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Ghizzoni: “Soldi a private? Da Gelmini ennesima trovata elettorale”

Dopo lo scippo alle scuole pubbliche nuovo ‘colpo’ di Tremonti e Gelmini, i Bonnie e Clyde all’italiana

“Sta a vedere che dopo aver scippato con la mano destra il portafoglio alle scuole statali con tagli draconiani a risorse e personale, adesso la Gelmini vuol farci credere che dando qualche spicciolo con la mano sinistra alle paritarie tramite i bonus si riqualifica la scuola italiana” – così la capogruppo del Pd nella commissione Cultura della Camera Manuela Ghizzoni, commenta le dichiarazioni del ministro all’istruzione – “Un conto sono le paritarie e un conto i diplomifici. Il bonus famigliare non distingue tra questi due modelli di scuola, ma distribuisce a pioggia le poche banconote avanzate dalla rapina che ‘Bonnie-Gelmini’ e ‘Clyde-Tremonti’ hanno fatto ai danni della scuola statale. Ieri la Gelmini, nel rispondere ad una interrogazione del PD, non si è assunta alcun impegno per risolvere i problemi rappresentati da quelle scuole private che in realtà sono veri e propri diplomifici e di quelle paritarie che approfittano della fragilità dei docenti precari per farli lavorare senza retribuzione in cambio del punteggio al fine della graduatoria, e nemmeno si è impegnata per intensificare la vigilanza e il controllo sul rispetto e la permanenza dei requisiti per il riconoscimento della parità scolastica. Una scelta che, a bene vedere, penalizza le scuole paritarie di qualità che pure vi sono. Oggi, in pompa magna e a mezzo stampa, come è ormai abituata a fare, il ministro conferma l’indifferenza a questi problemi, si auto-assolve rispetto al quadro preoccupante emerso dall’indagine dell’OCSE (dimenticando che tranne una breve parentesi di 18 mesi, la destra ha avuto la guida del ministero dell’istruzione dall’inizio del millennio) e annuncia una nuova riforma per introdurre il sostegno economico per chi studia nelle paritarie, sul modello di quanto già avviene in Lombardia. Un modello che, nei fatti, non promuove realmente il diritto allo studio e la qualità. Ma allora ci chiediamo: è davvero questo che oggi serve al sistema scolastico nazionale? O piuttosto, a pochi giorni dai ballottaggi, siamo di fronte ad uno slogan elettorale che getta fumo negli occhi alle famiglie e non salva l’arrosto bruciato dei problemi?”.

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