Giorno: 26 Dicembre 2012

“Per la bellezza”, di Vittorio Emiliani

Ad ogni pioggia appena più forte mezza Italia viene giù facendo vittime e sottraendo ai nostri paesaggi parti bellissime. Ma la legge sulle Autorità di Distretto, voluta dalla UE, giace nei cassetti. Né fa passi avanti un piano (anche del lavoro, segretario Bersani, anche del lavoro!) per la “ricostruzione” di colline e montagne che franano, smottano, colano a valle. Poi c’è il flagello degli incendi a “cuocere” insieme boschi e terreni con incendiari prezzolati dagli inesausti speculatori. Ma i Vigili del Fuoco, amati dagli italiani per solerzia e cortesia, hanno mezzi e remunerazioni indecenti. Nei centri storici – finora per lo più conservati – si stanno insinuando politiche di demolizione/sostituzione, laddove gli edifici non sono vincolati dalle deboli Soprintendenze (a Roma dentro la medioevale, centralissima Tor Sanguigna hanno lasciato infilare una pizzeria). Il consumo di suolo divora zone agricole. Si invoca tanta edilizia, i Comuni tamponano le falle dei bilanci ordinari con gli oneri di urbanizzazione, e la gente muore, a Palermo o a Ischia, sotto il cemento abusivo. Il dolente catalogo potrebbe continuare. Tanto …

“Da stranieri in patria a nuova linfa per la società”, di Mario Calabresi

Sarà l’anno della cittadinanza. Sarà l’anno della cittadinanza per chi vive da troppo tempo nel limbo, per chi è cresciuto, ha giocato, studiato e sognato in un solo Paese ma ne è escluso, colpevole di essere nato fuori dai confini della Terra in cui vive e a cui sente di appartenere. I protagonisti del dibattito politico del 2013 saranno i bambini nati in Messico o in Guatemala arrivati piccolissimi negli Stati Uniti, o quelli con passaporto cinese, filippino, peruviano, marocchino o rumeno ma che sono nati in Italia, tifano per gli azzurri e sognano di vincere «X Factor». Dopo anni di dibattito acceso, che ha visto in prima fila il presidente Napolitano e la Chiesa, sembra arrivato il momento: se in Italia Bersani vincerà le elezioni il suo primo provvedimento sarà sulla cittadinanza perché «un figlio di immigrati nato qui e che studia qui è un italiano». Negli Stati Uniti Barack Obama ha riconquistato la Casa Bianca anche grazie alla promessa di dare sostanza al sogno, di approvare finalmente il «Dream Act», per regolarizzare i …

“Io, Pussy Riot prigioniera nel Gulag”, di Federico Varese

L’Arcipelago I detenuti avevano costruito qui fabbriche e miniere già negli Anni 30 Poi il modello si è esteso a tutta l’Urss Filo spinato Nella regione ci sono più prigioni che città o paesi. Il centro di Berezniki, gioiello di architettura stalinista, è opera dei carcerati Prigioniera Maria Alyokhina è stata condannata insieme all’altra Pussy Riot Nadezhda Tolokonnikova a due anni di carcere per la performance anti-putiniana nella cattedrale di Mosca Le ragazze sono state dichiarate colpevoli di «teppismo a sfondo religioso» Il lager Il campo di lavoro N°35 di Perm era riservato soprattutto ai detenuti politici e ai dissidenti che sfidavano il regime sovietico. È stato trasformato in un museo ma tanti altri campi penitenziari restano attivi nella regione di Perm Lo scrittore Varlam Shalamov (1907-1982) ha trascorso più di vent’anni nei Gulag staliniani e al confino siberiano. Ha raccontato questa esperienza nei «Racconti di Kolyma» Il criminologo Federico Varese è professore di criminologia a Oxford. Ha fatto ricerche sulla mafia russa a Perm negli anni ’90. Il suo ultimo libro è «Mafie in …

“Com’è vicina l’Africa sahariana”, di Roberto Saviano

Pochi se ne rendono conto, ma il Mali ha legami strettissimi con l’Europa. Da lì passano tonnellate di cocaina prodotta in Sudamerica e destinata ai nostri mercati. E i trafficanti trovano complicità addirittura nell’esercito. Dire che in Italia non ci si occupa di Africa e di Mali sarebbe un’affermazione impropria. Ottimi giornalisti informano i lettori italiani su cosa accade in luoghi che molti fanno addirittura fatica a localizzare. Le informazioni sono dettagliate, utilissime. Ma fino a che non se ne occupano le televisioni e il pubblico non si allarga, tutto rimarrà relegato a poche migliaia di utenti. E poi c’è la mia deformazione professionale, che mi sono abituato a chiamare così solo per essere meno fastidioso, per sentirmi meno solo e forse anche per non generare quella normale diffidenza che si prova verso chi sembra abbia solo cattive notizie da dare. QUANDO HO L’OCCASIONE, in tv cerco di raccontare anche altro, non solo traffici di droga e organizzazioni criminali. Ma la realtà è un mosaico complesso, fatto di informazioni che ci arrivano da ogni parte …