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"I nuovi insegnanti saranno multidisciplinari e multilingue", di Mario D'Adamo

Insegnanti preparati non solo nelle loro discipline d’insegnamento ma aggiornati sulle nuove tecnologie di comunicazione, capaci di esprimersi in una lingua comunitaria straniera e di assumersi dirette responsabilità di gestione delle situazioni di apprendimento particolari e difficili, in grado di apprezzare il valore dei documenti europei in materia educativa recepiti dall’ordinamento italiano e della dimensione europea dell’educazione (cooperazione ed opportunità educative, programmi di partenariati transnazionali, scambi/mobilità di docenti e studenti). Le commissioni dei concorsi che stanno per essere banditi per coprire almeno dodicimila nuovi posti di lavoro nella scuola avranno di fronte a sé un compito difficile e complicato, quello di equilibrare l’accertamento dei contenuti disciplinari del profilo professionale di ciascun candidato con la verifica delle altre competenze che si richiede siano possedute. Anche se ancora una volta i singoli programmi contengono l’indice dell’enciclopedia che i concorrenti devono dimostrare di conoscere, a questi si richiederanno anche competenze «psicopedagogiche, metodologico-didattiche, organizzativo-relazionali e di ricerca, documentazione e valutazione tra loro correlate ed interagenti, che si sviluppano col maturare dell’esperienza didattica, l’attività di studio e di sistematizzazione della pratica didattica». Così recita l’art. 27 del Contratto individuale di lavoro e ad esso sembrano quasi voler fare riferimento le avvertenze generali, comuni ai programmi dei singoli concorsi, più di quanto non lo abbiano fin qui fatto i programmi dei concorsi del passato. I candidati ai concorsi per posti di insegnamento nella scuola dell’infanzia, primaria, e per gli istituti di istruzione secondaria di primo e secondo grado, oltre a possedere «conoscenza critica delle discipline di insegnamento e dei loro fondamenti epistemologici», devono saper «individuare gli itinerari più idonei per una efficace mediazione didattica, impostare e seguire una corretta organizzazione del lavoro, adottare opportuni strumenti di verifica dell’apprendimento e di valutazione degli alunni». Modernizzando il profilo, le avvertenze aggiungono le competenze in informatica, «videoscrittura, foglio di calcolo, presentazione di slide», e in una lingua straniera comunitaria, che i candidati devono conoscere almeno al livello B2 del quadro comune europeo di riferimento per le lingue straniere. I nuovi insegnanti dovranno avere «conoscenza della sitografia di ambito disciplinare e delle biblioteche online, cui far ricorso anche per il proprio aggiornamento culturale e professionale, (…) dei media per la didattica e degli strumenti interattivi per la gestione della classe». Il vincitore di concorso avrà approfondite conoscenze pedagogico didattiche che «gli consentono di promuovere apprendimenti significativi e in contesti interattivi in stretto coordinamento con gli altri docenti che operano nella classe e con l’intera comunità professionale della scuola», capacità di progettazione curriculare e «competenze sociali, relative all’organizzazione dell’apprendimento, alla gestione di gruppi e alle relazioni interpersonali, per la conduzione dei rapporti con i diversi soggetti che agiscono nella scuola». È importante che le avvertenze dichiarino inequivocabilmente che gli insegnanti devono avere «conoscenza dei modi e degli strumenti idonei all’attuazione di una didattica personalizzata, coerente con i bisogni formativi dei singoli alunni, anche all’interno di classi multiculturali, con particolare riferimento a quelli con bisogni educativi speciali». E poi «padronanza delle tematiche legate alla valutazione (_) e all’autovalutazione, con particolare riguardo all’area del miglioramento del sistema scolastico, dei gruppi di lavoro e delle persone».

da ItaliaOggi 18.09.12