Giorno: 17 Dicembre 2012

“Nel brusco esito finale della legislatura non si bruci il recupero di fiducia nell’Italia”, di Giorgio Napolitano

Giorgio Napolitano ha rivolto oggi al Quirinale uno dei suoi ultimi rilevanti discorsi da presidente della Repubblica, peraltro in una fase politica piuttosto delicata, durante la tradizionale cerimonia di auguri alle alte cariche dello Stato. Napolitano ha parlato diffusamente della crisi politica delle ultime settimane e ha detto che, contrariamente a quanto si era affermato negli ultimi mesi, anche a fronte della fine anticipata della legislatura sarà a lui a dare l’incarico al nuovo presidente del Consiglio e non si dimetterà prima della fine del suo settennato. *** A voi tutti rivolgo il più cordiale saluto e ricambio vivissimi auguri per Natale e il Nuovo Anno. Uno speciale ringraziamento a lei, Presidente Schifani, non solo per i generosi apprezzamenti indirizzati alla mia persona ma per quel comune sentire manifestatosi e radicatosi sempre di più nel rapporto tra noi, nell’esercizio – insieme col Presidente della Camera – di responsabilità condivise al vertice delle istituzioni repubblicane. Signore e Signori, ci incontriamo questa volta alla vigilia della conclusione della XVI legislatura. E se è solo con lieve anticipazione …

Sisma: Ghizzoni, Agenzia delle entrare si pronunci subito

Anticipare efficacia emendamenti approvati in L. Stabilità. “In attesa dell’approvazione in via definitiva della Legge di Stabilità è necessario un pronunciamento immediato della Agenzia delle Entrate, per riassumere quanto già previsto dall’emendamento a favore delle imprese colpite del sisma del maggio scorso e dare ulteriori garanzie. – lo dichiara la deputata modenese Manuela Ghizzoni, presidente della Commissione Cultura della Camera, dopo l’approvazione al Senato degli emendamenti ‘Salva buste paga’ e per il riconoscimento dei danni indiretti alle imprese colpite dal terremoto – L’agenzia delle Entrate – spiega Ghizzoni – è in grado di dare garanzie alle imprese in merito ad una legge ancora non divenuta tale e anticipare, così, l’efficacia degli emendamenti a favore dei lavoratori delle zone colpite dal terremoto.”

“Il Commissario: forse oggi il via libera dell’agenzia delle entrate”, di Livana Bruschi

Sarà una corsa contro il tempo per far sì che ciò che è stato tolto dalle buste paga dei lavoratori delle zone terremotate possa essere restituito con le tredicesime. Ma bisogna fare in fretta, serve subito una circolare dell’Agenzie delle Entrate. E la Regione Emilia-Romagna si impegnerà per ottenerla, possibilmente fin da oggi. Del resto la Regione da mesi faceva pressing sul governo Monti, assieme ai sindacati confederali e alle forze economiche, per evitare che imposte e contributi a carico dei dipendenti dei comuni emiliani terremotati e sospesi da giugno fossero trattenuti in un colpo solo sulla busta paga di dicembre. Il governo, però, ha fatto orecchie da mercante e il pasticcio temuto si è verificato. Diecimila le buste paga colpite, azzerate o addirittura in negativo per effetto appunto dei prelievi in favore di Stato, Inps e inail. «Il governo è arrivato lungo, ma oggi — dichiara l’assessore regionale Giancarlo isiluzzarelli, braccio destro del Commissario Errani l’Agenzia delle Entrate deve assolutamente emanare quella circolare che abbiamo sollecitato, per dare risposte chiare e risolvere il problema …

“Lo studio universitario non è un diritto di pochi”, di Manuela Ghizzoni

Non è possibile che tutti vadano all’Università, così come non è possibile che tutti vadano alle Olimpiadi. Lo hanno scritto Andrea Ichino e Daniele Terlizzese sul Corriere della Sera del 10 dicembre, ripresi nei giorni successivi da Alesina, Giavazzi e Lo Bello. Anche concedendo il beneficio di considerare l’affermazione un’iperbole giornalistica, peraltro inadatta a due brillanti ricercatori, essi vagheggiano evidentemente il ritorno ad un’università elitaria per pochissimi, forse per ancor meno studenti che nella prima metà del Novecento. Certo, si cautelano «a sinistra» affermando che dovrebbero essere scelti in base al talento personale e non alle condizioni economiche e sociali della famiglia. Ma pur sempre pochi in quanto il sistema universitario è «intrinsecamente elitario, perché si fonda su un’ineliminabile disuguaglianza nelle capacità delle persone». Ma l’università di oggi deve essere elitaria perché serve esclusivamente a formare chi è in grado di estendere le frontiere più avanzate della conoscenza, come scrivono gli stessi opinionisti? Le politiche della formazione superiore in tutto il mondo hanno scelto un’altra visione: ampliare il numero di coloro che vi accedono per …

Per le fondazioni liriche riforma a rischio «stecca», di Antonello Cherchi

Tempo di prime per la lirica. Ci sono i grandi teatri che hanno aperto la stagione e c’è il regolamento sulle fondazioni che si prepara a debuttare in uno dei prossimi consigli dei ministri. Previsto dall’ultima riforma del settore, arrivata in tutta fretta nel 2010 con il decreto legge 64 poi convertito nella legge 100, il provvedimento, che andrà mercoledì alla riunione del preconsiglio, è frutto di un’ampia delega riservata al Governo per rivedere l’assetto ordinamentale e organizzativo delle quattordici fondazioni lirico-sinfoniche. E arriva a un passo dal termine ultimo, quel 31 dicembre 2012 trascorso il quale sarebbe tutto da rifare. Diventa, dunque, imperativo che Palazzo Chigi licenzi il testo prima della fine dell’anno. Solo così i tempi della delega saranno rispettati e il regolamento potrà iniziare l’elaborato iter che prevede il passaggio presso la conferenza unificata, il parere del Consiglio e quello delle commissioni parlamentari, per poi ritornare al Consiglio dei ministri per l’approvazione definitiva. Tabella di marcia ancora più pressante considerata la crisi di Governo e lo scioglimento anticipato delle Camere. I tempi …

“La nuova guerra delle oligarchie”, di Michele Prospero

Nelle crisi, spiegava Gramsci, le oligarchie del denaro si scagliano contro le élite della politica e rivendicano il potere. Come vent’anni fa. Allora l’assalto fu condotto con una coalizione che usava il dialetto periferico dell’asse del Nord, ora nella scalata al governo si parla il linguaggio cosmopolitico dell’alta finanza. La crisi italiana non può però trovare rimedio nelle nuove alchimie trasformistiche dei poteri forti. La pretesa di arrestare il declino con cartelli confusi, a sostegno di un capo che invoca lo scettro per grazia ricevuta, ha un che di tragico. Significa non aver compreso nulla della dinamica storica che ha accompagnato la seconda Repubblica verso la catastrofe. Negli anni ’90, l’Italia ha vissuto uno sconvolgimento radicale nelle sue classi dirigenti, nel modello economico-sociale, nelle mentalità. Fu una vera «crisi di egemonia», con il fallimento delle classi dirigenti nel mantenere la rappresentanza degli interessi sociali di riferimento e nel preservare una cornice unitaria alla disordinata rivendicazione dei territori. Il collasso dell’élite politica lasciò senza rappresentanza spazi e interessi rilevanti. Con la grande trasformazione dell’economia degli anni …

“Il dilemma del Professore”, di Ilvo Diamanti

La seconda Repubblica è finita, ma non del tutto. Il leader che l’ha inventata e guidata, per quasi vent’anni, è ancora lì. Silvio Berlusconi. Non si decide a uscire di scena. Per il bene del Paese. E, in primo luogo, «per i miei interessi», come ha esplicitamente affermato negli scorsi giorni. Da ciò la difficoltà di costruire una democrazia “normale”, fondata sull’alternanza possibile. Da ciò la difficoltà di Mario Monti, nella ricerca di un ruolo, dopo le prossime elezioni. Monti: vorrebbe continuare l’opera avviata un anno fa. Ma sulla base di un’investitura democratica e non aristocratica. Per volontà popolare e non del Presidente. Dopo una consultazione elettorale in Italia e non per scelta degli “altri”. Su Monti, come si è visto anche nell’ultima settimana, “investono” i Popolari europei. La Merkel in testa. Ma anche il presidente francese, Hollande, socialista, ha espresso la sua stima verso il Professore. I leader politici (oltre ai mercati) internazionali si chiedono perché mai gli italiani debbano esporsi al rischio di eleggere – democraticamente – un governo “populista”. Oppure una maggioranza …