"Giocarsi tutto alle primarie", di Claudio Sardo
Non distruggere ma costruire. Non distruggere il lavoro, la scuola, le reti di solidarietà, le istituzioni democratiche, la speranza di un domani migliore, la fiducia nella politica come riscatto collettivo. Ma costruire insieme una svolta dopo il trentennio del liberismo, dell’ideologia mercatista, della diseguaglianza sociale. Siamo davanti a un bivio e dalla scelta di questi mesi dipenderà un intero ciclo storico. È una partita europea, non solo italiana. Ma senza il nostro Paese, la nostra forza produttiva e sociale, la nostra cultura, le nostre donne e i nostri uomini, le nostre battaglie, l’Europa sarà tremendamente più debole. Purtroppo sono in tanti a scommettere sulla demolizione, sulla sfiducia, sulla delegittimazione. Il populismo di destra vuole annegare il proprio fallimento in una sconfitta generale del Paese. Il populismo che ha messo radici a sinistra vuole invece screditare ogni progetto riformatore per lucrare consensi sulle sofferenze sociali e la paura del futuro. Ma così la rabbia diventa sempre più disperata solitudine. Chissà se domani verrà un comico, un capo-popolo, un cavaliere bianco che catalizzerà il dissenso attorno a …