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"Oltre le mutande", di Massimo Gramellini

Mentre una casta di subrettine aspiranti onorevoli domina la scena mediatica, negli angoli meno illuminati della società le loro coetanee stanno dando la spallata definitiva al predominio del maschio. Qualsiasi statistica racconta ormai il sorpasso fra i sessi: le ragazze si laureano di più, conquistano più borse di studio, ottengono più posti come ricercatrici. Ma poiché lo fanno senza dimenare il sedere in televisione, non esistono. La civiltà dello spettacolo funziona così: tutto ciò che esce dal quadrilatero intrattenimento-sport-giornalismo-politica non dà visibilità e quindi non rientra nel dibattito pubblico.

Questa distorsione altera la percezione della realtà, al punto che oggi in Italia si scontrano due opinioni palesemente fasulle. La prima è l’opinione Così Fan Tutti: ogni uomo è un maiale e ogni donna una escort, e chi fa la morale al Silvio e alle sue amichette stia bene attento, perché gli scateniamo dietro un segugio che rivelerà al popolo i suoi altarini sessuali. La seconda è l’opinione Pochi ma Buoni: i virtuosi esistono e coincidono coi nemici del Silvio, una minoranza destinata a perdere sempre.

Per fortuna il mondo reale è un’altra cosa ed è fatto, anche in Italia, da uomini e donne che amministrano il proprio corpo con pudore e dignità, che non votano necessariamente tutti dalla stessa parte, che hanno sogni piccoli o grandi ma comunque diversi dal bunga bunga. E passano la vita a cadere e a rialzarsi, senza che nessuna tv, rivista o inchiesta si occupi mai del loro faticoso e glorioso cammino.

La Stampa 12.02.11