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"La xenofobia è figlia di percezioni sbagliate", di Giuseppe A. Veltri

La società italiana deve ancora trovare un modo stabile per accettare il fenomeno dell’immigrazione che ha coinvolto il nostro paese su una scala in precedenza ignota. Esistono migliaia di comunità di nuovi italiani che vivono pacificamente e che hanno trovato un equilibrio con le comunità locali, ma tanto rimane da fare.
Una chiara informazione da parte di media e autorità politiche aiuterebbe tanto la situazione generale, come viene mostrato da uno studio di Zan Strabac recentemente pubblicato su «European Societies». In sintesi, lo studio paragona la grandezza percepita dai cittadini di vari paesi europei delle popolazioni di immigrati e la loro effettiva grandezza. In aggiunta, la ricerca si sofferma sull’impatto che ha questa differenza sulla formazione di atteggiamenti ostili e xenofobi verso gli immigrati.
In otto Paesi europei su diciassette, i cittadini ritengono la grandezza delle popolazioni di immigrati più di due volte maggiore della loro reale grandezza. I paesi in cui si registra la maggior discrepanza tra grandezza percepita e quella reale sono Italia, Portogallo e Spagna. In particolare, i cittadini italiani valutano la grandezza della popolazione di immigrati ben tre volte e mezzo di quella che sia realmente. Secondo i dati Ocse, la popolazione di cittadini nati non sul suolo italiano sono 3,93 milioni. Secondo i cittadini italiani, valutando la percentuale di immigrati che credono vivere nelle loro comunità si arriva all’incredibile numero di 17,65 milioni.
Secondo il curatore della ricerca, c’è del metodo nel modo in cui queste comunità sono sovrastimate numericamente, in modo piuttosto proporzionale rispetto alle popolazioni reali con dei paesi, però, in cui la percezione errata è particolarmente ampia. Tra questi, vi è l’Italia. Il dato è particolarmente preoccupante perché il medesimo studio indica come questa discrepanza tra la percezione e la realtà abbia un impatto sull’adozione di atteggiamenti di natura xenofoba.
Ci sono due considerazioni principali che si possono fare. La prima è che questo fenomeno riguarda tutti i cittadini europei e indica come il nostro senso comune cada facilmente in errore quando si tratta di valutare grandezze in popolazioni. La salienza quotidiana e mediatica di un evento o di una tipologia di persone può indurre a fare dei ragionamenti sbagliati sulla loro reale presenza.
In aggiunta, le forze politiche che alimentano questa manipolazione della realtà si assumono una grandissima responsabilità perché alimentano direttamente i fenomeni di intolleranza.

l’Unità 29.02.12