Giorno: 26 Settembre 2012

Bersani: "Degenerazioni e sprechi ripensiamo il federalismo", di Barbara Jerkov

Il federalismo e quella riforma del titolo V della Costituzione voluta dal centrosinistra «per inseguire il secessionismo della Lega» contenevano errori seri. Bisogna ripensare il regionalismo, mettendo fine al moltiplicarsi di centri di spesa incontrollati dei quali gli abusi scoperchiati dal caso Lazio solo sono la punta di un iceberg. Pier Luigi Bersani, all’indomani delle dimissioni di Renata Polverini, rilancia sul piano delle riforme. E sulla responsabilità dei democrat del Lazio non si nasconde dietro a un dito. «Abbiamo sbagliato a non rovesciare il tavolo», chiarisce, ma avverte: «Noi di Fiorito non ne abbiamo, non permetterò il tentativo delle destre di metterci nel mucchio con il loro fango». «E’ finita una brutta storia e deve cominciare un cambiamento», premette Bersani. Lo dicono tutti, segretario. «Per l’amor di dio, vediamo chi fa i fatti». Tornando al caso Lazio? «Ha rivelato aspetti assolutamente indecorosi, sconvolgenti, che hanno colpito la gente per bene e chi fa politica con onestà e coscienza: si sono sentiti insultati, infangati da una vicenda drammatica e tristissima. Anche noi del Pd vogliamo trarne …

"Anni per avere un bimbo. Quanto è difficile adottare", di Gioia Salvatori

Un percorso burocratico ad ostacoli per le coppie che decidono di adottare un bambino. Colloqui, analisi, carte, incontri con gli psicologi, con i carabinieri e il giudice. Il racconto di Sonia e Gianluca che ora hanno un piccolo cinese: «Da una parte è doveroso sottoporsi a quanto richiesto dalla legge perché si tratta di un figlio. Dall’altra è un iter che logora anche i più volenterosi». E adottare in Italia è ancora più difficile.Sonia e Gianluca hanno 42 e 43 anni, vivono a Legnano e loro figlio è un bimbo nato in Cina che mentre parliamo gioca col cane di casa Camillo e chiama la mamma. Attira l’attenzione in perfetto italiano, è sereno, va all’asilo e ha colmato in fretta una distanza che pareva siderale. Il piccolo di casa viene dalla città di Zhengzhou, a sud di Pechino, provincia dell’Henan. Sonia e Gianluca volevano una bambina cinese, l’hanno cercata, nell’iter dell’adozione, pensando alle bimbe che in quella parte di mondo vengono uccise solo perché femmine. Tempi lunghi Sono stati fortunati: dopo tre anni di domande, …

"Anni per avere un bimbo. Quanto è difficile adottare", di Gioia Salvatori

Un percorso burocratico ad ostacoli per le coppie che decidono di adottare un bambino. Colloqui, analisi, carte, incontri con gli psicologi, con i carabinieri e il giudice. Il racconto di Sonia e Gianluca che ora hanno un piccolo cinese: «Da una parte è doveroso sottoporsi a quanto richiesto dalla legge perché si tratta di un figlio. Dall’altra è un iter che logora anche i più volenterosi». E adottare in Italia è ancora più difficile.Sonia e Gianluca hanno 42 e 43 anni, vivono a Legnano e loro figlio è un bimbo nato in Cina che mentre parliamo gioca col cane di casa Camillo e chiama la mamma. Attira l’attenzione in perfetto italiano, è sereno, va all’asilo e ha colmato in fretta una distanza che pareva siderale. Il piccolo di casa viene dalla città di Zhengzhou, a sud di Pechino, provincia dell’Henan. Sonia e Gianluca volevano una bambina cinese, l’hanno cercata, nell’iter dell’adozione, pensando alle bimbe che in quella parte di mondo vengono uccise solo perché femmine. Tempi lunghi Sono stati fortunati: dopo tre anni di domande, …

"Dai finanziamenti ai partiti alle spese per cene e amici le tre bugie della Polverini", di Paolo Boccacci e Carlo Bonini

I manifesti con cui è stata incartata la città («Questa gente la mando a casa io. Ora Pulizia»). Gigantografie per lo più affisse in modo abusivo (come denunciato dai radicali) e pagate dalla sua fondazione “Città Nuove”, i cui bilanci, donatori, disponibilità, sono un altro di quei segreti ben custoditi alla voce “finanziamento della politica”. Il messaggio veicolato dagli avventurosi spin doctors della ex governatrice suona così: «Non sono complice ma vittima di un consiglio abitato da codardi, malfattori, ipocriti, avvelenato da una faida interna al Pdl, che ha manomesso le casse della Regione e abusato di denaro pubblico a mia insaputa. Fino a quando non ho smascherato questa vergogna». È un paradigma della manipolazione che abbiamo imparato a conoscere in questi anni e in cui non si ravvisa, se solo lo si sottopone alla prova dei fatti, un solo elemento di verità. Vediamo. 1. «NON MI OCCUPAVO DEI FONDI» Dice la Polverini: «La Giunta ha solo stanziato 35 milioni per il finanziamento del Consiglio. E comunque ho chiesto più volte al Presidente dell’Assemblea regionale …

"Dai finanziamenti ai partiti alle spese per cene e amici le tre bugie della Polverini", di Paolo Boccacci e Carlo Bonini

I manifesti con cui è stata incartata la città («Questa gente la mando a casa io. Ora Pulizia»). Gigantografie per lo più affisse in modo abusivo (come denunciato dai radicali) e pagate dalla sua fondazione “Città Nuove”, i cui bilanci, donatori, disponibilità, sono un altro di quei segreti ben custoditi alla voce “finanziamento della politica”. Il messaggio veicolato dagli avventurosi spin doctors della ex governatrice suona così: «Non sono complice ma vittima di un consiglio abitato da codardi, malfattori, ipocriti, avvelenato da una faida interna al Pdl, che ha manomesso le casse della Regione e abusato di denaro pubblico a mia insaputa. Fino a quando non ho smascherato questa vergogna». È un paradigma della manipolazione che abbiamo imparato a conoscere in questi anni e in cui non si ravvisa, se solo lo si sottopone alla prova dei fatti, un solo elemento di verità. Vediamo. 1. «NON MI OCCUPAVO DEI FONDI» Dice la Polverini: «La Giunta ha solo stanziato 35 milioni per il finanziamento del Consiglio. E comunque ho chiesto più volte al Presidente dell’Assemblea regionale …

Napolitano: “Episodi vergognosi questa corruzione è inaccettabile”, di Umberto Rosso

«Inimmaginabili». «Vergognosi». «Inaccettabili». L’indignazione di Giorgio Napolitano, sull’onda dello scandalo Lazio, per «i fenomeni di corruzione » in politica ha raggiunto forse il punto più alto. Il presidente della Repubblica, per rompere il silenzio che fin qui si era imposto sulla tempesta che ha spazzato via il consiglio regionale, sceglie l’incontro al Quirinale con i giovani per l’apertura dell’anno scolastico. Che ha voluto celebrare perciò sotto il segno del «valore della legalità». Pronunciando parole durissime, e che sembrano anche spingere in direzione di una approvazione urgente della legge anticorruzione. Sono parole rivolte a tutti: «Nel disprezzo della legalità si moltiplicano malversazioni e fenomeni di corruzione vergognosi, inimmaginabili. Non è questo accettabile. Chi si preoccupa dell’antipolitica, deve saper risanare in profondità la politica». È possibile, mentre ogni giorno di più frana la credibilità a colpi di scandali? Napolitano pensa ancora di sì, ma a condizione di una svolta senza precedenti. E fa questo paragone: «Risanare la politica, far vincere la legge si può, così come si può far vincere la legge contro la mafia: ce lo …

"Non sprechiamo i sacrifici degli italiani", di Luigi La Spina

I tre presidenti italiani di maggior prestigio internazionale, quello della Repubblica, Giorgio Napolitano, quello del Consiglio, Mario Monti e quello della Banca europea, Mario Draghi, condividono, in questi giorni, la stessa forte preoccupazione per il nostro Paese. Il timore che, dopo la cospicua riduzione del divario di interessi tra i bond italiani e quelli tedeschi e il varo deciso a Francoforte dello scudo antispread, in Italia, ci si possa illudere su un definitivo superamento della crisi finanziaria dello Stato. Una eventualità che non è totalmente scomparsa, invece, sull’orizzonte del nostro futuro. Così, tra l’altro, si spiegano i tre contemporanei allarmi che, da Roma, da New York e da Berlino, oggi, hanno lanciato i tre presidenti. La Stampa 26.09.12 Napolitano ha espresso una condanna durissima per i vergognosi esempi di corruzione e di immoralità pubblica che alimentano, con la giustificata indignazione dei cittadini, la cosiddetta «antipolitica». Monti, sia pure con il suo tipico linguaggio sobrio e allusivo, ha sollecitato l’aiuto dell’opinione pubblica perché esiga una diversa «qualità» dei loro governanti. Draghi ha ricordato che, senza l’impegno …