Mese: Settembre 2010

"Scienziati italiani in classifica" di Mauro Degli Esposti

Recentemente stilata dalla Via-academy, la classifica dei migliori scienziati del nostro paese permette di dare uno sguardo d’insieme all’impatto scientifico degli italiani nel mondo. Con qualche sorpresa. Intanto, non tutte le discipline esportano lo stesso numero di cervelli. I rettori non sono in genere i primi della classe. E in più, il nuovo sistema mette in discussione consolidate classifiche dei professori più bravi ottenute con altri metodi. Per la prima volta è possibile dare uno sguardo d’insieme all’impatto scientifico degli italiani nel mondo. La classifica dei top italian scientists stilata recentemente dalla Via-academy produce una sintesi del meglio della ricerca italiana sulla base dell’indice “h” di Hirsch. Calcolato con un metodo omogeneo per tutte le discipline, il valore di “h” misura l’impatto degli scienziati italiani che lavorano in Italia o all’estero. Qui presento una sintesi di nuove informazioni che emergono dall’analisi della classifica, che ora contiene 578 nomi. In primo luogo, quanti e dove sono i bravi ricercatori italiani? Queste domande non avevano finora una risposta esauriente. IL METODO Come sono stati selezionati i nomi …

"La ripresa rallenta, Paese in declino, persi 480mila posti di lavoro in 3 anni", di Roberto Mania

Polemica da parte dell´Agenzia delle entrate: le imprese non riconoscono i nostri sforzi. L´Italia è un paese in declino che rischia davvero di perdere il treno della ripresa. Essere fuori dalla recessione non vuol dire essere fuori dalla crisi. L´ultimo rapporto del Centro studi della Confindustria non lascia spazio al facile ottimismo. Anzi. «Nella ripresa la performance dell´Italia è tra le peggiori, così come lo era stata nella recessione. La crisi ha portato bruscamente al pettine i nodi strutturali che rendono meno attrattivo e dinamico il paese», sintetizza il report illustrato ieri dal direttore del Centro studi Luca Paolazzi. Dunque un´economia che cresce poco (+1,2 per cento quest´anno e +1,3 il prossimo rispetto a un +1,6 previsto in precedenza), con meno occupati (ne abbiamo già persi 480 mila nella recessione e solo il prossimo anno cresceranno dello 0,4 per cento), con consumi sostanzialmente fermi (+ 0,4 per cento nel 2010 e + 0,7 per cento nel 2011). Un´Italia che con questi ritmi, e le sue zavorre, tornerà ai livelli di crescita pre crisi solo nel …

"Comprati e svenduti", di Lietta Tornabuoni

Il modo in cui si parla e si scrive di compravendita di deputati da parte del presidente del Consiglio, di un suo sperato «montepremi», di mercato, offerte, prezzi eccetera, è vergognoso. Naturalmente potrebbe essere una faccenda di linguaggio, l’adozione di una maniera di parlare sbrigativa e priva di ogni ipocrisia, l’uso di una disinvoltura magari brutale però schietta: ma non è così. I termini esprimono esattamente quanto si vuol dire, corrispondono a concrete certezze. L’ipocrisia c’entra poco: il punto è che evidentemente si considerano i voti parlamentari una merce acquistabile come tante altre, si ritiene che in politica (e non soltanto in politica) tutti possano essere comprati & venduti. E’ vero? Non è vero affatto: è un’idea che appartiene esclusivamente a un gruppo e che può contagiare la gente. E’ vero invece che s’è perduta una sensibilità democratica, che si è acquistato un disprezzo della morale. Il ministro Gelmini, ad esempio, se deve parlare di una fascia di lavoratori della scuola che si oppone alle sue iniziative, dice di non farne alcun conto «perché sono …

"La corda del Senatùr", di Mario Lavia

Per come si sono messe le cose, il finale sembra già scritto: la Lega, esausta, stacca la spina, la corda si spezza e il governo Berlusconi se ne va a casa. Obiettivo: le urne. Per fare il pieno al Nord, proseguire nell’opera di penetrazione al centro, raccogliere malcontenti di vario tipo e proiettarli su un terreno “di lotta e di governo”. Perché a Bossi sta bene tutto tranne una cosa: la politichetta tardo-prima repubblica, il tirare a campare senza una meta, il bordeggiamento che scivola inevitabilmente nel trasformismo. Allora la verità la sanno tutti. L’Umberto di oggi pare il Craxi dei governi Andreotti quando sbuffava «mi sto rompendo» con quel che segue. Chi era presente alla sua esternazione alla buvette di Montecitorio di ieri lo può confermare: Bossi si sta stufando. Altrimenti, che senso avrebbe ripetere «sono convinto che era meglio andare al voto, così si evita di stare nel pantano»? Certo – ha aggiunto – Berlusconi è uno «capace» con i numeri, in grado (tradotto, ndr) di impapocchiare una maggioranza al netto dei finiani: …

"Il dietro front della storia", di Gad Lerner

Non sarà dunque per timore della presunta invasione musulmana, ma per l´invenzione ancor meno verosimile di una «minaccia interna» rappresentata dal popolo rom, che l´Europa derogherà dalla sua conquista democratica più significativa, cioè la libera circolazione dei cittadini dell´Unione in tutti i suoi Stati membri? È un brutto scherzo della storia che a farsi protagonista di tale retromarcia sia un presidente francese originario dell´Ungheria, cioè di una nazione tuttora afflitta da pulsioni xenofobe nei confronti di una minoranza già vittima di persecuzioni atroci sul suo territorio. La culla della nozione moderna di cittadinanza, fondata sul diritto comune anziché sul sangue, ha intrapreso un´azione restauratrice di confini superati, quasi che il trascurabile insediamento di alcune migliaia di nomadi potesse davvero determinare un problema di sicurezza per sessanta milioni di abitanti, senza curarsi del precedente gravissimo che verrà di certo strumentalizzato altrove: il ritorno alle frontiere sbarrate, e la penalizzazione di altre minoranze nazionali. A Berlusconi e Bossi non pare vero di mettersi sulla scia di Sarkozy, cavalcando la pulsione reazionaria che non distinguerà certo i rom …

"I nemici del diritto europeo", di Barbara Spinelli

In un’intervista concessa al Figaro, Silvio Berlusconi ha preso ufficialmente le difese di Sarkozy, sull’espulsione dei Rom che divide il governo francese dall’Unione, e ha detto una cosa significativa, che probabilmente ha ripetuto ieri al vertice europeo di Bruxelles e che vale la pena esaminare. Credendo di comportarsi da uomo saggio, esperto in prudenza e tatto, ha criticato le parole pronunciate dal commissario alla Giustizia contro Parigi spiegando che «la signora Reding avrebbe fatto meglio a trattare la questione in privato con i dirigenti francesi, prima di esprimersi pubblicamente come ha fatto». Ha lasciato poi intendere che l’Italia conosce problemi simili a quelli francesi e che anch’egli, come Sarkozy, non tollererà ingerenze esterne nella politica italiana. Non è la prima volta che il presidente del Consiglio si mostra infastidito quando le istituzioni europee rendono pubblici i loro pensieri, le loro inquietudini, le loro regole. Il fastidio si è più volte tramutato in collera, durante la crisi economica iniziata nel 2007, e l’invito a privatizzare la politica europea, che oggi torna a formulare chiedendo che le …

Novellara (RE) Incontro sulla scuola

“Lo squalo a scuola”. Come difendere la scuola pubblica dai danni provocati dalla riforma Gelmini Iniziativa pubblica organizzata dal Circolo PD di Novellara (RE), presso il Circolo ricreativo novellarese, via Veneto 30. Interverranno: Manuela Ghizzoni, capogruppo PD Commissione Istruzione della Camera, Ilenia Malavasi, Assessore prov.le alla Scuola Stefano Mazzi, Assessore com.le alla Scuola