cultura

"Milleproroghe, Bondi lascia a secco la Lirica e lo Spettacolo", di Luca Del Frà

Alla Scala di Milano e alla Arena di Verona arriva un contentino, ma per il resto delle fondazioni liriche e dello spettacolo italiano la partita del “Mille proroghe” si chiude malissimo. Il reintegro, più volte promesso dal ministro Bondi, degli oltre 100 milioni di euro tagliati dalla finanziaria 2011 (ribattezzata legge di stabilità), si attesta appena a 15 milioni per la lirica di qualità –Maggio Musicale, Regio di Torino, Santa Cecilia, Comunale di Bologna e così via. Una mancia lanciata con disprezzo sotto il tavolo.

L’imbarazzo è palpabile e con apposito emendamento la Lega ha sentito l’esigenza di concedere, extra, 3 milioni di euro sia all’Arena di Verona che alla Scala, con il duplice risultato di non risolvere i problemi e, privilegiando i ricchi, creare ulteriore malcontento. Lascia molto perplessi la situazione della Fondazione veronese, che con la stagione estiva all’Arena, solo teatro al mondo con 20 mila posti, è l’unica a poter contare su cospicue entrate di botteghino per coprire i costi. A ciò s’aggiunga che malgrado l’indotto portato alla città in estate, il comune e gli imprenditori veronesi investono pochissimo nell’Arena, preferendo far pagare il conto agli altri, con l’aiuto della Lega.

Di fronte al crollo verticale dei fondi per la cultura – si pensi che il ministero dei beni e delle attività culturali con il governo Prodi nel 2006 assorbiva 0,30% del bilancio dello Stato, e nel 2011 dovrebbe scendere appena allo 0,16% –, l’unica iniziativa che è arrivata dal governo è quella di tassare gli spettatori dei cinema: un euro in più a biglietto. Ma anche qui ci sono figli e figliastri, infatti questa nuova tassa imposta dal governo Berlusconi esclude le sale parrocchiali, e i maligni sussurrano si tratti del primo acconto per un’indulgenza ma, come sottolinea sconcertato il senatore del Pd Vincenzo Vita, vicepresidente della commissione Cultura, «l’esclusione delle sale ecclesiali e religiose non salverà l’anima ai proponenti».

L’Unità 12.02.11