Giorno: 15 Febbraio 2011

"Telegiornali, sarà battaglia", di Rudy Francesco Calvo

Il Tg1 perde il primato, il direttore del Tg2 perde la calma: e il Pd chiede le dimissioni di Minzolini. Nuovo allarme per l’informazione targata Rai: l’edizione serale del Tg1 di domenica è stata superata negli ascolti dal Tg5 di Clemente Mimun. Per il Pd è un «punto di non ritorno»: Roberto Giachetti invita i vertici dell’azienda a intervenire con urgenza «perché questa incredibile emorragia di ascolti e di credibilità possa essere tamponata». Il telegiornale guidato da Augusto Minzolini, infatti, ha progressivamente perso ascoltatori e il sorpasso di domenica è solo l’ultimo segnale di crisi. Nell’ambito di un seminario organizzato dai Democratici a Milano per discutere del futuro del servizio pubblico, il segretario Pier Luigi Bersani si è appellato a tutte le forze di opposizione: «Nelle prossime settimane – ha affermato il leader dem – di fronte all’emergenza che si sta ormai verificando, proporrò che le opposizioni si coordinino e organizzino una funzione di osservazione, denuncia ed eventualmente mobilitazione sulla questione dell’informazione, in particolare del sistema dei tg». L’obiettivo è ribadire «l’assoluta esigenza di terzietà …

"Miliardi a Gheddafi e Ue esclusa così il piano italiano ha fatto flop", di Vladimiro Polchi

Il governo ha puntato tutto sul corridoio libico, tralasciando le altre vie di accesso. Il Consiglio per i rifugiati accusa: sbarchi iniziati a gennaio, Roma ha agito tardi e male. E’ la tempesta perfetta. L´onda migratoria è pronta ad abbattersi sulle coste italiane. Gli ingredienti? Disoccupazione crescente, popolazioni giovani, crisi politiche. Il risultato? Oltre un milione di nordafricani guardano oggi al di là del mare. E «l´esodo biblico», di cui parla il ministro dell´Interno Roberto Maroni, rischia di affondare per sempre le politiche migratorie del governo. «L´idea di puntare tutto sull´accordo con la Libia si è rivelata miope – attacca Christopher Hein, direttore del Consiglio italiano per i rifugiati – ci si è limitati a tappare il buco del Mediterraneo centrale, senza badare agli altri buchi che si andavano aprendo: primo, quello via terra, sulla direttrice Turchia-Grecia; secondo, quello ora in partenza dalla Tunisia. È prevedibile che i rifugiati provenienti dal Corno d´Africa e dall´Africa subsahariana usino adesso la breccia aperta in Tunisia per raggiungere l´Italia. Il governo ha sottovalutato il problema, che era già …

"Silvio e le donne", di Francesco Lo Sardo

«Ho visto la solita manifestazione di parte, faziosa (…) Tutte le donne che hanno avuto modo di conoscermi sanno quale considerazione ho per loro, nelle mie aziende e nel governo ho sempre valorizzato le donne al massimo, sono convinto che abbiano una marcia in più». Berlusconi è sotto botta. Berlusconi è in stato confusionale. Ma Berlusconi non è un fesso. Quindi sa perfettamente cosa e quanto rischia. Dopo il voto nordista, dopo il voto legalitario, dopo il voto meridionale, dopo il voto cattolico, è la volta del voto delle donne del centrodestra. Il Pdl sta andando in pezzi, il suo blocco sociale si sta sgretolando. Anche nell’invincibile muraglia del voto femminile che a Berlusconi ha fatto da scudo per tanti anni s’è aperta una falla. Le grandi manifestazioni di piazza delle donne, checché facciano spallucce i caporali del Pdl, hanno fatto male. Nell’entourage di palazzo Grazioli sottovoce, lo ammettono e spiegano il perché: perché quelle mobilitazioni allargano una falla già aperta. Le parole del Berlusconi “valorizzatore delle donne”, materializzatosi ieri mattina al telefono con Maurizio …

"Così con Andreatta battemmo l'inflazione a due cifre" di Carlo Azeglio Ciampi

Ho accettato ben volentieri l’invito di Enrico Letta a ricordare le vicende del 1980-81 che portarono Beniamino Andreatta e me a stipulare quello che è passato alla storia come il “divorzio” tra Tesoro e Banca d’Italia. Sulle qualità di Andreatta, come uomo di studio e di lungimirante impegno civile, mi sono già espresso altre volte, segnatamente in occasione della giornata di studio promossa dall’allora ministro dell’Economia e delle Finanze, Tommaso Padoa-Schioppa, il 13 febbraio 2008. Agli inizi degli anni 80, l’Italia viveva la seconda crisi petrolifera; il livello dei prezzi segnava un tasso annuo superiore al 20 per cento. Da quasi dieci anni l’Italia conviveva con un’inflazione a due cifre, che non ci doveva abbandonare per altri cinque anni. All’assemblea della Banca d’Italia del maggio 1981, interpretando l’anima dell’istituto che mi era stato da poco affidato, indicai tre condizioni per restituire al paese stabilità monetaria: una politica dei redditi volta alla disinflazione; una banca centrale completamente indipendente; il pieno controllo del bilancio pubblico e della conseguente creazione monetaria. Vorrei richiamare, per sommi capi, le tre …

"Testistica INVALSI", di Gabriele Boselli

Vi sarà presto un’ ulteriore tornata di prove INVALSI. Non conosco test e metodi che verranno usati questa volta ma tutto fa pensare che –a parte il numero di alunni coinvolti e l’ inserimento degli alunni del II anno delle scuole secondarie superiori- assomiglino molto a quelli della scorsa annata. Possibili novità a parte, i tempi per compilare le schede saranno ristretti e i quesiti difficili per chi non ha ben sviluppato il pensiero convergente. L’ anno scorso chi scrive non riuscì a espletare tempestivamente il test di lettura per la seconda elementare e altri test lo misero a dura prova. Ricordo per la secondaria di I grado un triangolo inserito in un cerchio che fece impazzire due accreditati docenti di matematica. Come accade anche con le prove OCSE-PISA, ispirate alla stessa ideologia oggettivistica, alla fine saranno probabilmente diffuse dai media sintesi assai negative per l’ immagine della scuola italiana, in quanto derivate da test che avranno tenuto conto solo degli aspetti più facilmente valutabili del rendimento scolastico, quelli esecutivi, “ automatici” o in cui …

«La sfida è partita: Più donne nella politica, più politica per le donne», di Concita De Gregorio

Da oggi chiunque voglia dare una prospettiva alla straordinaria energia che ha attraversato le piazze di domenica dovrà far questo: mettere le donne al centro della politica. Più donne nella politica e più politica per le donne. Il punto fondamentale, come sempre, è l’ascolto. La comprensione: quel che è accaduto domenica è un segnale precisissimo e potente, bisogna coglierlo. La reazione patetica del presidente del Consiglio e il silenzio di chi lo circonda mi fa pensare che a destra l’abbiano capito benissimo. Alle opposizioni di centrosinistra la piazza – questa piazza che non è di nessuno – chiede concretezza, risposte chiare, cambiamento. Unabella sfida. Comincerei a pensare a due o tre cose da fare, fossi un leader politico, poche perché se no non sono vere. Da leader sindacale questo intendo fare, di questo abbiamo discusso stamani in segreteria Cgil: mostrare che c’eravamo e abbiamo capito, dare un segno nell’attività quotidiana. Faremo una grande campagna contro le discriminazioni sulla maternità, riprenderemo la legge sulle dimissioni in bianco, metteremo la donna al centro del discorso sul lavoro …

"E ora è emergenza graduatorie", di Alessandra Ricciardi

Dopo la Consulta, il ministero è a caccia di una soluzione. L’emendamento Pittoni non basta. Letteralmente non sanno che pesci prendere. I vertici del ministero dell’istruzione sono alla ricerca disperata di una soluzione che accontenti tutti e che eviti di dover rifare in corso d’anno le graduatorie e dunque le asunzioni. Va accontenta la Consulta, che ha bocciato l’inserimento in coda alle graduatorie dei docenti perché non meritocratico; la Lega Nord, e con essa la burocrazia scolastica, che spinge perché non si riaprano tutte le graduatorie per gli inserimenti a pettine e non ci siano scavalcamenti di posizioni. E poi, i docenti che hanno fatto ricorso e avevano buone chance di essere assunti con il pettine e ora rivendicano quelle assunzioni; ma anche chi è stato assunto grazie al blocco delle code e ora rischia di vedersi, non per sua colpa, tolto il posto a favore di altri. In tutto ciò, il decreto a cui si dovrebbe tornare, dopo l’annullamento della Consulta, non c’è più. Un bel ginepraio, giuridico e amministrativo, a cui l’emendamento della …