Mese: Settembre 2012

«Noi ragazzi in cattedra gratis», di Giusi Fasano

A Novi di Modena e nella frazione di Rovereto la scuola sarà anche questa. Alessandro, Alice, Federica e Laura proveranno a far innamorare della matematica i bambini delle elementari e i ragazzini delle medie. E lo faranno gratis. Due-tre lezioni alla settimana nelle non-scuole di Novi e Rovereto, sotto le tensostrutture. Niente contemplazione di numeri e formule, solo laboratori e strumenti che faranno la gioia di centinaia di studenti. Laureati o dottorandi, età compresa fra i 26 e i 30 anni, questi quattro professori speciali hanno in comune la passione per la matematica e l’esperienza di Formath, società e sito internet che si occupa di divulgazione e formazione scientifica anche per gli insegnanti. Il loro punto forte è insegnare diventando un po’ bambini, con i loro strumenti «strani», con la matematica «fatta», più che spiegata. Se chiedi a un bambino perché una bolla di sapone viene rotonda la risposta più classica è «perché esce da un cerchietto». Quegli stessi bambini restano incantati, e magari si appassionano alla spiegazione, se verificano che comunque, anche da un …

Scuola: Ghizzoni, turnover insegnanti per tornare a livelli europei

“Il pensionamento immediato per chi ne ha conseguito i diritti è una delle soluzioni per riallineare la scuola italiana con quella degli altri Paesi dell’area Ocse. – lo dichiara Manuela Ghizzoni, presidente della Commissione Cultura, Scienza e d Istruzione della Camera dei Deputati, commentando i risultati del rapporto Ocse “Education at a glance 2012” – Purtroppo dobbiamo registrare uno scivolamento verso il basso della scuola italiana, e non solo per la spesa pubblica che, se non si considerasse la spesa degli Enti Locali, rappresenterebbe un dato palesemente negativo e destinato a peggiorare. Il rapporto – spiega Ghizzoni – rileva un innalzamento dell’età degli insegnanti della scuola secondaria che porta l’Italia a detenere il record di nazione con i professori più anziani. Un segnale preoccupante del divario anagrafico tra docente e discente che può avere conseguenze anche sulla mancata capacità di innovazione dei metodi della didattica. Nella realtà della scuola, però, gli insegnanti giovani ci sono, ma sono precari. È dunque necessario che chi ha responsabilità di governo permetta il pensionamento di tutti quegli insegnanti che …

Scuola: Ghizzoni, sicurezza è priorità anche durante la crisi

Scuola pubblica di qualità deve partire dalla sicurezza. “La sicurezza scolastica è una priorità e non può essere subordinata alle politiche economiche, seppur in tempo di crisi. – lo dichiara Manuela Ghizzoni, presidente della Commisisone Cultura, Scienze e Istruzione della Camera dei Deputati, alla notizia del crollo del soffitto di una scuola elementare a Cordenons – Le politiche per l’edilizia scolastica hanno seguito, finora, un approccio verticistico che ha esautorato gli Enti Locali dalla programmazione e non ha dato certezze nei tempi e nei modi dell’erogazione dei finanziamenti, anche quando previsti. Il centralismo e l’emergenzialismo hanno fallito – osserva Ghizzoni – è arrivato il momento di cambiare rotta: le leggi ordinarie esistenti, come la legge Masini, se finanziate funzionano bene e migliorano la sicurezza scolastica. Non servono interventi straordinari del governo quando le tragedie sono ormai accadute, è invece necessario il ripristino della manutenzione e messa in sicurezza ordinaria, svolta con continuità da Provincie e Comuni e adeguata alle esigenze territoriali. Se la politica vorrà assicurare una scuola pubblica di qualità ai suoi cittadini – …

Scuola: Ghizzoni, Fornero e Profumo garantiscano equità

“Eliminare l’evidente e iniqua disparità di trattamento riservata ai lavoratori della scuola che, nonostante abbiano maturato il diritto alla pensione, saranno costretti ad iniziare l’anno scolastico. – è quanto richiesto da Manuela Ghizzoni, presidente della Commissione Cultura Scienza e Istruzione, in una interrogazione al Ministro del Lavoro e al Ministro dell’istruzione. – La riforma Fornero – spiega Ghizzoni – non differenzia in alcun modo la normativa previdenziale relativa al comparto scuola rispetto a quella degli altri settori pubblici e privati, non tenendo in conto che i lavoratori della scuola possono andare in pensione un solo giorno all’anno, il 1 settembre, indipendentemente dalla data di maturazione dei requisiti. È un vulnus che è stato riconosciuto anche dai Giudici del Lavoro dei Tribunali di Oristano, di Torino, di Venezia e Siena, che hanno accertato il diritto dei lavoratori ad essere collocati in quiescenza dal 31 agosto 2012. La “finestra speciale”, di cui hanno sempre beneficiato i lavoratori della scuola nelle precedenti normative, è legata alla salvaguardia della qualità e continuità del servizio scolastico e per questo non …

"Chi boicotta la legge elettorale", di Claudio Sardo

C’è di che preoccuparsi di fronte ai ritardi, ai tatticismi, alle incertezze che minacciano di far saltare la riforma elettorale. In tanti giocano con il fuoco. Quelli che il Porcellum non è poi così male. Quelli che è meglio che si sfasci tutto. Quelli che una nuova legge potrebbe andare, purché renda improbabile una maggioranza politica e trattenga così l’Italia nella palude. Non si rendono conto questi signori che, se il Parlamento non fosse in grado di modificare la legge Calderoli, l’ondata di discredito potrebbe travolgere le stesse istituzioni democratiche, mentre l’Europa sarà ancora alle prese con la durezza sociale della crisi economica e solo una politica più forte può produrre il necessario cambiamento di rotta. Non si rendono neppure conto che, se le elezioni avessero un esito nullo, l’eventuale nuovo mandato ad un governo simil-tecnico avrebbe un effetto di delegittimazione sulla legislatura. Non è in palio soltanto una vittoria contingente (purtroppo, non si dovrebbero pensare le riforme elettorali con l’intento di manipolare le consultazioni successive).Cancellare il Porcellum è una necessità vitale della nostra democrazia. …

"Chi boicotta la legge elettorale", di Claudio Sardo

C’è di che preoccuparsi di fronte ai ritardi, ai tatticismi, alle incertezze che minacciano di far saltare la riforma elettorale. In tanti giocano con il fuoco. Quelli che il Porcellum non è poi così male. Quelli che è meglio che si sfasci tutto. Quelli che una nuova legge potrebbe andare, purché renda improbabile una maggioranza politica e trattenga così l’Italia nella palude. Non si rendono conto questi signori che, se il Parlamento non fosse in grado di modificare la legge Calderoli, l’ondata di discredito potrebbe travolgere le stesse istituzioni democratiche, mentre l’Europa sarà ancora alle prese con la durezza sociale della crisi economica e solo una politica più forte può produrre il necessario cambiamento di rotta. Non si rendono neppure conto che, se le elezioni avessero un esito nullo, l’eventuale nuovo mandato ad un governo simil-tecnico avrebbe un effetto di delegittimazione sulla legislatura. Non è in palio soltanto una vittoria contingente (purtroppo, non si dovrebbero pensare le riforme elettorali con l’intento di manipolare le consultazioni successive).Cancellare il Porcellum è una necessità vitale della nostra democrazia. …

"Generazione tradita: non fa nulla un giovane su 4. l'Italia penultima tra i paesi Ocse: alla scuola solo il 9% della spesa pubblica totale", di Luigina Venturelli

Un Paese avaro nei confronti della scuola è un Paese avaro nei confronti dei propri giovani. Ed è un Paese destinato a pagarne pesantemente le conseguenze, in termini di istruzione, di occupazione e, in fin dei conti, di benessere economico e sociale. La fotografia dell’Italia, penultima tra le nazioni più industrializzate del mondo per spesa pubblica destinata al sistema scolastico – quella scattata dall’ultimo rapporto Ocse «Education at a glance» – è la diretta proiezione di una crisi che affonda le sue radici in anni di continui tagli alle risorse – il colpo di grazia assestato dal recente governo Berlusconi – e che, di questo passo, rischia di condannare al declino la penisola. Ai primi posti, infatti, tra i paesi più sviluppati per tasso d’inattività tra i giovani che né studiano né lavorano, 23% contro una media del 16%. FANALINO DI CODA Ad oggi l’Italia spende per l’istruzione dei suoi cittadini più giovani solo il 9% del totale della spesa pubblica, piazzandosi al 31esimo posto in una classifica di 32 paesi che vede solo il …