attualità, politica italiana

"Lega, Orsi, missili, fregate. Maroni dottor Stranamore trema, Bossi gode", di Francesco Lo Sardo

Bossi le navi militari. Maroni gli aerei da guerra. «Non c’è coinvolgimento mio né della Lega – tuona il nuovo capo leghista finito sulla graticola del “caso” Orsi – sono insinuazioni che chi ha fatto pagherà caro». Resta il fatto che l’insospettabile passione marinara del Senatùr portò l’ex autista e cassiere bossiano Francesco Belsito, in quota Lega, dal cda fino alla carica di vicepresidente di Fincantieri, colosso della cantieristica che con Finmeccanica progetta, realizza e vende fregate e simili. Mentre l’amicizia con Maroni avrebbe pesato molto nell’ultimo tratto di scalata di Giuseppe Orsi – il presidente di Finmeccanica arrestato martedì – da ex ad dell’Augusta Westland col cuore a Varese e poi di Finmeccanica fino al vertice del colosso italiano che produce armi, aerei, elicotteri e satelliti. è del 1 dicembre 2011, data della nomina a presidente pochi giorni dopo la nascita del governo Monti, l’intercettazione in cui Orsi ringrazia Bobo: « (…) se non c’è Maroni a fare l’ultimo miglio, col cavolo che io qua c’ero». Quel giorno «il cda ha deciso di togliermi i poteri e passare le strategie a Orsi», racconta ora Guarguaglini, l’ex presidente all’epoca indagato per false fatturazioni e recentemente prosciolto: dal 2002 “re” di Finmeccanica, sostenuto da Gianni Letta ma finito nel mirino di Tremonti e della Lega. Del cui affetto per la Rai si sa, quindi sotto a piazzare amici e fedelissimi; e poi ci sono le banche, attraverso le fondazioni. Ma ci voleva l’affaire Orsi per individuare il terzo oggetto del desiderio del Carroccio: l’industria bellica. Lontano dagli occhi della base, lontano dal cuore. Che la produzione di cacciabombardieri e portaerei c’azzecchi poco con la vocazione territoriale della Lega e col fantomatico ideale della Padania è secondario. Chi tocca Finmeccanica in Lega finisce male, ama dire Massimo Dolazza, leghista della prima ora, ex senatore, mai più ricandidato. Così coerentemente la Lega si fa anche paladina della produzione degli F35: «Nessun taglio se ci sono ricadute sull’occupazione del nord», è la linea di Maroni. Sua moglie, la signora Emilia, che come Bobo conosce bene Orsi, è dirigente Aermacchi, gruppo Finmeccanica, poi fusa con la più grossa Alenia trasferendo la testa della società dal sud a Venegono (Varese): trasloco di cui si diede una lettura politica pro-leghista e che provocò interrogazioni e polemiche. Così Bossi, che piazzava i suoi in Fincantieri mentre Bobo coltivava le relazioni con Orsi, adesso si gode lo spettacolo del ramazzatore in difficoltà. Pari siamo, è il messaggio che lancia insieme a propositi di vendetta: «Quando eravamo sotto attacco dei giudici ho dato le dimissioni per aiutare la Lega. Ma altri hanno pensato di avere il via libera per cacciare gli altri. Non va bene così». Perciò, dopo le elezioni, si ricandiderà a segretario.

da Europa Quotidiano 14.02.13