Giorno: 4 Febbraio 2011

"Le notti di Arcore e la notte italiana", di Gustavo Zagrebelsky

Perché siamo qui? Che cosa abbiamo da dire, da chiedere? Niente e tutto. Niente per ciascuno di noi, tutto per tutti. Non siamo qui nemmeno come appartenenti a questo o quel partito, a questo o quel sindacato, a questa o quella associazione. Ciò che chiediamo, lo chiediamo come cittadini. Chi è qui presente non rappresenta che se stesso. Per questo, il nostro è un incontro altamente politico, come tutte le volte in cui, nei casi straordinari della vita democratica, tacciono le differenze e le appartenenze particolari e parlano le ragioni che accomunano i nudi cittadini, interessati alle sorti non mie o tue, ma comuni a tutti. Non siamo qui, perciò, per sostenere interessi di parte. Ma non siamo affatto contro i partiti. Anzi, ci rivolgiamo a loro, di maggioranza e di opposizione, affinché raccolgano il malessere che sale sempre più forte da un Paese in cui il disgusto cresce nei confronti di chi e di come governa; affinché i cittadini possano rispecchiarsi in chi li rappresenta e sia rinsaldato il rapporto di democrazia tra i …

"Le riforme sono impossibili in questo clima", di Luigi La Spina

La coincidenza temporale è stata significativa. I due voti con cui ieri il Parlamento, prima, ha negato l’approvazione del decreto sul federalismo e, poi, ha respinto la richiesta di perquisire l’ufficio di uno dei tesorieri di Berlusconi hanno illuminato, con la massima chiarezza, la situazione in cui si trova la politica italiana. Da un lato, una fondamentale riforma, destinata a modificare radicalmente la struttura istituzionale del nostro Paese, a incidere sulle condizioni di vita degli italiani e sulle loro finanze, parte, se davvero riuscirà a partire, male, senza l’ampio consenso che sarebbe stato necessario. Dall’altro, i ripetuti tentativi dell’opposizione di sconfiggere, in aula alla Camera, la maggioranza si scontrano puntualmente con numeri risicati, sì, ma compatti e persino leggermente in aumento. Quella coincidenza, peraltro, non è solo temporale, ma politica. Dimostra, infatti, come siano indissolubilmente intrecciate questioni legate al futuro dell’Italia, al suo sviluppo economico, alla sua coesione sociale e nazionale, e problemi legati alla figura del suo premier, Silvio Berlusconi. Perché i rappresentanti della Lega e del Pdl, alla cosiddetta «Bicameralina» che doveva approvare …

Camera dei Deputati. L'aula rinvia gli atti alla Procura di Milano: intervento di Dario Franceschini

Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, mi rivolgo a lei anche se, come al solito, non è in quest’Aula, ma segue il dibattito daltelevisore del suo ufficio perché prova un certo disagio ad ascoltare le parole di chi la critica pubblicamente (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Mi voglio, però, rivolgere a lei e parlare oggi di politica, non di indagini perché le indagini sono compito della magistratura, è l’accertamento dei reati, e non per fare moralismo perché sappiamo di non avere i titoli per farlo e perché gli italiani si sono già fatti un’idea per conto loro sugli stili di vita e sulle serate del Presidente del Consiglio. Soltanto di due aspetti dobbiamo parlare perché sono oggetto del voto di quest’Aula. Lei ha spinto la sua maggioranza, con il voto della Giunta per le autorizzazioni, a negare la perquisizione in alcuni uffici. Basterebbe questo per farci un’idea. Lei si proclama innocente e perseguitato e, allora, sappia che una persona innocente ed onesta non ricorre a stratagemmi ed a trucchi, ma, di fronte …

I brutti voti del ministro Gelmini

Appunti in ordine sparso per ragionare sui disastri del governo Berlusconi: dai tagli indiscriminati a risorse e personale, alle scuole meno sicure di quelle albanesi, dal tempo pieno che non c’è al flop sulla valutazione degli insegnanti (a cura di F. Puglisi e G. Belfiori) pubblicato il 3 febbraio 2011 , 86 letture TAGLI PER FARE A FETTINE LA SCUOLA PUBBLICA I tagli sono stati pesanti e indiscriminati, nulla è stato fatto per la “qualità del sistema scolastico”. Le risorse non sono state reinvestite per la formazione degli insegnanti, per la ricerca didattica o la dotazione tecnologica. Solo perdita di posti di lavoro, taglio drastico del tempo scuola, del tempo pieno, degli insegnanti di sostegno e di quelli tecnico pratici che facevano funzionare i laboratori, accorpamento e classi sovraffollate oltre ogni limite di legge. Il Ministro dice che ha aumentato il tempo pieno del 2,5%, ma non è vero: ciò che mette nel suo conto è un tempo lungo a maestro prevalente (‘rottamazione’ dei team didattici), senza compresenze, utili per migliorare l’apprendimento, aiutare i bambini …