Mese: Febbraio 2011

Draghi: «La crescita stenta da 15 anni Giovani, troppe risorse sprecate», di Stefania Tamburello

Draghi: l’aumento del petrolio potrebbe frenare il Pil dello 0,5%. E’ il momento di aver «più coraggio» nelle riforme perché in Italia la crescita «stenta da quindici anni» mentre dovrebbe procedere a ritmi più sostenuti ed in modo più «equo» e «duraturo» «per «migliorare» le aspettative» delle imprese, delle famiglie e soprattutto dei giovani. Il governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, intervenendo all’annuale assemblea dei tesorieri e degli operatori del Forex, Assiom e Aiaf, torna a sollecitare interventi più decisi per risvegliare l’economia italiana: nel campo dell’istruzione e della ricerca, dove va premiato e valorizzato il merito; nella pubblica amministrazione, per ridurre l’onerosità della burocrazia; nel mercato di lavoro, «fortemente segmentato dove si va dall’estremo della minima mobilità a q u e l l o d e l l a massima precarietà» . E’ «uno spreco di risorse» osserva Draghi denunciando «l’avvilimento» dei giovani, fra i quali il tasso di disoccupazione sfiora il 30%, e i cui salari di ingresso nel mondo del lavoro sono fermi in termini reali da oltre dieci anni. E poi …

"Istituti statali e paritari, tagli per tutti,ma non allo stesso modo", di Alessandra Migliozzi

A subire i colpi più duri è stata la scuola di Stato, che ha dovuto incassare un taglio importante di fondi, classi e insegnanti. Un trend che va avanti fin dall’insediamento dell’esecutivo. Più tagli per tutti, ma soprattutto per la scuola pubblica. Il governo Berlusconi nell’ultimo anno ha portato meno soldi sia nelle casse dell’istruzione statale che di quella privata. Ma a subire i colpi più duri è stata la scuola di Stato, che ha dovuto incassare un taglio importante di fondi, classi e insegnanti. Un trend che va avanti fin dall’insediamento dell’esecutivo. Chiusi 295 istituti. Tanto per fare due conti, fra il 2009 e il 2010 sono state chiuse 295 scuole statali per “razionalizzare” il sistema e contenere la spesa. Le classi tagliate sono state quasi 5mila. Cura da cavallo, poi, per gli organici: tra il 2009 e il 2011 il governo ha messo in conto 87mila cattedre e 45mila Ata (Ausiliari, tecnici e amministrativi) in meno. Le cattedre relative al 2009 e al 2010 sono già volate via: 42mila nel 2009 e più …

"Se l'imputato dà lezioni su scuola e famiglia", di Fabio Lupino

Ma cosa ne sa Berlusconi della scuola e della famiglia italiana? Il premier imputato per concussione e prostituzione minorile si è ieri permesso un giudizio, a suo dire esemplare: gli insegnanti di Stato inculcano cose diverse dai valori familiari. Lo disse nel ‘94 per svilire la scuola pubblica in nome della libera scelta; lo ripete ora, quando, grazie a lui e Gelmini, lo sfascio dell’istruzione è quasi compiuto. Nessun paese occidentale ha così drasticamente disinvestito nel settore come ha fatto, invece, l’Italia in questi ultimi due anni e mezzo. Anzi, i bilanci degli altri hanno visto crescite consistenti sul Pil, malgrado la crisi. Gli insegnanti italiani hanno cercato di mantenere un livello di dignità, con un lavoro invisibile e appunto vilipeso. Cosa ne sanno Berlusconi e Gelmini a quante e a quali problematiche deve provvedere un docente quotidianamente? La scuola pubblica implica un dovere etico, il rispetto di determinati principi, vincoli, la Costituzione per esempio. Quando il premier contrappone la pubblica alla privata (molto ben finanziata dalla Destra) non sa di cosa parla, perché in …

Manifutura 2010: Resoconto degli interventi conclusivi di Pier Luigi Bersani e Romano Prodi

Un nuovo patto sociale per uscire dalla crisi economica e politica. “Chi governa deve dire all’Italia cosa vuole fare, deve avere un’idea per muovere le forze vive del Paese”. Con queste parole Pierluigi Bersani è intervenuto alla chiusura del festival di Manifutura 2011 che si è svolto a Bologna. In Italia, ha affermato il Segretario del Pd, è molto difficile accendere i riflettori sull’industria, mentre la cultura progressista ha interesse e attenzione per l’economia reale, come già abbiamo mostrato con i governi di centrosinistra. La manifattura si aggrega a settori sempre più ampi ed occorre sospingere l’interesse generale verso un tasso di conoscenza più elevato dei problemi. Sulle liberalizzazioni che possono essere occasione di nuovi investimenti, come è accaduto nel settore elettrico, oppure nella tanto richiamata questione della banda larga, molto se ne è parlato ma poco, o nulla, si è fatto. “Non abbiamo saputo combinare le politiche industriali con l’interesse del Paese, ha sottolineato Bersani, non è possibile dire solo che non si fa nulla, bisogna dire che in queste condizioni non si può …

"Stati Generali della Conoscenza", di Fabrizio Dacrema

Una grande e buona notizia per la scuola, l’università e la ricerca del nostro paese: ventiquattro organizzazioni si sono unite per dare vita agli Stati Generali della Conoscenza. Iniziano un percorso comune al quale chiedono di aderire a tutte quelle realtà della società civile che sono convinte sia necessaria una decisa discontinuità nelle politiche della conoscenza. Dopo anni di predicazione sulla centralità della conoscenza per il futuro del paese è indispensabile ottenere risultati concreti, il paese sembra ormai avviato su un piano inclinato fatto di declino economico, impoverimento, deterioramento delle istituzioni democratiche, assenza di futuro per i giovani. Su questa consapevolezza della situazione di emergenza in cui si trova il paese, si basa una nuova volontà unitaria e nasce un’aggregazione ampia e articolata, comprendente forze sociali e del lavoro, associazioni professionali della scuola e dei ricercatori, organizzazioni studentesche e dei precari della conoscenza: ispirazioni ideali e politiche anche molto diverse, ma ferma volontà di convergere per ottenere effettivi miglioramenti dei sistemi della conoscenza. Di qui la decisione di concordare un primo documento politico sulla base …

Via libera al Milleproroghe, più tasse e più disoccupati

«Adesso mangiatevi il fegato», semplifica il ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli: la promulgazione del Milleproroghe è la dimostrazione che «il governo va avanti e fa crescere pure i propri numeri ». Infatti, dopo una gestazione di 59 giorni, due fiducie, tre letture parlamentari e i rilievi del presidente Napolitano, «l’ippopotamo» – copyright del premier – è stato partorito. L’ultima votazione, quella di ieri al Senato, ha richiesto lo sforzo di 159 senatori, contro 126 contrari e due astenuti. Dieci giorni fa, al primo giro a Palazzo Madama, il decretone monstre raccolse 158 sì, 136 no e due astenuti, e fu l’occasione in cui cominciò a sgretolarsi Fli, la creatura del presidente della Camera. Da quelle ceneri ieri si è creato un nuovo gruppo: «Coesione Nazionale ». Ne fanno parte gli ex Fli più quattro senatori di varia provenienza. DIVIETI Ma cosa ha promulgato il presidente della Repubblica Napolitano, sottolineando che «restano comunque disposizioni in ordine alle quali potranno essere successivamente adottati gli opportuni correttivi»? Tra i 187 commi dei nove articoli del dl, le …

"La Libia, Obama e la giravolta del cavaliere", di Eugenio Scalfari

Le rivoluzioni dei popoli nordafricani e mediorientali hanno numerose differenze tra loro ma anche profonde analogie. Tra queste ce ne sono tre che meritano d´esser segnalate: sono guidate da giovani, hanno come primario obiettivo la conquista dei diritti di libertà e sono rivoluzioni laiche anche se nei paesi musulmani il loro grido di riconoscimento e di vittoria è spesso quello tradizionale “Allah è grande”. Bin Laden e il fondamentalismo talebano non potevano registrare una sconfitta storica maggiore di questa: Al Qaeda sperava d´essere alla testa di questo sconvolgimento storico; invece non ne è stata neppure la coda; semplicemente ne è rimasta fuori e non ha alcuna probabilità di inserirvisi. Lo sbocco finale è ancora incerto, in alcuni paesi dipende in larga misura dall´esercito e dai giovani ufficiali, in altri dalla nascente borghesia, in altri ancora dall´esistenza di forti legami tribali. Ma la conquista dei diritti di libertà (e di lavoro) spinge i rivoluzionari a guardare più verso ovest, cioè verso Occidente, che verso est. E non è un caso che ai giovani che hanno scacciato …