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"Voti, favori e privilegi ecco perché in Alto Adige il federalismo è d´oro", di Ettore Livini e Jenner Meletti

L´ex Parco dello Stelvio come regalo per l´astensione dei due deputati dell´Svp sulla fiducia a Berlusconi. Il presidente della provincia di Bolzano Durnwalder ha carta bianca sui monumenti che ricordano il fascismo. Bolzano ha un tesoro di cinque miliardi all´anno e si tiene in tasca il novanta per cento delle tasse. Hans Heiss, consigliere provinciale dei Verdi, dice che «dal cielo sta scendendo la manna». «Il nostro presidente Luiss Durnwalder è un mercante di buoi ma il suo mestiere lo sa fare. Mette sul piatto della bilancia i due voti dei deputati della Svp e in cambio riesce a portare a casa tutto. Da quando il governo Berlusconi è in bilico, quei due voti sono diventati un patrimonio. Bolzano ha conquistato la propria fetta del parco nazionale dello Stelvio e sulla delicatissima vicenda dei monumenti che ricordano il fascismo – e anche gli alpini – è arrivata carta bianca. Il ministro Bondi – per avere l´astensione dell´onorevole coppia Svp – ha mandato una lunga lettera che si può sintetizzare così: presidente Durnwalder, faccia quello che le pare».
Ma quanto costa, al resto d´Italia, “tenere buoni” gli altoatesini? La Provincia bolzanina si tiene in tasca il 90% delle tasse ma ha pronte nuove richieste. I bellunesi guardano l´Alto Adige così come la piccola fiammiferaia guardava l´oca arrostita sulla tavola della famiglia ricca.
Quanto rende, essere bolzanini? Che cosa succederà nell´ormai ex parco nazionale dello Stelvio, dopo che Bolzano comanderà la propria grande fetta? Gli alpini in carne e ossa, quelli del IV Reggimento, sono già stati sfrattati e mandati nel Veronese. Ci sarà lo sfratto anche per il monumento all´alpino di Brunico, ridotto a un moncone dopo lo scoppio di due bombe?
UN FEDERALISMO DA SOGNO
Il tesoretto annuo della Provincia di Bolzano è pari a 5,2 miliardi, di cui 3,5 miliardi derivanti da entrate tributarie. Da dove arriva questa montagna d´oro? Dalla devolution fiscale che oggi lascia sul territorio il 90% delle tasse raccolte a livello locale oltre a una quota di trasferimenti pubblici. Le entrate tributarie per abitante a disposizione di Durnwalder & C. sono pari a 8.514 euro l´anno contro ad esempio i 2.261 che gestisce la Lombardia di Roberto Formigoni e i 1.875 del Veneto.
Gli accordi sulla “compartecipazione” prevedono che Trento e Bolzano si tengono il 90% dell´Iva pagata in loco delle imposte sul registro, su successioni e donazioni, delle tasse automobilistiche, sulla benzina e le sigarette oltre ai proventi del lotto e al 100% dell´imposta sull´energia elettrica. Le regioni a statuto ordinario hanno diritto “solo” al 45% dell´Iva locale.
«Attenzione a non paragonare le mele con le pere», replica il nume tutelare della Svp. «Noi con quei soldi dobbiamo far funzionare le scuole, le università e gli ospedali. E pure garantire le infrastrutture primarie. Spese che altrove garantisce lo Stato». Certo. Di sicuro però i cittadini della provincia a più alto reddito d´Italia – 34.365 euro a testa, il 30,9% in più della media nazionale – pagavano nel 2008 meno tasse rispetto ai soldi che ricevevano da Roma.
Il Trentino Alto Adige incassava dallo Stato secondo la Cgia di Mestre 2.069 euro l´anno per abitante in più rispetto alle imposte pagate dai suoi cittadini («Oggi abbiamo rinunciato a 500 milioni di trasferimenti dalla capitale e siamo in pari», assicura il direttore finanze della provincia sudtirolese Eros Magnago). La Lombardia, per dire, versa al ministero delle Finanze una cifra superiore di 2.915 euro pro-capite rispetto ai trasferimenti e ai servizi ricevuti. E anche Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna hanno saldi negativi (per loro) nel rapporto dare-avere con la capitale.
COSA SUCCEDERÀ ORA ALLO STELVIO?
È stato il primo regalo, in cambio dell´astensione sulla fiducia a Berlusconi. «Il parco nazionale non aveva mezzi, mancavano soldi anche per il personale – dice Durnwalder – e noi faremo investimenti. Certo, qualcosa deve cambiare. Non si può escludere ad esempio l´agricoltura tradizionale e anche l´uomo, oltre ai cervi e agli stambecchi, si deve sentire a casa propria».
Il consigliere dei Verdi, Hans Heiss, vede nero. «Anche il parco dovrà rendere, come un´azienda. Durnwalder non avrà più le mani legate e non è difficile prevedere le sue proposte: ridurre le aree in cui è vietata l´edificazione, sveltire le pratiche urbanistiche, capitalizzare il patrimonio dell´acqua con la costruzione di centrali elettriche… Se un contadino chiederà di tagliare qualche ettaro di bosco per farne un meleto, chi dirà di no? La caccia? In pratica è già aperta. Non ci sono abbastanza guardie e i bracconieri hanno strada libera. Ogni tre o quattro anni bisogna fare lo “sfoltimento” e allora il presidente, che è cacciatore, invita duecento amici per l´abbattimento. Noi ci facciamo sempre consegnare l´elenco degli invitati a questo “jus venandi” e scopriamo che sono presidenti di società, direttori di bande musicali…».
Anche questo è un modo per fare capire che se stai con la Svp, e con il suo capo, puoi fare cose straordinarie. E non sempre il premio è la possibilità di sparare a un cervo.
Con l´accordo fra Durnwalder e il ministro Calderoli, prima di Natale, sono stati stanziati 40 milioni di euro destinati ai Comuni confinanti, per dare loro qualche soldo e creare una zona cuscinetto, quasi una barriera: soprattutto nel Bellunese tanti Comuni vorrebbero entrare nel nostro paradiso. La nostra Provincia è troppo buona? In realtà non regala nulla. Nel Comelico, ad esempio, ci sono impianti da sci ormai vetusti, che sono stati comprati dal re dei wurstel, Franz Senfter, altoatesino e amico del nostro presidente. Finanziare l´ammodernamento di quegli impianti, sarà come tenere i soldi a casa nostra».
IL BENESSERE SOTTO LE DOLOMITI
Ma come spende i suoi soldi l´Alto Adige? E poi, è davvero tutto oro quello che luccica? Se la risposta la devono dare gli altoatesini, non c´è dubbio: i soldi sono spesi bene. Bolzano è da anni saldamente al primo posto della classifica City Monitor sul gradimento del servizio pubblico da parte dei cittadini, con percentuali bulgare superiori al 75%. Le misurazioni sull´efficienza della pubblica amministrazione fatte dall´omonimo ministero vedono il Sud Tirolo primo alle voci ambiente, lavoro, Welfare e giustizia. «La disoccupazione è al 2,8%, l´economia del territorio va bene», snocciola orgoglioso il leader storico del Svp. E non a caso alla sua porta c´è la fila di comuni pronti a chiedere la secessione da Veneto e Lombardia per entrare in Sud Tirol.
A cercare il pelo (o forse qualcosa di più) nell´uovo, qualche problema c´è. Il federalismo sud tirolese, come capita spesso dove si accumula il denaro pubblico, ha creato anche una burocrazia costosa. Ogni altoatesino paga 1.231 euro l´anno per far funzionare gli uffici e gli organi istituzionali. I piemontesi ne sborsano 112, i lombardi 58. «In realtà noi spendiamo solo il 22% del budget per l´amministrazione – si difende Luigi Spagnolli, sindaco di Bolzano, appena punzecchiato sui costi comunali dai revisori – . La media nazionale è al 27%». L´indennità lorda mensile per il borgomastro bolzanino, secondo “Il Sole 24 ore”, è pari a 13.312 euro contro la media nazionale di 3.842 euro. E Calderoli ha accusato Durnwalder di guadagnare 36mila euro l´anno più di Barack Obama.
«Prendo un terzo (320.496 euro lordi l´anno, ndr) del direttore generale della Cassa di risparmio locale e penso di meritarmeli – dice lui – In Regione non ho stipendio e dei vecchi 16 collaboratori ne ho tenuto solo uno part-time».
MONUMENTO ALLA VITTORIA E A MUSSOLINI
«Hic patriae fines/siste signa…». «Qui sono i confini della patria. Pianta le insegne. Da qui educammo gli altri con la lingua, le leggi, le arti». Diciotto fasci littori aiutano a capire il significato della scritta latina sul monumento alla Vittoria, quella del 1918, con la conquista italiana del Sud Tirolo. Ci sono lavori in corso, e un cartello del ministero per i Beni culturali annuncia che si stanno spendendo 2.070.000 euro (gli appalti sono stati vinti da tre aziende di Treviso, Vigonza di Padova e Roma) per restaurare «architetture e decorazioni».
Ma l´altro giorno è arrivato il contrordine, firmato dallo stesso ministro, Sandro Bondi, che aveva finanziato i lavori. Difficile capire, fuori Bolzano, cosa sia la “questione monumenti”. Prova a raccontarla Alessandro Urzì, consigliere provinciale, ex An poi confluito nel Pdl e ora nel Fli di Fini. «Alcuni monumenti, come la Vittoria e il bassorilievo del Duce in piazza dei Tribunali, sono senza dubbio fascisti. Fasci littori, “Credere, obbedire, combattere”, ecc. Ma per noi di lingua italiana, anche per tanti della sinistra, non hanno più da decenni un significato ideologico.
Nel 2004, come Alleanza nazionale, abbiamo detto no al cambio di nome da piazza della Vittoria a piazza della Pace e abbiamo vinto con il 60% dei voti. Questo significa che abbiamo ottenuto consensi anche dai tedeschi e dagli italiani di sinistra. Solo gli Schutzen chiedevano di coprire o abbattere questi monumenti. La svolta avviene quando il governo Berlusconi, con la cacciata di Fini, si trova con una maggioranza in cui anche due voti, quelli della Svp, sono importanti. Per ingraziarsi Durnwalder (che ha bisogno di piacere alla destra tedesca perché anche la sua maggioranza non è più quella di un tempo) il ministro La Russa a novembre firma lo sfratto del IV Reggimento Alpini, e altri 400 italiani in divisa, più 200 familiari, escono da Bolzano e dalle liste elettorali. Con il primo voto a sostegno del cavaliere arriva lo Stelvio, con quello a favore di Bondi arriva il via libera alla Svp perché faccia quello che vuole dei monumenti».
IL PATTO DI ROMA
La lettera del ministro è chiara. Per i monumenti in questione sarà possibile una «diversa collocazione», e il «diverso collocamento potrà essere operato anche direttamente dalla Provincia». Per la prima volta dopo decenni il comandante degli Schutzen, Paul Bacher, dice che alla Svp «va di certo tributata una grande lode».
In compenso, il Pdl, già in crisi, si spacca in due e non riesce spiccicare parola. Monumenti, italianità, ecc. erano i temi forti del centrodestra bolzanino che ora non sa più a quale santo rivolgersi: a dare ragione a Durnwalder e Svp è infatti lo stesso centrodestra nazionale, perché i voti dei deputati Karl Zeller e Siegfrid Brugger potranno ancora essere indispensabili. «Vogliono spostare – dice il consigliere Urzì – anche il monumento all´Alpino di Brunico. Fu costruito negli anni ´30 e dopo la seconda guerra fu abbattuto, tirato giù con un paio di buoi. Ricostruito, è stato fatto saltare con il tritolo. Nel 1966 l´Ana, l´associazione nazionale alpini, ha fatto un nuovo monumento, con un Alpino della pace, senza armi. Anche questo è stato danneggiato da una bomba e ora resta solo la testa dell´alpino, con mezzo busto, su un enorme basamento. Anche questo dà fastidio e secondo Bondi la Provincia può deciderne il destino. Secondo me questo è servaggio culturale.
La Svp mette in discussione anche gli Ossari che sono a Colle Isarco, Burgusio e San Candido. Dice che bisogna mettere targhe che spieghino che non tutte le salme sono di soldati molti qui, che sono state portate da lontano per fare capire quanto sia costata la conquista di questa terra… Un cimitero è un cimitero, meriterebbe di essere lasciato in pace».
LA PICCOLA FIAMMIFERAIA
Come nella fiaba di Andersen, nelle valli confinanti tanti sognano di svegliarsi un giorno bolzanini per mettersi a tavola con l´oca arrostita. «Guardi questa tabella e capirà quanti soldi prendono i nostri colleghi albergatori».
Nessun nome, per carità. «I nostri cugini ricchi si arrabbiano, se raccontiamo i loro interessi. Comunque, la loro legge n.4 del 13 febbraio 1997, poi aggiornata, prevede almeno il 30% di finanziamento a fondo perduto per chi ristruttura un albergo, più il 10% se fai i bagni termali, più 10% per gli edifici vincolati, un altro 10% se la sede di impresa è in zona turisticamente poco sviluppata… Ma per essere “poco sviluppati” basta essere sotto i parametri di Aspen e S. Moritz, per cui tutti prendono soldi. Lì l´albergo te lo costruisci o lo ammoderni praticamente gratis».
Ma quali sono i vantaggi per chi gestisce gli hotel o fa l´affittacamere? A quanto ammontano gli investimenti? Il direttore delle finanze della Provincia di Bolzano mette le mani avanti. «Non credo che i vantaggi dei nostri albergatori, rispetto a chi è fuori provincia, siano superiori al 15%». Ma la statistica non si può smentire. Un sindaco dell´Alto Adige ha a disposizione il 78,2% di risorse in più rispetto a un sindaco del Bellunese. Per ogni euro incassato da Belluno, Bolzano ne incassa 63,56. Bolzano investe in sviluppo economico il 730% in più di Belluno.
UNA FESTA ITALIANA?
Dopo tutto questo, Luis Durnwalder annuncia che non ha nessuna intenzione di partecipare alle festa per il 150° dell´Unità d´Italia. «Siamo sotto L´Italia. Accettare va bene, festeggiare no. L´ho detto anche al Presidente Ciampi, quando mi chiese se mi sentivo italiano. Io gli risposi: mi sento sud tirolese, tirolese, parte della minoranza austriaca che vive in Italia e ho un passaporto italiano».
Le richieste al governo Berlusconi sono finite? «La mia fantasia non ha limiti. Vogliamo discutere i controlli della Finanza, per come vengono organizzati. Ci interessano le Poste. Le lettere potremmo consegnarle noi, con il personale degli uffici per il turismo. Ci sarebbe la questione del III programma Rai in lingua ladina…». L´elenco sarà pronto alla prossima fiducia.

La Repubblica 11.02.11