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"Bersani: unioni civili entro un anno. Il leader Pd annuncia anche la legge contro l’omofobia entro i primi sei mesi", di Simone Collini

L’impegno ad approvare una legge sull’omofobia in sei mesi e una sulle unioni civili entro un anno, la conferma che non romperà l’alleanza con Vendola, che anzi vede come «uomo di governo», e poi l’offensiva contro un Berlusconi che «si sente minacciato se si parla di regole» e contro una Lega «che con le famose ronde padane non ha fermato la ‘ndrangeta, che anzi è si è infiltrata nella giunta regionale in Lombardia». Bersani va al rush finale della campagna elettorale senza cambiare registro, deciso a «non raccontare favole» e però annunciando quel che sicuramente farà una volta a Palazzo Chigi. Intanto, per quel che riguarda le alleanze: «Vendola sta governando una Regione, a differenza di quello che pensano tanti altri, io penso a lui come un uomo di governo», dice il leader del Pd a uso e consumo di Monti e soci. «Inutile che mi dicano “con Vendola no”, perché allora vuol dire no con Bersani, punto».
Ma soprattutto, il candidato premier del centrosinistra mette in chiaro che non mancherà di fedeltà ai suoi valori e convincimenti quale che sia la maggioranza che si verrà a creare in Parlamento dopo il voto di domenica e lunedì. In un messaggio inviato alla convention organizzata a Roma da Agedo, Arcigay, Arcilesbica, Equality Italia, Famiglie Arcobaleno, Bersani si è impegnato a estendere, entro sei mesi, la Legge Mancino anche ai reati di omofobia e transfobia e ha dichiarato che entro un anno dall’eventuale elezione a Palazzo Chigi prenderà «la legge tedesca sulle unioni omosessuali» per «tradurla nella legislazione italiana», compreso «il nodo del riconoscimento del diritto del bambino che cresce all’interno di un nucleo famigliare omogenitoriale a vedere riconosciuto dalla legge il legame affettivo con il genitore non biologico, soprattutto nei casi di malattia o morte del genitore biologico» (nel messaggio Bersani ha anche ricordato come sia necessaria una legge sul divorzio breve e una seria revisione della legge 40).
Diritti civili, norme su lavoro e occupazione, misure per la legalità sono i tasti su cui il leader Pd continuerà a battere nei prossimi giorni. A Grillo, che se ne esce con la proposta di «una commissione d’inchiesta sui vertici Pd», Bersani chiede di «rispondere di alcune cose», a cominciare da questa: «Visto che va dicendo che non ci sono più destra e sinistra, gli chiedo io: ma il figlio di un immigrato, nato qui, che studia con i nostri ragazzi, è italiano o no? Io penso di sì, lui è sempre convinto di no?».
Ma l’obiettivo principale rimangono Berlusconi e la Lega. Al primo che dice di essere «minacciato» da Bersani perché vuole una legge su conflitto di interessi, anticorruzione, falso in bilancio,
il leader del Pd replica: «È curioso Berlusconi, io non minaccio nessuno però prendo atto che tutte le volte che si parla di regole Berlusconi si sente minacciato». All’ex premier, che fa sapere di avere il «sogno prima di morire» di passare sul Ponte sullo Stretto di Messina, Bersani fa anche presente che ormai è ampiamente dimostrata una cosa: «Il ponte sullo Stretto è una di quelle cose che porta fuori strada, fa discutere, spendere soldi per niente. Senza risultati». Mentre alla Lega manda a dire: «Non dimentichiamo perché in Lombardia si va al voto anticipato. Le famose ronde padane non hanno fermato la ‘ndrangheta, che anzi è arrivata fino alla giunta regionale in Lombardia».
Parole dette ieri dalla Puglia ma che oggi Bersani ripeterà a Piazza Duomo, all’appuntamento a sostegno di Umberto Ambrosoli a cui il leader del Pd parteciperà insieme anche a Giuliano Pisapia, Nichi Vendola e Bruno Tabacci. La sfida in Lombardia è doppiamente importante, per ottenere la maggioranza al Senato e per impedire che a riconquistare il governo della Regione sia l’asse Pdl-Lega. Ironizzando sulla promessa di Berlusconi di restituire i soldi dell’Imu e sull’annuncio di Roberto Maroni di coniare una nuova moneta in Lombardia in caso di vittoria, Bersani dice polemicamente: «Ora vuole coniare il “Marone”, ma sappiano che i 4 miliardi e mezzo delle quote latte li devono restituire in euro, non in “Maroni”».
L’iniziativa di oggi a Milano sarà importante, ma per avere la maggioranza al Senato sarà decisivo conquistare il premio di governabilità anche in Sicilia. Non a caso, mercoledì Bersani sarà a Palermo insieme a Matteo Renzi e Rosario Crocetta. La giornata di venerdì, per la chiusura della campagna elettorale, sarà invece dedicata soprattutto agli appelli al voto in tv.

l’Unità 17.02.13

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Il «pacchetto giovani» del Pd: sgravi mutui, tempo pieno, salario minimo. Pronte le misure per rilanciare il lavoro con incentivi alle nuove assunzioni e contrastare la precarietà,
di simone Collini

Al quartier generale del Pd lo definiscono «pacchetto giovani». Sono due pagine, frutto della selezione e sintesi delle proposte messe a punto dai diversi dipartimenti del partito: Economia e Lavoro ma anche Scuola, Ambiente, Cultura. Alcune Pier Luigi Bersani le ha già annunciate nei giorni scorsi, altre le lancerà in quest’ultima settimana di campagna elettorale. Come ripete infatti il candidato premier del centrosinistra in pubblico come in privato, primo (con obiettivo polemico Berlusconi) «da questa crisi si esce non raccontando favole ma presentando proposte concrete per creare lavoro» e, secondo (differenziandosi da chi come Monti parla ancora di correzioni da apportare allo Statuto dei lavoratori) «maggiore occupazione si crea non con nuove regole per il mercato del lavoro ma rilanciando l’attività economica». E il documento che via via sta illustrando Bersani parla proprio di questo.
In cima alla lista c’è una misura per immettere liquidità e permettere alla Pubblica amministrazione di pagare i debiti arretrati alle piccole e medie imprese. Nella proposta messa a punto dal Pd si parla di 10 miliardi l’anno per cinque anni che possono essere trovati mediante emissioni di titoli del Tesoro sul modello dei Bpt Italia e che consentirebbero un rafforzamento finanziario delle imprese e quindi un’incentivo per innovazione e nuove assunzioni.
Ma siccome per superare la crisi è anche necessario rilanciare i consumi e favorire la stabilità, le nuove assunzioni non dovranno essere sotto il segno della precarietà. Per questo nel pacchetto preparato in vista della sfida del governo c’è una parte corposa dedicata a come incentivare i contratti a tempo indeterminato e a come realizzare una rete di tutele per i lavoratori assunti con contratti a tempo determinato. Nel documento si parla di una «graduale convergenza» tra quanto versato per chi ha contratti a termine e chi ha un lavoro stabile («un’ora di lavoro a tempo determinato non può costare meno di un’ora a tempo indeterminato», è la battuta a cui ricorre spesso Bersani). Una misura, si precisa nel testo che dovrebbe diventare operativo in caso di vittoria alle elezioni della prossima settimana, «da considerare come primo tassello di una complessiva riforma del sistema fiscale per alleggerire il carico sui redditi da lavoro ed impresa». Il paragrafo dedicato a come «superare la precarietà» prevede anche l’«introduzione di un salario o compenso minimo, determinato in riferimento agli accordi tra le parti sociali, per i lavoratori e le lavoratrici escluse dai contratti collettivi nazionali di lavoro», la definizione di «una base di diritti comune a tutte le forme di lavoro: dall’indennità di disoccupazione alla universalizzazione dell’indennità di maternità all’indennità di malattia» e il sostegno ai contratti di apprendistato «attraverso la semplificazione delle procedure autorizzative, la ridefinizione dei requisiti formativi e la revisione degli incentivi alla stabilizzazione».
Un’altra proposta su cui punta molto il Pd riguarda un piano di riqualificazione per scuole e ospedali da finanziare con i fondi strutturali europei e con quanto recuperato da una riduzione delle spese militari. Secondo i calcoli effettuati dai dipartimenti del partito, le operazioni per la messa in sicurezza, l’efficienza energetica, la manutenzione e la bonifica da amianto dovrebbero ammontare a 7 miliardi e mezzo da investire nell’arco di tre anni. Cifra che verrebbe trovata, oltre che attingendo ai fondi Ue, lavorando su una diminuzione delle spese militari: il bilancio della Difesa ammonta per il 2012 a 19,96 miliardi di euro, pari all’1,2% del Pil, e in prospettiva dovrebbe aumentare a 20,93 miliardi di euro per il 2013, ma per Bersani si tratta di spese ingiustificate, tanto più a fronte della crisi in corso.
Per quanto riguarda l’occupazione femminile, il pacchetto di proposte prevede una serie di incentivi fiscali per le mamme che lavorano e anche un ampliamento dell’offerta degli asili nido. Nel documento si parla di una detrazione fiscale di 100 euro al mese per le lavoratrici con figli minori di 6 anni (che si andrebbe ad aggiungere alle detrazioni per figli a carico già vigenti). «Alla copertura delle minori entrate Irpef, circa 1,2 miliardi di euro all’anno si legge nel testo si provvede mediante la riduzione delle tax expenditure relative alle assicurazioni private».
Il pacchetto prevede anche un piano di piccole opere che possano realizzare gli enti locali con una deroga al Patto di stabilità interno, il rilancio dell’economia verde, lo sviluppo della banda larga e aiuti alle imprese attraverso il credito d’imposta per la ricerca e l’innovazione. Nel documento si parla però anche della necessità di ripristinare un adeguato numero (40 mila) di borse di studio (nel testo si sottolinea che il diritto allo studio è garantito solo al 9% della popolazione studentesca, mentre in Francia e Germania si registra una percentuale del 25) e di un’operazione con la Cassa depositi e prestiti (per una somma di 2 miliardi) per favorire l’accensione di mutui per l’acquisto della prima casa da parte delle giovani coppie.

L’Unità 17.02.13