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"Per l'opposizione una chance, molti rischi", di Roberto D'Alimonte

Chi vincerà le prossime elezioni se si andasse al voto in tempi brevi ? I sondaggi fatti in questi ultimi giorni alimentano le speranze delle opposizioni ma vanno presi con molto cautela. Quando la percentuale di coloro che non rispondono alla domanda sul voto è superiore al 40 % occorre essere molto prudenti nel valutare il livello di consensi attribuiti ai vari partiti. Quel che invece si può rilevare con certezza sono due fatti Primo, esiste oggi un grado di indecisione e quindi di fluidità elettorale molto elevato, e superiore a quanto si è registrato nel passato. Secondo, la percentuale di voto del Pdl continua a scendere. Non si tratta di una frana ma di una lenta e costante erosione. I due fenomeni sono collegati.

L’elettorato del Pdl non è del tutto impermeabile agli scandali che coinvolgono il presidente del consiglio. Una parte di questi elettori ha già lasciato il partito di Berlusconi a favore della Lega Nord. Infatti fino ad oggi i sondaggi registravano da una parte il calo del Pdl e dall’altra la crescita della Lega. I guadagni dell’uno compensavano le perdite dell’altro. Il totale dei voti del centrodestra non cambiava di molto. La novità è che questo non sembra essere più vero. Cresce il numero dei berlusconiani confusi, spaesati, delusi ma non cresce la Lega. Cresce invece l’astensione e diminuisce contemporaneamente il consenso complessivo al centrodestra.

Così come stanno le cose oggi questo schieramento non è più stabilmente sopra ‘quota quaranta’ che rappresenta la percentuale minima di voti per poter sperare di conquistare il premio di maggioranza alla Camera. Questa situazione offre alle opposizioni una grande opportunità. Fino a ieri si ragionava sulla possibilità che la coalizione di centrodestra potesse vincere alla Camera ma non al Senato. La tendenza elettorale attuale indica che Berlusconi potrebbe perdere anche alla Camera pregiudicando in questo modo la possibilità che dopo il voto si possa comunque fare un governo di centrodestra anche senza di lui. Ma perché questo esito si verifichi è necessario che le opposizioni mettano in campo una proposta credibile fatta di tre elementi: una coalizione, un leader e un programma. Esiste questa proposta ?
Con questo sistema elettorale la questione prioritaria è la coalizione. I contorni di quella di centrodestra si conoscono. Ci saranno Pdl , Lega Nord e La Destra e forse – ma non si sa- qualche formazione sudista. Come si presenteranno le opposizioni ? Si parla di una alleanza che comprenderebbe tutti i partiti da Vendola a Fini ? Sulla carta i sondaggi dicono che avrebbe i numeri per vincere. Ma è credibile ? A Milano Fini ha escluso che il suo partito si possa alleare con la sinistra. Le sue divisioni interne, di cui il voto al Senato di ieri sono una conferma, rendono l’ipotesi ancora meno credibile. E se Fini non ci sta. Ci può stare Casini ?

Anche la coalizione tra Pd, Udc e Fli non è credibile. Il Pd viene dato dai sondaggi intorno al 24 % con la Sel di Vendola all’ 8%. Nel caso di una coalizione senza la Sel il Pd rischia una forte emorragia di voti verso il partito di Vendola. Già escludere Di Pietro è un rischio. Escludere sia Di Pietro che Vendola sarebbe un suicidio. Resta una altra possibilità: una coalizione Pd, Idv, Sel. Una delle novità degli ultimi sondaggi è che questo schieramento pare che oggi arrivi a ‘quota quaranta’. Se il trend elettorale del centrodestra non cambia questa coalizione potrebbe vincere alla Camera ma non al Senato. Questo vorrebbe dire un governo con il terzo polo. Così quello che non si può fare prima del voto si farebbe dopo. Ma anche questa coalizione è improbabile.

Il Pd non la vuole. E allora ? Ci si aggrappa alla ‘santa alleanza’ contro Berlusconi sperando che le condizioni la rendano prima o poi possibile. Il rischio però è che nel frattempo la finestra di opportunità che esiste oggi si richiuda. Altre volte Berlusconi è stato sottovalutato. I partiti di opposizione non hanno oggi più voti di ieri. E’ Berlusconi che ne ha di meno. Ma Berlusconi ha già dimostrato nel passato di saper rimobilitare il suo elettorato deluso. Questa volta l’impresa è più ardua ma il Cavaliere ha ancora molte risorse a disposizione e una opposizione senza una proposta credibile potrebbe dargli una mano.

Il Sole 24 Ore 17.02.11