attualità, economia, lavoro

Disoccupazione giovanile al 29%

I dati Istat parlano chiaro: mai così tanti disoccupati dal 2004 ad oggi. Fassina: “Colpa grave di un governo concentrato da mesi sulle ragazzine a casa Berlusconi e di un ministro del Lavoro impegnato a tempo pieno a dividere i sindacati e a colpire i diritti dei lavoratori. Il tasso di disoccupazione giovanile a dicembre è pari al 29 per cento, con un aumento di 0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 2,4 punti percentuali rispetto a dicembre 2009. È il dato peggiore dal 2004 ad oggi per la generazione tra i 15 e i 24 anni. Lo comunica l’Istat. Sulla base di dati destagionalizzati e stime provvisorie il numero di occupati, sempre secondo l’Istat, risulta invariato sia rispetto a novembre 2010 sia su base annua. Il tasso di occupazione, pari al 57 per cento, risulta stabile rispetto a novembre e in riduzione di 0,1 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Il numero delle persone in cerca di occupazione risulta in diminuzione dello 0,5 per cento rispetto a novembre, e in aumento del 2,5 per cento rispetto a dicembre 2009. Il tasso di disoccupazione, pari all’8,6 per cento, rimane stabile rispetto a novembre; in confronto a dicembre 2009 il tasso di disoccupazione registra un aumento di 0,2 punti percentuali.

La disoccupazione maschile risulta in aumento dell’1,5% rispetto al mese precedente e del 6,5% rispetto su base annua. Il numero di donne disoccupate diminuisce del 2,7% rispetto a novembre e dell’1,7% rispetto a dicembre 2009. Il tasso di disoccupazione maschile è pari al 7,8%, in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto a novembre di 0,5 punti percentuali rispetto a dicembre 2009.

Il tasso di disoccupazione femminile è pari al 9,6%, in diminuzione di 0,3 punti percentuali sia rispetto al mese precedente e sia su base annua. Gli uomini inattivi diminuiscono dello 0,1% tra novembre e dicembre 2010 e aumentano dello 0,9% su base annua; il numero di donne inattive risulta in aumento dello 0,3% rispetto a novembre e in diminuzione dello 0,3% rispetto a dicembre 2009.

“Ancora una pessima notizia dal fronte lavoro. Ancora un aumento dei lavoratori e delle lavoratrici che, perché scoraggiati, rinunciano a cercare lavoro. Ancora un aumento dei giovani in disperata ricerca di lavoro: le generazioni più giovani passano dalla precarietà alla disoccupazione senza
speranza. Non è soltanto conseguenza della crisi globale, è anche colpa grave di un governo concentrato da mesi sulle ragazzine a casa Berlusconi e di un ministro del Lavoro impegnato a tempo pieno a dividere i sindacati e a colpire i diritti dei lavoratori. Berlusconi si deve dimettere. L’Italia ha bisogno di un governo per le riforme, per la crescita e il lavoro. Così Stefano Fassina, responsabile economico del Pd.

“Parole, parole, parole da parte del governo e intanto la disoccupazione giovanile raggiunge a dicembre il tasso record del 29%. è un fatto inquietante”. Lo dice Cesare Damiano, capogruppo Pd in commissione Lavoro della Camera.

“Mentre il ministro Sacconi – prosegue Damiano – promette interventi miliardari a sostegno dei giovani, quello che concretamente succede è il licenziamento di massa dei precari della pubblica amministrazione e la cancellazione delle misure del governo Prodi a vantaggio dei giovani, inserite nel protocollo del 2007. Che fine ha fatto il fondo di 150 milioni previsto nel triennio 2008-2010 che consentiva l’accesso al credito per le giovani generazioni? In esso si prevedeva un credito per il sostegno dell’attività intermittente per i para subordinati; un micro credito per il sostegno delle attività innovative con priorità per le giovani donne che migliorava l’esperienza dei prestiti d’onore; un fondo per il credito ai giovani lavoratori per finanziare il trasferimento generazionale delle attività delle piccole imprese, dell’artigianato e della cooperazione. Anche se il tempo è scaduto, aspettiamo ancora una volta il governo alla prova dei fatti. Il tempo delle chiacchiere è finito. Se il governo non ha la capacità di intervenire è meglio che vada a casa”.

www.partitodemocratico.it