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Giornata del ricordo: Napolitano "Non restare ostaggi del passato". Berlusconi assente alla cerimonia al Quirinale

Il capo dello Stato guarda al futuro europeo per superare, senza dimenticarle, antiche ferite. Alle celebrazione in memoria delle vittime delle Foibe non era presente il premier. Per il governo c’erano il ministro della Difesa, Ignazio La Russa e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta: “Per troppi anni c’è stato un silenzio oltraggioso e colpevole”. “La memoria sia coltivata. Ciascun paese ha il dovere di ricordare la propria storia, di non cancellare le tracce delle sofferenze subite dal proprio popolo” ma “l’essenziale è non restare ostaggi né in italia né in Slovenia né in Croazia degli eventi laceranti del passato”, con queste parole il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha celebrato al Quirinale la Giornata del Ricordo, in memoria delle vittime delle Foibe. Partendo dal passato, per guardare a un futuro comune e europeo.

“Posta fine a ogni residua congiura del silenzio, a ogni forma di rimozione diplomatica o di ingiustificabile dimenticanza, possiamo finalmente guardare avanti, costruire e fare progredire una prospettiva di feconda collaborazione sulle diverse sponde dell’adriatico. Il sacrificio delle generazioni che ci precedono non è stato vano se oggi possiamo costruire un avvenire migliore per i nostri popoli e per l’Europa”.

L’appartenza all’Europa come nuova frontiera per superare ferite antiche. Che non vanno dimenticate, ma non devono più dividere, né essere d’ostacolo. Riferendosi ai rapporti con la Slovenia e la Croazia, Napolitano ha preso atto di come “ci siano di fronte certe reazioni polemiche nei confronti anche di mie parole” pronunciate alcuni anni fa. Le incomprensioni sono state superate la scorsa estate con un incontro a Trieste e in occasione delle visita a Roma del presidente sloveno, Danilo Türk, “la prima che abbia avuto luogo dopo il
riconoscimento dell’indipendenza di quel Paese amico”. Oggi “ci auguriamo che presto l’Unione europea accoglierà anche Zagabria”.

La presenza di minoranze nazionali nei nostri tre paesi rievoca vincoli storici culturali che si snodano attraverso secoli di civiltà”, ha sottolineato ancora il capo dello Stato “il quadro di fondo è una nuova comunità di valori fra i tre paesi. Siamo, o stiamo per diventare, tutti cittadini europei”. Ragione per cui è oggi “possiamo finalmente guardare avanti, costruire e far progredire una prospettiva di feconda collaborazione sulle diverse sponde dell’Atlantico”, in un quadro di fondo che “è dunque una nuova comunità di valori tra i tre Paesi”.

E guardando avanti, Napolitano ha parlato anche di progetti. Come quello di costruire un Parco della Pace da Caporetto a Duino lungo la striscia di terra europea nella quale durante la Prima guerra mondiale morirono un milione di soldati di paesi che oggi fanno parte insieme dell’Unione europea. “Sarebbe un modo visibile di restituire alla nostra memoria, affinché il male non si ripeta più, il ricordo di tutti gli innocenti caduti, o assassinati, fra le petraie del Carso, nelle trincee del 15-18 e nelle foibe del 1945”, ha detto formulando la proposta facendo proprie le parole con cui ne aveva parlato poco prima Enzo Bettizza.

Napolitano ha quindi colto l’occasione per un nuovo appello a celebrare senza polemiche 1 il 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia. E’ necessario, ha spiegato Napolitano, “ritrovarsi tutti in progetti lungimiranti” e insieme richiamarsi “all’eredità del Risorgimento e del concorso di tanti patrioti delle terre adriatiche. Facciamolo nelle spirito di serene e riflessive celebrazioni”.

In sua presenza il discorso introduttivo al Quirinale è stato fatto dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta che prima del saluto iniziale ha consegnato delle medaglie ai familiari degli infoibati. “Per troppi anni c’è stato un silenzio oltraggioso e colpevole”, ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, sottolineando come nel 2004 “finalmente l’Italia ha voluto dare un riconoscimento a quei familiari che portano l’umiliazione e la violenza subita dai propri congiunti. Da questa vicenda si deve trarre un insegnamento. Anche le vittime – ha concluso – hanno contribuito a fare l’Italia. E’ stata una tragedia immane”.

Alla cerimonia non era presente il premier, Silvio Berlusconi. Ieri il premier, parlando all’ufficio di presidenza del Pdl, aveva annunciato l’intenzione di incontrare oggi il capo dello Stato. Il Quirinale, poco dopo, aveva smentito che fosse in agenda un incontro. Per il governo oltre a Letta c’era il ministro della Difesa, Ignazio La Russa. Presenti anche i vicepresidenti di Senato, Rosy Mauro, e della Camera, Antonio Leone, oltre al giudice della Corte costituzionale, Paolo Maria Napolitano, e al capo della Polizia, Antonio Manganelli. A rappresentare i familiari delle vittime il presidente dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, Lucio Toth.

In occasione del giorno del ricordo, anche il presidente del Senato Renato Schifani ha voluto rivolgere lo sguardo al futuro: “Che la tragedia di una terra e di un popolo non sia dimenticata. Che un’Europa finalmente libera dalle contrapposizioni etniche e dal desiderio di vendetta possa essere la patria comune nel cui seno – ha detto Schifani – le due sponde dell’adriatico ricordino la loro storia con la serenità e la forza di chi respinge convintamente il male del proprio passato e, forte della propria memoria, guarda all’avvenire con ottimismo”.

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Foibe: «Bene coltivare la memoria,
ma non restiamo ostaggi del passato»
Per il governo presenti Letta e La Russa. Non c’è Berlusconi

«Il mio primo discorso del 10 febbraio, nel 2007, volle porre fine a ogni residua “congiura del silenzio”, a ogni forma di rimozione diplomatica o di ingiustificabile dimenticanza rispetto a vicende così tragiche. È importante che quella nostra scelta, per legge dello Stato e per iniziativa istituzionale, sia stata via via compresa al di là dei nostri confini, che certe reazioni polemiche nei confronti anche di mie parole si siano dissolte». È iniziata così al Quirinale, con queste parole del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano la celebrazione ufficiale della Giornata del Ricordo, in memoria delle vittime delle foibe. Alla presenza del presidente della Repubblica il discorso introduttivo è stato fatto dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, che prima del saluto iniziale, ha consegnato delle medaglie ai familiari degli infoibati.

OSTAGGI DEL PASSATO – «L’essenziale è non restare ostaggi nè in Italia, né in Slovenia, né in Croazia, egli eventi laceranti del passato. L’essenziale è, secondo le parole dello stesso presidente Turk, non far nascere ancora ‘conflitti dai ricordì» dice il presidente della Repubblica. Il capo dello Stato sottolinea che «in ciascun paese si ha il dovere di coltivare le proprie memorie, di non cancellare le tracce delle sofferenze subite dal proprio popolo». Ma, continua, «possiamo finalmente guardare avanti, costruire e far progredire una prospettiva di seconda collaborazione sulle diverse sponde dell’Adriatico». Napolitano ricorda che «l’Adriatico, dopo aver sofferto a lungo lacerazioni e conflitti, viene oggi trasformato dalla prospettiva euroaltantica. Le nuove generazioni, slovene, croate, italiane – continua – si riconoscono in una comune appartenenza europea che arricchisce le rispettive identità nazionali». Secondo il presidente della Repubblica, «la presenza di minoranze nazionali nei nostri tre paesi rievoca vincoli storici e culturali che si snodano attraverso secoli di civiltà e costituisce una ricchezza comune di cui far tesoro. Il quadro di fondo è dunque- osserva Napolitano- una nuova comunità di valori fra i tre paesi. Siamo ormai, o stiamo per diventare, tutti cittadini europei. Possiamo perciò guardare al passato come sono riusciti a fare tanti altri Stati dell’Unione e dell’Alleanza Atlantica dopo essersi combattuti aspramente e con devastazioni profonde e reciproche. Il sacrificio delle generazioni che ci precedono non è stato versato invano se oggi possiamo insieme costruire un avvenire migliore per i nostri popoli e per l’Europa».

BERLUSCONI – Alla cerimonia non è presente il premier, Silvio Berlusconi. Per il governo oltre a Letta c’è il ministro della Difesa, Ignazio La Russa. Fra i presenti anche i vicepresidenti di Senato, Rosy Mauro, e della Camera, Antonio Leone, oltre al giudice della Corte costituzionale, Paolo Maria Napolitano, e al capo della Polizia, Antonio Manganelli. A rappresentare i familiari delle vittime il presidente dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, Lucio Toth.

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