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Economia sommersa: 1/3 della ricchezza prodotta in Italia

“Economia sommersa: una delle questioni più allarmanti della vita del nostro Paese”. Così ha commentato il Vicepresidente dei senatori del PD Luigi Zanda, i dati illustrati da Giorgio Ruffolo e Elio Veltri nel corso di una conferenza stampa in Senato di presentazione del documento: “Economia sommersa, illegale e criminale Analisi e proposte”. Zanda ha aggiunto che “varie Autorità hanno descritto nel dettaglio le attività criminali, ma questa è una questione ancora sottovalutata per gli effetti che comporta”. Ha spiegato che “il documento illustrato riprende un eguale denuncia fatta 3 anni fa sempre da Veltri e Ruffolo che ci aggiorna su un fenomeno che in Italia rappresenta un terzo della ricchezza prodotta”.

Impietosa è la fotografia scattata dai due studiosi che hanno sentito il bisogno di “offrire una valutazione complessiva di sintesi delle abnormi dimensioni raggiunte nel nostro Paese dall’economia sommersa, da quella illegale e criminale, da quella informale”. Il documento è stato elaborato senza alcuna indagine di polizia ma utilizzando dati e fonti aperte.

“La liberalizzazione dei capitali, la diffusione delle tecnologie e la globalizzazione economica e finanziaria hanno fatto la felicità delle organizzazioni criminali mondiali”, ha analizzato il giornalista e politico Elio Veltri, citando una ricerca condotta dal Senatore John Kerry con la collaborazione dell’Università di Pittsburgh, in cui viene esaminata la stretta relazione mafia-economia e mafia-democrazia delle cinque mafie più potenti del mondo (cinese, giapponese, russa, italiana, sudamericana).

Veltri ha affermato che “le organizzazioni criminali costituiscono la terza potenza economica mondiale, capaci di stravolgere le regole del mercato e di condizionare fortemente l’economia legale e la democrazia. Infatti, secondo i dati accertati da una società olandese, la Inter Risk Management che si occupa di riciclaggio, all’inizio del terzo millennio il PIL mondiale della criminalità organizzata ha toccato i 1.000 miliardi di dollari, cifra superiore ai bilanci di 150 paesi membri dell’Onu”.

“Nessun governo sarà mai in grado di impostare seriamente qualsiasi politica economico-sociale e garantire la qualità dei servizi del nostro Paese, senza che venga ridotta l’economia sommersa e quella criminal-mafiosa”, hanno concluso nel documento gli ex parlamentari Veltri e Ruffolo. “Deve essere combattuto il riciclaggio di denaro sporco che in Italia equivale a 10% del Pil (valore doppio della media mondiale) e investito almeno per un terzo nell’economia legale, colpendo alla radice la concorrenza e l’economia di mercato. Contrastata e ridotta la corruzione diffusa (pubblica e privata) che si annida nelle imprese, nella società e nella pubblica amministrazione e che, secondo i dati della Corte dei Conti, costa al Paese oltre 60 miliardi di euro all’anno. Devono essere impediti i conflitti di interesse sistematici – hanno aggiunto – che depotenziano il merito, la concorrenza, la competitività dell’intero sistema”.

“Il PD si è messo a disposizione per farsi parti attiva in Parlamento delle proposte illustrate nel documento – ha assicurato al termine della presentazione il vicepresidente Zanda – faremo di queste proposte il tormentone del Gruppo del PD in Senato fino a quando non saranno portate in Aula”.

Lo studio rileva che con un valore stimato in circa 500 miliardi di euro l’economia sommersa e criminal-mafiosa rappresenta un terzo della ricchezza nazionale.

“Un Paese a cui vengono sottratti 500 miliardi di euro non può fare politica economica. L’impatto dell’economia sommersa e criminale è spaventoso”, ha commentato Zanda. “Il premier Mario Monti sta contribuendo a mostrare al Paese come vadano isolati socialmente coloro che evadono e corrompono. Però affinchè la lotta sia efficace – ha sottolineato l’esponente democratico – serve un nuovo ordine mondiale, una maggiore integrazione europea, una risposta unitaria a un fenomeno che è internazionale. L’impegno deve avere lo stesso livello di intensità che si registra di fronte ad altre emergenze quali la questione ambientale, la crisi economica e la pace mondiale”.

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