Mese: Febbraio 2011

"Processo breve, Berlusconi accelera Vietti e Anm: legge devastante", di Liana Milella

Pd: in fumo migliaia di cause. Granata: pronti alla piazza. L´obiettivo è approvarlo entro maggio, liberando il premier di due procedimenti Anche Pecorella critica il ddl che riduce a sei anni i tempi dei tre gradi di giudizio. Berlusconi accelera sul processo breve. Alla Camera. In commissione Giustizia. Già dalle prossime ore. Sarà pure «devastante», come gridano subito Michele Vietti, al vertice del Csm, e Luca Palamara, il presidente Anm. Sarà «una vergogna», come lo bolla il pd Enrico Franceschini. Sarà «un colpo mortale alla giustizia», parola di Antonio Di Pietro. Sarà solo «un escamotage ad personam», secondo il centrista Roberto Rao. Sarà «una prescrizione breve», come lo boccia Daniela Melchiorre, la liberaldemocratica che pure molti accreditano come già passata nelle file berlusconiane. Di certo «non è tra le priorità del Paese», parola del finiano Italo Bocchino. E Fli, per bocca di Fabio Granata, preannunci «le barricate». Sarà pure tutto questo, ma il Pdl volutamente lo ignora e sul processo breve va per la sua strada. Si muove Enrico Costa, il capogruppo in commissione Giustizia, …

Assemblea PD, i documenti proposti alle Commissioni

Pubblichiamo i testi dei documenti proposti alla discussione e approvati nelle Commissioni su Pubblica Amministrazione, Cultura, Sanità, Sicurezza, Politiche Sociali e Mezzogiorno durante l’Assemblea Nazionale del Pd alla Fiera di Roma (4-5 febbraio 2011) Commissione P. A. Un settore pubblico di qualità per far ripartire l’Italia Commissione Cultura La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura Commissione Sanità La salute in tutte le politiche Commissione Sicurezza La sicurezza come diritto di libertà Commissione Politiche Sociali Persone e famiglie al centro di una società più giusta, libera e solidale Commissione Mezzogiorno Per l’Italia e il Mezzogiorno www.partitodemocratico.it

"A Marchionne chiediamo", di Cesare Damiano

Adesso il governo deve intervenire. L’ipotesi lanciata da Marchionne (e poi subito ridimensionata secondo uno schema ormai collaudato) di una possibile fusione Fiat-Chrysler, con conseguente trasferimento a Detroit della testa del gruppo, impone all’esecutivo di battere un colpo. Palazzo Chigi non ha più alibi, sabato prossimo dovrà chiedere conto all’azienda delle sue reali intenzioni. E se, come dice, vuole continuare a governare, deve concepire ed attuare quella politica industriale rimasta finora ignota al suo vocabolario. Le domande da porre sono molte. Ne propongo alcune. C’è l’impegno di mantenere a Torino la testa del gruppo? C’è l’impegno a mantenere in Italia ricerca, sviluppo e parte importante della manifattura? Ancora. Che ne è del progetto di “Fabbrica Italia”, sbandierato in gran pompa un anno fa e finora rimasto avvolto dalla nebbia? Quando verranno avviati gli investimenti concordati con gli accordi di Mirafiori e Pomigliano? Che tipo di relazioni sindacali il gruppo intende instaurare per creare quel consenso indispensabile a vincere la sfida sul mercato globale? I vertici del Lingotto non possono sottrarsi dal dare risposte. L’Italia non …

"Donne in piazza, manifestazioni in 70 città", di Anna Bandettini

L´adesione della Fracci: lo scandalo Ruby mette in imbarazzo l´Italia intera. Non era mai successo: domenica ci saranno manifestazioni di piazza, cortei, letture di poesie contemporaneamente in dieci, trenta, cinquanta… fino ad oggi settanta città italiane. E la lista continua ad allungarsi di giorno in giorno: si va da Trieste a Sassari, da Bolzano a Messina… Perfino Arcore. Altro che veterofemministe e basta: quella di domenica 13 febbraio si preannuncia come una delle manifestazioni più imponenti e popolari contro Silvio Berlusconi. In piazza le donne: donne delle associazioni femminili (moltissime quelle che hanno aderito da DiNuovo che ha lanciato l´appello alla mobilitazione, Usciamo dal Silenzio, Filomena la rete delle donne…), e donne qualunque che per rabbia, indignazione, hanno deciso di prendere parola pubblica. E reclamare la propria dignità contro lo spettacolo della politica italiana, contro la rappresentazione aberrante delle donne e della relazione uomo-donna «ostentato da una delle massime cariche dello Stato, che incide profondamente negli stili di vita e nella cultura nazionale, legittimando comportamenti lesivi della dignità delle donne e delle istituzioni», come accusa …

Bimbi rom, il dolore di Napolitano "Diamo case dignitose ai nomadi", di Giovanna Vitale

Giorgio Napolitano interviene sulla morte di quattro bimbi rom causata da un incendio a Roma: «Mai più campi insicuri. Diamo ai nomadi case dignitose» ha detto il presidente della Repubblica visitando la camera ardente. È bufera su Gianni Alemanno, accusato di essere intervenuto tardivamente. Ma il sindaco della capitale fa sgomberare le altre baracche della tragedia e promette: «Realizzeremo delle tendopoli». Dal capo dello Stato alla vicepresidente della Commissione europea, dal cardinale vicario di Roma a Famiglia Cristiana: è lungo l´elenco dei richiami indirizzati al sindaco Gianni Alemanno all´indomani della morte dei quattro bimbi rom, arsi vivi nel campo abusivo di Tor Fiscale. «Una tragedia che pesa dolorosamente su ciascuno di noi e che ci rende ancor più convinti della necessità di non lasciare esposte a ogni rischio comunità che da accampamenti di fortuna, degradati e insicuri, debbono essere tempestivamente ricollocate in alloggi stabili e dignitosi», è il monito lanciato ieri dal presidente Giorgio Napolitano, che nel pomeriggio ha voluto incontrare la famiglia di Raul, Fernando, Patrizia e Sebastian, «orrendamente periti nel rogo del precario …

"Precari, assunzione o risarcimento", di Antimo Di Geronimo

Via libera alle immissioni in ruolo dei precari oppure agli aumenti di stipendio legati all’anzianità di servizio. Senza passare per l’autorizzazione del ministero dell’economia. Ma a patto che sia un giudice a disporlo. La normativa europea vieta sia la reiterazione delle supplenze che gli stipendi più bassi per i precari e siccome prevale su quella nazionale, legislativa o contrattuale, il giudice italiano può disapplicare la normativa interna applicando direttamente quella comunitaria. È questo il principio che si evince da due recenti sentenze di giudici del lavoro, le ultime di una lunga serie,depositate in questi giorni. La più recente è del 25 gennaio scorso, ed è stata emessa dal giudice del lavoro di Livorno (r.g. 428/2000), che ha disposto l’immissione in ruolo dei ricorrenti. E la seconda è del 3 gennaio, ed è stata emessa dal giudice del lavoro di Trieste (n.503/2010), che ha condannato l’amministrazione scolastica ad attribuire ai ricorrenti la ricostruzione di carriera. Le pronunce si inquadrano in un vero e proprio filone, ingenerato dal recente orientamento della giurisprudenza comunitaria, basato sulla direttiva 28/6/99/70 …

"Il fantasma azionista", di Ezio Mauro

Corrotti da decenni di cattiva digestione riemergono maleodoranti gli insulti dal passato. L´unica cosa su cui vale la pena ragionare, nell´attacco furibondo di Giuliano Ferrara a Gustavo Zagrebelsky, dopo la manifestazione di “Libertà e Giustizia” di sabato scorso a Milano, non sono gli insulti – di tipo addirittura fisico, antropologico – e nemmeno la rabbia evidente per il successo di quell´appuntamento pubblico che chiedeva le dimissioni di Berlusconi: piuttosto, è l´ossessione permanente ed ormai eterna della nuova destra nei confronti della cultura azionista, anzi dell´”azionismo torinese”, come si dice da anni con sospetto e con dispetto, quasi la torinesità fosse un´aggravante politica misteriosa, una tara culturale e una malattia ideologica invece di essere semplicemente e per chi lo comprende, come ripeteva Franco Antonicelli, una “condizione condizionante”. Eppure la storia breve del Partito d´Azione è una storia di fallimenti, che nel sistema politico ha lasciato una traccia ormai indistinguibile. Gli ultimi eredi di quell´avventura, nata prima nella Resistenza e proseguita poi più nelle università e nelle professioni che nella politica, sono ormai molto vecchi, o se …