Giorno: 10 Febbraio 2011

"Più che una frusta, un boomerang", editoriale da Europa Quotidiano

Ieri sul sito del Wall Street Journal, il quotidiano della business community ora proprietà di Murdoch, Berlusconi era in prima pagina. Ma non per il piano di rilancio dell’economia italiana, che si è confermato alla fine esaurirsi nell’ipotetica modifica di tre articoli della Costituzione. No, Berlusconi interessava al Wsj per la notizia del possibile rinvio a giudizio (seguiva anche sondaggio on line, che per quel che vale vedeva un 78 per cento di favorevoli all’incriminazione). Può darsi che la notizia sia considerata di scarso rilievo: già, che importa agli italiani dell’opinione dei media finanziari esteri? Allora però come valutare la scena alla quale abbiamo assistito ieri mattina, con Tremonti che, chiamato a dare appoggio e sostanza al “piano” appena illustrato dal presidente del consiglio, esordisce dicendo : «Starò poco, devo prendere un treno»? Va bene, ci siamo capiti. E hanno capito anche gli uomini-chiave dell’economia italiana, che nei giorni scorsi sul Sole 24 Ore avevano ripetuto all’unisono: dell’articolo 41 ci importa poco, speriamo in misure concrete. Hanno avuto la loro risposta. Bonanni, sceso dal viaggio …

"Perché è giusto non lavorare nel giorno dell´Unità d´Italia", di Adriano Prosperi

Il 17 marzo 1861 si riunì a Torino il primo Parlamento e venne proclamato il Regno d´Italia. Era nata la nazione come realtà politica. Fino ad allora l´Italia era stata solo una espressione geografica. Per ricordare quella data faremo festa il prossimo 17 marzo. La faremo davvero? La data si avvicina e le voci critiche, dubbiose, ironiche si moltiplicano. Oggi la possibilità, il pericolo che la festa venga cancellata si sono fatti tangibili. Su di un´opinione pubblica frastornata, in un paese diviso profondamente da disuguaglianze di beni, di consumi e di diritti, dove le diversità che consideravamo la ricchezza e l´originalità dell´Italia oggi appaiono improvvisamente come cesure insanabili, cala l´ombra del dubbio: un dubbio che investe la festa come simbolo e che nel simbolo ferisce in modo grave il dato reale. Perché se muoiono i simboli l´entità che essi rappresentano comincia a cessare di esistere: la morte del simbolo nella coscienza comune significherebbe che l´Italia che apparentemente continuerebbe a esistere sarebbe un fantasma privo di vita. Ma vediamo gli argomenti. Perché questa festa non s´ha …

"Scuola, la Consulta boccia la norma. Da rifare le graduatorie dei precari", di Alessandra Migliozzi

Un docente che decide di spostarsi in una provincia diversa dalla propria per lavorare non può essere ‘punito’ infilandolo in coda alla graduatoria della nuova città senza tenere conto del suo punteggio. La Corte Costituzionale boccia il ministro Gelmini e offre uno spiraglio a 15mila precari che ora potrebbero reclamare una cattedra proprio perché sono finiti in fondo alle liste dei supplenti dopo un trasferimento. Con la sentenza numero 41, resa nota ieri, i giudici di palazzo Spada in sostanza dichiarano illegittime le attuali graduatorie perché sono state compilate violando la Costituzione. Nel 2009 la cosiddetta legge salva-precari ha infatti stabilito che per il biennio 2009/2011 chi voleva trasferirsi in una provincia differente dalla propria doveva mettersi in coda. Una norma voluta dalla Lega per mettere in salvo i ‘propri’ insegnanti dall’“invasione” (peraltro più supposta che reale) dei prof del Sud, un eccesso di campanilismo che ora viene punito. Secondo la Consulta la legge salva-precari, quando parla di graduatorie, non tiene conto del merito e del principio di uguaglianza sancito dall’articolo 3 della Costituzione: chi …

"Il resto di niente", di Massimo Giannini

La «scossa all’economia» è una riscossa dell’ipocrisia. Un governo senza forze e senza risorse finge di rianimarsi spacciando al Paese l’ennesima «telepromozione», fatta di inganni conclamati e materiali riciclati. È persino imbarazzante commentare i «provvedimenti» del Consiglio dei ministri. È imbarazzante commentare quei provvedimenti per l´avvilente inconsistenza della quale sono caratterizzati e la stupefacente impudenza con la quale sono stati presentati. Quello per la crescita non è un «pacchetto», com´è stato definito in pompa magna dagli «sponsor» che l´hanno illustrato in conferenza stampa a Palazzo Chigi. È un vero e proprio «pacco», come purtroppo si incaricheranno di dimostrare i duri fatti dei prossimi mesi. Non è una «riforma storica», come si è affrettato a giudicarla un ministro Sacconi sempre troppo incline a scomodare le grandi categorie del pensiero, di fronte ai piccoli imbrogli quotidiani di una maggioranza povera di idee ma ricca di ideologie. È piuttosto la «bufala del secolo», come pare l´abbia bollata nelle chiacchiere da corridoio un altro ministro, più propenso a riconoscere il vero e il falso e a non confondere gli …

Liberalizzazioni: dal PD 41 norme ad effetto immediato

Ecco la risposta Pd alla propaganda berlusconiana: 35 proposte subito in rete, per discuterle con gli italiani. Non per modificare l’art.41 ma per aiutare i consumatori e le imprese, abbassare i prezzi, sbloccare gli investimenti, creare lavoro. Quarantuno norme ad effetto immediato e nessun altro show di propaganda. Questa è la risposta del Pd alla nuova mossa di Berlusconi che vuole modificare tre articoli della Costituzione per dare “una scossa per l’economia”. Per Bersani “qui non c’è nessuna scossa e nemmeno il solletico. Siamo davanti ad un insieme di norme astratte, calendari, rinvii a nuove norme. Insomma niente di concreto”. L’azione del Pd è la prima risposta alla nuova campagna mediatica con cui, questa mattina, il Consiglio dei ministri ha dato via libera al disegno di legge costituzionale recante modifiche agli articoli 41, 97 e 118, comma quarto, della Carta sulla libertà di impresa e ha approvato il decreto sugli incentivi. Il governo pensa di risollevare l’economia con incentivi pari all’1,5 del Pil. “Se arrivano all’1,5% prendo il saio – ha continuato il leader del …

"Precari, la scadenza del collegato al lavoro slitta al 31 dicembre", di A.G.

A posteriori non si può definire inutile, ma sicuramente evitabile l’affannosa corsa contro il tempo intrapresa a gennaio da almeno 40.000 di precari per non incappare nella perdita di alcuni diritti, come rivendicare l’assunzione in ruolo con tre anni di supplenze alle spalle o l’anzianità di carriera che contempli per intero il pre-ruolo: il 9 febbraio le commissioni Affari costituzionali e Bilancio del Senato hanno infatti approvato, con il parere positivo del Governo, un emendamento al Milleproroghe presentato da Achille Passoni (Pd), attraverso cui i lavoratori precari si sono visti slittare quasi di un anno l’applicazione della norma del Collegato sul lavoro che fissava inizialmente in 60 giorni il termine per l’impugnazione dei licenziamenti. Nel testo dell’emendamento approvato si legge che “in sede di prima applicazione, l’applicazione delle disposizioni di cui al comma 1 relative al termine di sessanta giorni per l’impugnazione del licenziamento è prorogata al 31 dicembre 2011”. Secondo il promotore della proposta di modifica legislativa, con lo slittamento “finalmente si riesce a salvaguardare in questa legislatura una norma che tutela chi lavora, …

Caso Ruby, Bersani: "Con Berlusconi credibilità Paese distrutta"

Il segretario del PD smonta la persecuzione giudiziaria denunciata dal premier. E su lavoro e federalismo avvisa: “Possibili solo riforme condivise. Le norme sul lavoro non ci convincono, va cambiata la normativa ma in un altro modo: aggredendo la precarietà, garantendo un salario minimo a chi non è coperto da contratto, decentrando la contrattazione ma con un modello, creando meccanismi di partecipazione dei lavoratori”. È una questione di credibilità, innanzitutto: Pier Luigi Bersani, durante la conferenza stampa in cui ha presentato le nuove liberalizzazioni del Partito Democratico, è tornato a chiedere le dimissioni del premier: “Se Berlusconi fosse, non dico uno statista, ma qualcosa che assomiglia ad uno statista, troverebbe il modo di levare il paese e se stesso dall’imbarazzo. In Parlamento – ha ribadito il leader Pd – arrivano solo cose che sono chiacchiere mentre andiamo avanti a ragionare di processo breve”. Sulla richiesta di giudizio immediato avanzata dai pm contro Silvio Berlusconi spiega che “la magistratura farà il suo lavoro ma non è solo questione di magistratura. Anche oggi ho ricevuto segnali disperati …