Il premio Nobel Rita Levi Montalcini, in una telefonata a Walter Veltroni, ha espresso il suo vivo apprezzamento per le proposte sulla ricerca e l’innovazione illustrate ieri dal segretario del Partito Democratico.
”La proposta avanzata da Walter Veltroni sulla ricerca è certamente molto positiva e va nella direzione giusta per dare delle possibilità ai più giovani, rappresentando un primo passo per tener conto delle difficoltà delle nuove generazioni ad inserirsi nel mondo della ricerca”. Lo dichiara Francesco Sylos Labini, fisico e senior grant presso il Centro studi e ricerche Enrico Fermi di Roma. “La speranza – aggiunge Sylos Labini – è che questa iniziativa si inserisca in un quadro di riforma globale del sistema università-ricerca. Oggi a fronte di 60mila docenti ci sono circa lo stesso numero di ricercatori senza un contratto permanente e in Italia la popolazione accademica è la più anziana del mondo industrializzato, come si evince dai dati OCSE. La carriera è poco legata al merito scientifico ma piuttosto all’anzianità di servizio e gli stipendi sono molto squilibrati tra gli anziani ed i giovani. La riforma dell’università’ e del sistema ricerca – prosegue lo scienziato – riguarda un problema strutturale che richiede un’analisi dettagliata della situazione e l’elaborazione di una strategia politica che abbia una prospettiva almeno decennale, per poter portare finalmente l’Italia ai livelli europei. Spero che il PD lavorerà per migliorare la situazione, ringiovanire il corpo docente con un flusso costante di ingressi nel tempo, aumentare la meritocrazia e garantire la trasparenza nei concorsi”.
“Davvero ottime le proposte presentate oggi dal segretario Veltroni sulla ricerca scientifica. L’Italia ha bisogno di ripartire innanzitutto dallo sviluppo e non può esserci alcuno sviluppo durevole e innovativo senza un adeguato investimento, culturale ed economico, nella ricerca. Lo dico da candidato del Pd e da imprenditore”. E’ quanto dichiara Matteo Colaninno, capolista del Partito Democratico alla Camera nella lista di Milano. “I nostri giovani cervelli devono poter scegliere di rimanere in Italia, perché è da loro che dipende la sfida per la modernità e per il futuro del Paese. E bene – aggiunge Colaninno – il previsto coinvolgimento delle imprese, chiamate ad investire nei progetti di eccellenza in cambio di importanti agevolazioni fiscali. E’ indispensabile una cerniera di collegamento tra ricerca e impresa – sottolinea Colaninno –, così come già avviene da anni in altri paesi, sia per coinvolgere e rendere protagonisti gli imprenditori in temi tanto decisivi per la modernizzazione e lo sviluppo, sia per creare i presupposti per una ricaduta il più possibile efficace nell’industria e nei servizi”.
Roberto Vacca – ingegnere elettrotecnico, libero docente in Automazione del Calcolo all’Università La Sapienza di Roma e docente di Computer, Ingegneria dei Sistemi, Totale della Qualità all’Università statale di Milano – ha invece fatto pervenire alla sede del Partito Democratico una mail nella quale si legge: “Il Disegno di legge sulla ricerca scientifica che si propone di presentare il PD nella prossima legislatura è un segnale positivo: vitale. Le considerazioni illustrative che lo precedono sono informate e sottolineano l’importanza assoluta del problema. Finora nessuna formazione politica aveva avanzato un piano così concreto ed efficace – si legge ancora nella mail –. Il quadro di riferimento presentato da Veltroni chiarisce drammaticamente, però, che il ritardo maggiore è costituito dalle industrie private che investono in ricerca e sviluppo solo lo 0,4% del PIL, mentre in USA, Giappone e Paesi Scandinavi il livello è cinque volte più elevato. Sarà opportuno – e ci attendiamo – che il Partito democratico, vinte le elezioni, eserciti azioni energiche e illuminate sull’industria privata. Non si tratta solo di incentivi. Le imprese dovranno essere stimolate a creare reti di piccole e medie industrie che costituiscano aziende virtuali – con l’appoggio delle industrie maggiori. In questo modo – scrive ancora Vacca – potrà essere superata la soglia di massa critica che porti anche le aziende minori a innovare adeguatamente. E’ condizione necessaria per liberare il Paese dal blocco che da decenni limita gli investimenti totali in ricerca e sviluppo intorno all’uno per cento del PIL. La strategia di Lisbona ci impegna a raggiungere il 3 per cento. Questa considerazione, però, è marginale. Raggiungere e superare il 3 % del PIL investito in ricerca è condizione vitale per lo sviluppo e per la sopravvivenza dell’Italia. I nostri giovani devono imparare a fare cose difficili, utili, richieste dai mercati internazionali. E’ questa la strada della prosperità e dello sviluppo culturale”.
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