"Giocare per guarire dal terremoto", di Silvia Vigetti Finzi
L’ improvvisa perdita dei giocattoli, temporanea o definitiva, deve essere stata per i bambini delle aree dell’Emilia Romagna sconvolte dal terremoto un’esperienza particolarmente dolorosa. Successivamente recuperati o acquisiti, però, i giocattoli hanno anche costituito una risorsa importante per superare lo stress post traumatico e ritrovare la calma e la serenità. Come insegna la psicoanalisi, infatti, il gioco esprime il mondo interno del bambino e il suo rapporto con gli altri. Come tale è terapeutico in se stesso: giocando, il bambino si educa e cura e i giocattoli costituiscono un farmaco, così come la loro perdita è un veleno. Il significato e il valore delle cose che consideriamo «nostre» emerge pienamente, crudelmente direi, soltanto quando le perdiamo, quando escono dalla nostra sfera di possesso e di controllo. Sul vuoto, che subentra al posto di ciò che non c’è più, si installa il ricordo con una evidenza lancinante, come se i sensi cercassero, in un tentativo di onnipotenza, di restituirci quanto ci è stato sottratto. Non a caso, «San Giuan dalla barba bianca, fam truà quel che …
