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"Senza sviluppo non c'è benessere", di Laura Matteucci

Io vedo in giro delle Ferrari, qualcuno in questo Paese s’è arricchito. La domanda è: a spese di chi? L’impoverimento medio è un fatto accertato, confermato da molti indicatori, i dati sul pil, sui consumi, adesso anche dagli ultimi della Cgil sulla perdita di potere d’acquisto dei salari. Del resto, anche quelli di Confindustria sul crollo della produttività oraria sono un altro lato della stessa medaglia. L’Italia arretra: qualcuno è diventato più ricco, anche molto, ma la maggior parte degli italiani è tangibilmente più povera».Giacomo Vaciago, direttore dell’Istituto di economia e finanza alla Cattolica di Milano,commenta lo studio Ires-Cgil sulla crisi dei salari, che hanno perso oltre 5mila euro di potere d’acquisto in 10 anni. Perchè indietreggiamo, professore? «In questi anni abbiamo fatto l’elenco dei capri espiatori, dall’euro alla recessione, che in questo caso, trattandosi di uno studio relativo all’ultimo decennio, non può certo essere la causa principale. Io credo che il problema sia lo sviluppo, che nessun governo si è mai posto come priorità. Adesso Emma Marcegaglia (leader di Confindustria, ndr) esorta ad una politica di sviluppo, intendendo proprio che in sua assenza saremo sempre più poveri. Ma a chi si rivolge, ad un governo che pensa a tutt’altro e che ormai da sei mesi dello sviluppo non ha più nemmeno il ministro? Attenzione, poi: l’idea di sviluppo implica cambiamento, innovazione, gli unici elementi che consentono un aumento del reddito, mache in genere non sono molto apprezzati dagli imprenditori». Il cambiamento in sè è sempre positivo? Anche le ultime mosse di Marchionne possono essere viste in quest’ottica… «Marchionne dice “investimenti a fronte di maggior lavoro”: senza entrare nel merito, si tratta di un patto tra lui e i suoi operai. Qui è l’intero Paese che non funziona, e che francamente non farei gestire a Marchionne. Piuttosto, c’è un altro problema molto serio connesso allo sviluppo di cui tener conto». Quale altro problema? «Lo sviluppo è il prodotto di una strategia Che può dare risultati apprezzabili solo sul medio-lungo periodo. Questo significa che non solo il presente, ma ormai anche i prossimi anni ce li siamo già giocati. Siamo fermi alla tattica, al che fare domani, a come tappare le falle che si aprono di continuo. La strategia è tutt’altra cosa, e implica energie da spendere, scelte da compiere e da portare avanti. Invece: il governo ha varato la legge sul nucleare, ma siccome forse si andrà a votare nessuno parla dei siti su cui dovrebbero sorgere le centrali. Questo Paese è abbandonato a se stesso». Non c’è anche una questione di eccessiva pressione fiscale sui redditi da lavoro dipendente? «Più che altro, c’è una gravissima questione di evasione fiscale: alcuni pagano tutto, troppi non pagano niente. E questo incide anche sulla qualità della spesa pubblica: nessuno si cura degli sprechi, per esempio, perchè tanto a pagarli sono sempre gli altri, quelli che alle tasse non sfuggono mai. Non c’è alcuna logica di responsabilità fiscale. L’evasione fiscale accompagna la mancanza di sviluppo nel determinare uno stimolo sempre più debole alla crescita economica».

L’Unità 28.09.10