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"Scuola, ecco il concorsone precari sul piede di guerra", di Mario Castagna

Ieri il ministro Profumo ha illustrato alla commissione cultura della Camera dei Deputati il funzionamento del concorso per la scuola ma mentre il ministro parlava in aula, fuori scoppiava la protesta dei comitati dei precari. Reazioni durissime anche da parte della Cgil che ha annunciato mobilitazioni immediate in tutta Italia contro questa selezione. Tutto il processo si aprirà il prossimo 25 settembre con la pubblicazione del bando e si dovrebbe concludere entro agosto 2013. In questo modo circa 7.000 nuovi insegnanti potrebbero prendere servizio già dal prossimo anno scolastico mentre i restanti 4.000 a partire dal 2014.

LE NORME

Ma vediamo nel dettaglio le tappe di questo percorso Innanzitutto non tutti i laureati potranno partecipare al concorso. Dovranno essere già abilitati ma dal ministero fanno sapere che la volontà per il futuro è di allargare il più possibile la platea dei partecipanti. Per quest’anno quindi si va avanti con le vecchie norme sperando che in futuro sia molto più semplice accedere alle se- lezioni. A dicembre si svolgerà poi la prova preselettiva che consisterà nel rispondere in 50 minuti a 50 domande a risposta multipla. Per superare la prova si dovranno indovinare almeno 35 risposte. Il passaggio successivo sarà la prova scritta prevista per gennaio 2013 e consisterà, illustra il bando, in una «prova semi strutturata con griglia nazionale di valutazione composta da una serie di quesiti a risposta aperta finalizzata a valutare la padronanza delle discipline, anche attraverso gli opportuni riferimenti interdisciplinari». Come in un passaggio ad ostacoli, si arriverà poi alla prova conclusiva. L’orale si svolgerà in due fasi. Prima una lezione simulata e poi un colloquio individuale sulle materie comprese nella classe di concorso. Saranno abilitati solamente un numero di candidati pari alle cattedre messe a concorso cercando di mettere la parola fine alle graduatorie di abilitati in attesa dell’immissione in ruolo.

Se al ministero la volontà è quella di far ripartire una macchina, quella dell’ingresso di un grande numero di giovani tra le file degli insegnanti, non sono dello stesso avviso i precari storici che si sentono beffati dopo anni di attese. Infatti negli ultimi anni non sono mai state chiuse le graduatorie per le supplenze dalle quali attingevano gli istituti per coprire buchi più o meno lunghi e che garantivano, alla fine di una lunga attesa, un posto fisso. Negli anni questi insegnanti hanno maturato competenze ed esperienze preziose che vorrebbero fossero riconosciute dal ministero. Ma dal Miur rispondono che per loro rimane comunque aperto il canale del concorso, oltre che le graduatorie ad esaurimento da cui si continuerà ad attingere per le immissioni in ruolo.

Una doppia possibilità che però non basta a chi ha passato anni tra supplenze annuali e sedi disagiate. Inoltre si spera che le prove del prossimo concorso non siano come le prove per i per i presidi, piene di errori ed incertezze, perché a quel punto tutto il percorso sarà costellato di ricorsi. Ma su questo punto il ministro Profumo ha promesso di vigilare personalmente e durante l’audizione in commissione si è assunto, sin da oggi, tutta la responsabilità del percorso di selezione. «Il problema principale, prima delle modalità del concorso, è l’aumento dell’organico – commenta Manuela Ghizzoni, presidente Pd della commissione Cultura – Non si riesce a rispondere alle esigenze del scuole che richiedono più insegnanti. Purtroppo dobbiamo ancora fare i conti con i tagli di Tremonti e il conflitto tra i precari e il nuovo concorso sembra essere proprio una guerra tra poveri».

Nel frattempo sono partite le proteste organizzate da comitati spontanei di precari ma anche da sigle sindacali come la Cgil che, nel giorno in cui Cittadinanzattiva presenta il proprio rapporto sulla sicurezza degli edifici scolastici, denuncia quelle che secondo loro è solo propaganda. «Si vuole fare un concorso inutile e costoso ma non c’è alcun piano di edilizia scolastica e per la messa in sicurezza degli edifici scolastici», ha dichiarato Mimmo Pantaleo, segretario della Flc-Cgil denunciando contempo- raneamente come le modalità del concorso siano una farsa e e come l’apertura ai giovani sia solo di facciata, visto che nessuno dei neolaureati potrà partecipare al concorso.

Intanto a piazza Montecitorio gli in- segnanti precari utilizzavano più o meno le stesse parole d’ordine. «No al concorso truffa» si leggeva sui cartelli esposti in piazza mentre il ministro parlava alla commissione contento della scelta fatta. Ma non tutti sembrano essere d’accordo.

L’Unità 21.09.12

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