In questa piccola tabella sono elencati, in apposita colonna, gli Enti pubblici di ricerca che vengono soppressi. Si tratta, nell’ordine: della Stazione Zoologica “A. Dohrn”; dell’Istituto nazionale di ricerca metrologica (INRIM); dell’Istituto Nazionale di Alta Matematica “F. Severi” (INDAM); dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF); dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS); dell’Istituto di studi giuridici internazionali. Che ne sarà di …

Intercettazioni: il governo fa un passo indietro…e inciampa

A volte la toppa è peggio dello strappo. È un peccato che il Pdl non abbia dato retta a questo saggio detto popolare per evitare una brutta figura per se e l’ennesimo danno al Paese. Dopo il vergognoso ddl intercettazioni, arrivano gli emendamenti, se è possibile ancora più deleteri del testo messo a punto dalla commissione Giustizia del Senato. 11 modifiche targate Pdl e Lega e destinate, a loro modo di vedere, a placare il dissenso dell’opposizione, della società civile, della magistratura, dell’informazione e addirittura della stampa estera. Purtroppo i nuovi emendamenti non soddisfano, anzi confermano lo sbando di un governo preoccupato solo di compiacere il capo. Nonostante qualche limatura per quanto riguarda le sanzioni alla stampa e le pubblicazioni delle intercettazioni, negli emendamenti concesse per riassunto dopo la conclusione delle indagini preliminari, rimane il nodo delle intercettazioni ambientali. Per richiederle sono ancora necessari fondati motivi di ritenere che in quel momento sia in atto un fatto criminoso. Un presupposto che di fatto le rende inutilizzabili, praticamente inesistenti. Il Pd ha promesso ostruzionismo in aula …

"Dilettanti allo sbaraglio sulla non autosufficienza", di Chiara Saraceno

Una proposta di legge affronta due temi finora trascurati nel nostro sistema di welfare: le necessità di cura delle persone non autosufficienti e la conciliazione con il lavoro remunerato. Ma la norma riesce a essere contemporaneamente vecchia, ingiusta e inefficace. Perché lo strumento scelto è il pre-pensionamento, che favorisce l’uscita dal mercato del lavoro e non la conciliazione. Perché non adotta un approccio universalista e garantisce condizioni più vantaggiose ai lavoratori pubblici. Perché scarica ancora una volta sulle famiglie l’onere del lavoro di cura. Nella seduta del 14 maggio la Camera ha approvato quasi all’unanimità le “Norme in favore dei lavoratori che assistono familiari gravemente disabili”. (1) Il testo, che ora passa all’esame del Senato, rappresenta la sintesi di ben quattordici proposte di legge presentate da esponenti di pressoché tutte le parti politiche. La norma affronta due temi fin qui troppo trascurati nel sistema di welfare italiano: (1) le necessità di cura delle persone non autosufficienti; (2) la conciliazione tra lavoro remunerato e cura dei familiari non autosufficienti. La soluzione proposta, tuttavia, riesce a essere …

"Molto più di un bavaglio", di Concita De Gregorio

Quel che sta accadendo in Italia è qualcosa che riguarda il mondo intero. Si sta scrivendo una legge che impedisce il lavoro d’indagine, che favorisce le mafie, che imbavaglia la stampa. Confinarla ad una sacrosanta rivendicazione del diritto di cronaca ed accontentarsi di qualche modifica in favore di editori e giornalisti è un errore. Non si tratta solo di mantenere intatta la possibilità di raccontare crimini e malaffare: si tratta prima ancora di non impedire il lavoro di chi indaga. Lasciare la libertà di parola e limitare gli strumenti di lotta al crimine otterrebbe alla fine lo stesso risultato: silenzio. E’ una legge che mette in pericolo il Paese che ci è stato consegnato da chi ci ha preceduto a prezzo di enormi sacrifici. Abbiamo il dovere di conservarlo per chi verrà dopo di noi, il dovere di disobbedire. Fate pure la vostra legge: noi non la rispetteremo. L’Unità 29.05.10 ****** “Scommessa civile”, di Goffredo Fofi È l’ora dell’impazienza, speriamo. Diceva Camus nell’Uomo in rivolta che è «con la perdita della pazienza (…) che comincia …

"Silenzio tombale sulle riforme" di Michele Ainis

C’è ancora qualcuno che se ne rammenta? Succedeva durante la prima decade d’aprile: il ministro Calderoli saliva al Colle per consegnare in anteprima al suo inquilino una bozza organica di riforma della Costituzione; il presidente Fini s’inalberava per non essere stato consultato; il presidente del Consiglio Berlusconi un po’ prendeva le distanze dal ministro, un po’ ammetteva che sì, nella bozza Calderoli c’era già – nero su bianco – un’idea condivisa dal governo; a sua volta l’opposizione un po’ difendeva la controbozza Violante, un po’ dava appuntamento alla maggioranza in Parlamento; e in Parlamento il presidente Schifani s’affrettava a prenotare l’aula del Senato per la prima lettura, per l’apertura dei cantieri. Insomma per un paio di settimane in Italia non s’è parlato che di semipresidenzialismo, riduzione dei parlamentari, Senato federale, nuovo Csm, nuova Consulta, nuova Repubblica. E adesso? Sono volate altre sei o sette settimane, ma è come se fossero trascorsi sette secoli. Sulla scena pubblica sfilano ben altri temi: Criccopoli, la legge sulle intercettazioni, la manovra economica. L’urgenza di correggere la forma di governo …

"Manovra economica ed evasione fiscale", di Vincenzo Visco

Dell’evasione in Italia si sa praticamente tutto. Il problema di fondo consiste nel fatto che vi sono redditi completamente tracciabili e tracciati e altri che non lo sono. Se si ritiene che la riduzione dell’evasione sia utile, andrebbero reintrodotte integralmente le misure varate dal governo Prodi e subito abrogate dal governo Berlusconi. Con un passo ulteriore: grazie all’anagrafe dei conti bancari è possibile oggi richiedere agli intermediari finanziari la trasmissione al fisco dei saldi finali annuali di tutti i contribuenti, come avviene in altri paesi. Sull’evasione fiscale in Italia si sa praticamente tutto: si conosce il suo ammontare (circa 120 miliardi); la sua distribuzione territoriale a livello sia delle regioni che delle province (l’evasione complessiva è più alta al Nord che al Sud, ma l’evasione delle imprese e dei lavoratori indipendenti è più alta al Sud). Così come si conosce l’incidenza rispetto alle diverse tipologie di reddito: è molto ridotta per i redditi da lavoro dipendente (3-4 per cento); inesistente per le pensioni (ma presente presso i pensionati che hanno un’altra fonte di reddito, spesso …