Giorno: 1 Settembre 2010

"Se si uccide la scuola pubblica", di Sofia Toselli*

Si riapre un nuovo anno scolastico all’insegna dell’incertezza e del disorientamento. La scuola superiore in particolare è nel caos più totale. Tagli di organico, di materie, di ore di lezione. Persino nelle classi già avviate si cambia in corsa. Mentre l’assenza di un organico funzionale, classi più numerose, la mancanza di risorse, il ritorno ad un lavoro individualista e autoritario, l’introduzione di indicazioni nazionali povere culturalmente con obiettivi di apprendimento impraticabili, disegnano uno scenario particolarmente pesante: aumenteranno disagio, demotivazione, dispersione; si allontaneranno gli obiettivi di Lisbona; non miglioreranno gli esiti delle prove Ocse-Pisa. Oggi ci troviamo di fronte a un processo di ridefinizione del ruolo della scuola pubblica, espropriata della sua funzione costituzionale: quella di creare inclusione, di rimuovere i condizionamenti sociali, gli ostacoli all’uguaglianza. Anzi, le disuguaglianze di partenza sono diventate il criterio con cui viene ripensato il nuovo modello scolastico. Sembrerebbe che, attraverso la scuola, si stiano creando le condizioni perché i più deboli siano messi ai margini della società in modo definitivo e irreversibile. Altro che scuola del merito e della qualità. …

"La disoccupazione c'è ma non fa notizia", di Tito Boeri

Quei 15 milioni e oltre di nostri connazionali che nel 2009 hanno ridotto i consumi di beni di prima necessità, come pane e zucchero (addirittura in termini nominali, vale a dire senza tenere conto dell´inflazione), in questo mese d´agosto 2010 devono essersi sentiti come il ragionier Fantozzi. Inseguiti da una nuvoletta nera che si ostina a fare cadere pioggia esclusivamente sulla loro testa, mentre tutt´intorno c´è un cielo azzurro, che più azzurro non si può. Ieri nessun cenno nei titoli di testa del Tg di maggiore ascolto delle 80.000 persone che sono uscite dalle forze lavoro nel mese di luglio, secondo i dati appena resi pubblici dall´Istat. Sarebbero suonati in stridente contrasto con l´apertura di Tg1 e Tg5 del 6 agosto (insieme visti da quasi 12 milioni di telespettatori) che aveva narrato di un´industria che «vola», di una produzione industriale tornata «al top dal 2000». Purtroppo la nostra produzione industriale è tuttora di circa il 21 per cento al di sotto dei livelli del secondo trimestre del 2008, prima dell´inizio della crisi. Nei titoli di …

Nessuna alternativa all'ora di religione: scuola padovana condannata dal tribunale

L’istituto Vivaldi dovrà risarcire i genitori, dichiaratisi atei, di una bimba che aveva scelto di non seguire l’insegnamento. Il Tribunale Civile di Padova ha condannato a un risarcimento danni di 1.500 euro l’Istituto Comprensivo Vivaldi di Padova e il Ministero dell’Istruzione, per «comportamento discriminatorio indiretto» connesso alla religione a scuola. A promuovere la causa due genitori padovani, dichiaratisi atei, che lo scorso anno scolastico hanno scelto di non far partecipare la loro bambina all’ora di religione. Ma all’elementare cui era stata iscritta la figlia non era previsto l’insegnamento alternativo alla religione. I due genitori hanno così presentato ricorso in Tribunale contro la scuola vedendosi riconosciuto il risarcimento. I giudici del Collegio hanno stabilito nella sentenza che gli insegnamenti alternativi sono «facoltativi ma devono essere offerti obbligatoriamente per rendere effettiva la scelta compiuta dallo studente». il gazzettino.it 31.08.10

Gheddafi show: il biglietto costa 5 miliardi

Dopo le 500 hostess e la tenda sulla Cassia, il colonnello pretende 5 miliardi di euro per impedire il passaggio dalle coste libiche a quelle italiane altrimenti “farà nera l’Europa”. Il governo si prostra, il PD attacca: “Diritti umani calpestati per curare gli affari di famiglia del premier”. 5 miliardi di euro per non “fare nera l’Europa”. Non è una metafora, è un ricatto. Quello di Muammar Gheddafi, che da circa tre giorni, grazie al polso tremante del governo, ha fatto di Roma lo scenario delle nuove follie dell’imperatore. Prima l’incontro per convertire le 500 ragazze pagate per per pendere dalle sue labbra, poi le richieste assurde, avallate da un Presidente del Consiglio, il nostro, che non fa altro che prostrarsi ai piedi del dittatore libico, arrivando addirittura a baciargli la mano ad occhi chiusi, in segno di adorazione mistica. Questa volta Gheddafi non vuole una tenda in Via Cassia (quella l’ha già avuta), pretende 5 miliardi per bloccare gli sbarchi sulle coste italiane. In caso contrario la Libia lascerà correre, riversando frotte di disperati …