attualità, politica italiana

"Napolitano: l'Italia non è allo sbando", di Lina Palmerini

«Non c’è un’Italia allo sbando e non vedo la possibilità di un contagio perché noi non abbiamo preso nessuna malattia». Le prime parole di Giorgio Napolitano a Berlino cercano di fermare la scia di polemiche e preoccupazioni sull’instabilità politica italiana e la possibilità che contamini l’area dell’euro. I giornali tedeschi sono zeppi di titoli in prima pagina sull’Italia, non solo per l’incidente provocato da Peer Steinbrück sui due «clown» – Berlusconi e Grillo – ma anche per le frasi del ministro delle Finanze tedesco Schäuble sul «rischio contagio» da un Paese che appare sempre più simile alla Grecia. E allora tocca al capo dello Stato – che ha un ruolo chiave nella soluzione del puzzle politico – rassicurare i suoi interlocutori tedeschi. Aveva già incontrato a Monaco il presidente della Repubblica federale Joachim Gauck ma ieri, a Berlino, il faccia a faccia è durato a lungo, così come lungo è stato il colloquio con Angela Merkel. Le pressioni affinché si trovi – in fretta – una via d’uscita sono molte ma altrettanto forti sono le preoccupazioni che il futuro Governo non rispetti la tabella di marcia europea.
È quindi in questa chiave che si devono leggere le parole che Napolitano pronuncia accanto al presidente Gauck nel breve incontro con la stampa che segue il colloquio al Castello di Bellevue. «L’Italia non è senza Governo. L’attuale Governo è in carica fino al giuramento del nuovo e Monti rappresenterà l’Italia al Consiglio europeo di metà marzo e lo farà in continuità con la sua azione prendendosi tutte le responsabilità, anche consultando le forze politiche uscite dalle elezioni». Ecco che il capo dello Stato vuole essere chiaro: «La strada dell’Italia non può non essere in Europa, faremo la nostra parte di sacrifici».
Ma il tema nell’agenda dei suoi colloqui è anche sulla tabella di marcia strettamente interna: cioè il nuovo Governo e se sarà possibile fare più in fretta. Ma il presidente frena sui tempi: «Non vedo quali siano le possibilità di accelerazione: non c’è stata nemmeno la proclamazione degli eletti in Parlamento, ci deve essere la verifica di tutti gli eletti e secondo la Costituzione le Camere devono riunirsi entro 20 giorni dal voto e la data per l’insediamento delle nuove Camere c’è già ed è il 15 marzo». Dunque, la data di partenza del percorso verso la formazione del nuovo Governo resta dopo il 15 marzo: «Le consultazioni non potranno iniziare fino a quando non saranno prima costituiti i gruppi parlamentari».
Un percorso pienamente compreso sia dal presidente Gauck – che ha escluso un rischio contagio dall’Italia – sia dalla cancelliera Angela Merkel. Con entrambi il presidente Napolitano ha parlato molto di Italia ma moltissimo di Europa spingendo soprattutto sul tema della crescita. Tema condiviso anche se con la premessa d’obbligo che l’Italia «si assumerà le proprie responsabilità facendo la sua parte di sacrifici». L’appendice di Napolitano è, però, ciò che fa la differenza: «È essenziale che questo processo venga integrato da adeguate decisioni comuni per il rilancio dello sviluppo economico e sociale». Non è la prima volta che Napolitano batte su questo tasto sapendo che democrazia e crescita sono i punti cruciali del futuro europeo. E lo ribadisce «alla fine del suo mandato, in questa mia ultima visita di Stato», come ribadisce più volte quasi a voler scacciare le ipotesi di chi a Roma vuole la sua rielezione. Nel colloquio Angela Merkel ha espresso «fiducia nel senso di responsabilità delle forze politiche italiane che devono in questa situazione complessa formare un governo in grado di agire», riferisce il portavoce Steffen Seibert che parla di un’atmosfera «amichevole» nella quale tutti i punti sono stati toccati, anche quelli spinosi, come il difficile compito che spetta a Napolitano a cui la Cancelliera ha augurato «di avere successo».
Intanto resta una piccola coda sulla gaffe di Peer Steinbrück che Napolitano ieri ha definito «uno spiacevole imprevisto: ognuno è libero di pensare quello che crede però quando si parla di libere elezioni in un paese amico non si deve venir meno alla discrezione e al rispetto». Oggi è l’ultimo giorno della sua visita di Stato ma con il presidente Gauck c’è già un impegno in agenda: andare insieme a Sant’Anna di Stazzema in segno di un’amicizia solida tra Italia e Germania rinata dopo la guerra e tante storie tragiche.

Il Sole 24 Ore 01.03.13