Mese: Febbraio 2011

"Le donne lo distruggeranno: la rivincita del fondoschiena", di Mila Spiccola

Migliaia di firme, testimonianze, indignazioni, il tappeto sterminato delle foto cambiate sui profili di facebook, la ritrovata voglia di alzare la testa. A onor del vero va riconosciuto a Ruby e al premier che erano anni che non si sollevava un simile dibattito sulla dignità delle donne. Segno che la misura è colma? Mi sono inorgoglita per tutte le testimonianze, per le prese di posizione e le dichiarazioni ben argomentate di tante donne. Una rivoluzione rosa. Però… non tutto torna. Cosa voglio dire? Mi pare che in queste settimane si sia sentito un gran trambusto di pentole, di stoviglie, e meno male, visto il silenzio decennale e imbarazzante delle donne sulle donne, ma nulla di nuovo dal fronte occidentale: quello dei maschi. Il problema è sempre quello ( oggi come qualche anno fa, quando venni crocifissa per le mie parole che, visti gli sviluppi, si sono rivelate profetiche): che in Italia un bel fondoschiena val più di due lauree e che il problema non sono le donne (che allora erano mute) e nemmeno più di …

"Meno fondi ai corsi di recupero. Lezioni spostate al mattino", di Lorenzo Salvia

I corsi di recupero ci sono dal 2007, dice la legge che le scuole li devono organizzare per sostenere chi è rimasto indietro dopo gli scrutini di metà anno. Ma al momento del debutto c’erano a disposizione 210 milioni di euro, anche se l’allora ministro Giuseppe Fioroni infilò in quella voce pure vecchi fondi destinati ad altri capitoli. Mentre quest’anno siamo scesi a 43 milioni e mezzo. Allo scientifico Righi di Roma hanno cominciato ieri: corsi di recupero per chi, con la pagella di gennaio, ha portato a casa qualche insufficienza. Non al pomeriggio, in aggiunta all’orario normale. Ma al mattino, al posto delle solite lezioni, mentre i compagni più bravi si dedicano all’approfondimento per non andare troppo avanti con il programma. All’Istituto tecnico Scalcerle di Padova hanno fatto la stessa scelta: «Le lezioni al pomeriggio — dice il preside Giulio Pavanini— sono controproducenti perché appesantiscono chi ha già un rendimento zoppicante. Ma soprattutto costano troppo e le nostre casse stanno come stanno» . Eccolo qui il motivo della piccola rivoluzione silenziosa che sta attraversando …

"Le bandiere della dignità", di Stefano Rodotà

L’Italia s’è desta? Le parole un po’ logore dell’Inno di Mameli sono forse quelle che meglio descrivono un panorama sociale che ha visto in queste ultime settimane appunto un risveglio civile. Un risveglio persino inatteso, e che fa riemergere una idea e una pratica della politica che sembravano scomparse, sequestrate dall´intreccio perverso tra derive oligarchiche, uso privato del potere, perdita dell´etica pubblica, degrado del linguaggio, azzeramento della dimensione argomentativa. E´ sempre opportuno non abbandonarsi ad entusiasmi frettolosi. Ma è altrettanto sbagliato non cogliere i segni del mutamento, sottovalutarli solo perché non stanno negli schemi canonici, e anzi se ne distaccano. Nei mesi passati avevamo sofferto il silenzio della democrazia, emblematicamente testimoniato dalla chiusura del Parlamento, e l´assenza della politica come capacità di guardare a fondo nelle dinamiche reali. Ora quel silenzio è stato rotto, la voce è quella di persone che trasformano l´indignazione in richiesta perentoria di cambiamento, restituendo così alla politica quella presenza che sembrava scomparsa. Elogio tardivo del movimentismo? Ricordiamo, allora, le parole che aprono Millennium People di James Ballard: “Una piccola rivoluzione …

"Il «patto» di Berlusconi serve soprattutto a preparare il voto", di Stefano Folli

Non ci voleva molto per capire che la lettera ben argomentata di Silvio Berlusconi al «Corriere della Sera» aveva tre obiettivi. Primo, recuperare qualcuno dei temi liberali, connessi a una concezione dinamica dell’economia e dello sviluppo, che il Pdl ha quasi sempre trascurato nei suoi anni al governo del paese. Secondo, ravvivare questi stessi temi allo scopo di riprendere il contatto con una base sociale, legata al mondo dell’impresa, che oggi non nasconde la sua delusione di fronte al magro bilancio dell’esecutivo. Terzo, dimostrare che nessun «patto bipartisan» è possibile con la sinistra, sia pure moderata. Per cui la «rivoluzione liberale» può tornare a essere, diciassette anni dopo, un argomento di campagna elettorale. Forse niente di più: una bandiera da sventolare sottraendola agli avversari. Tutto questo era piuttosto scontato. Berlusconi ha impiegato mezza giornata per passare da un giudizio positivo su Bersani (l’uomo sensibile alle liberalizzazioni) a una sentenza di condanna: «È insolente e irresponsabile». Ma è chiaro che bisogna distinguere il merito delle proposte dalla loro cornice politica. Nel merito i temi riproposti dal …

"Valutazione docenti: Firmato il decreto applicativo", di Reginaldo Palermo

Il testo del decreto, di cui diamo una anticipazione, è formato da 16 articoli. Si potrà premiare non più del 75% dei docenti in servizio e sarà vietata la distribuzione “a pioggia”. Sui siti delle scuole dovranno essere pubblicati nomi, curricoli e premi assegnati La bocciatura del progetto di sperimentazione sulla valutazione dei docenti ha già avuto un primo risultato: i ministri Gelmini, Brunetta e Tremonti hanno deciso di rompere gli indugi ed hanno già predisposto il testo di decreto applicativo a cui manca ormai soltanto il via libera del Consiglio dei Ministri per diventare operativo. Il decreto (13 pagine in tutto) si compone di 16 articoli: i primi 3 sono dedicati a delineare i caratteri generali del provvedimento (oggetto e finalità, principi generali, merito e premi); i successivi 6 articoli affrontano i diversi aspetti del sistema “premiale” nelle istituzioni scolastiche del primo e del secondo ciclo di istruzione. Quattro articoli sono dedicati all’Afam e altri 3 agli enti di ricerca. L’articolo 3 del provvedimento non lascia spazio a discussioni; il secondo comma recita infatti: …

Inaugurazione dell'anno accademico scoppia la protesta dei ricercatori

Uno striscione rosa srotolato nell’aula magna di Economia con le firme di ricercatori che chiedono la votazione a suffragio universale per l’elezione della commissione per lo Statuto dell’ateneo. Un lungo striscione rosa srotolato nell’aula magna della Facoltà di Economia con 800 firme di ricercatori che chiedono la votazione a suffragio universale per l’elezione della commissione per lo Statuto dell’Università di Torino è stato srotolato oggi durante l’inaugurazione dell’anno accademico 2010-2011 dell’ateneo torinese. “I precari della ricerca – ha detto al microfono uno dei ricercatori dopo l’esposizione dello striscione – pensano che il risveglio democratico, citato nella sua relazione dal Rettore, Ezio Pelizzetti, debba cominciare dall’università. Noi chiediamo che tutti i membri dell’ateneo possano esprimersi”. La richiesta è supportata dal Senato degli Studenti. Alice Graziano, presidente dell’organo universitario, ha affermato che “questa proposta non può essere liquidata come non prevista dalla legge perchè – ha sottolineato – altre università, come quella di Trieste, si sono già mosse in questo senso”. Graziano ha chiesto che 3 membri su 12 vengano eletti democraticamente. Per quanto riguarda i tagli …

Bersani: "Berlusconi tolga paese e se stesso da imbarazzo. Faccia un passo indietro"

Respinta al mittente la proposta lanciata oggi dal premier tramite una lettera Corriere della Sera per una collaborazione tra il governo e l’opposizione per fare le riforme economiche. Silvio Berlusconi dopo quasi 3 anni di muro contro muro aveva scritto al Corriere della Sera per proporre a Bersani un piano bipartisan per la crescita. Per il segretario del Pd, così come per il resto dell’opposizione, il patto per la crescita arriva fuori tempo massimo. È il leader del Partito Democratico a chiarire le ragioni del no: “Per rivolgersi credibilmente all’opposizione Berlusconi dovrebbe potersi rivolgere credibilmente al Paese e alla comunità internazionale: così non è. Noi nel ruolo che abbiamo siamo pronti a prenderci le nostre responsabilità ma lui deve fare un passo indietro e togliere dall’imbarazzo se stesso e togliere dall’imbarazzo e dalla paralisi il Paese”. Di fronte a queste argomentazioni, il premier non ha trovato di meglio che definire ‘insolente’ la risposta di Bersani: “La reazione di Berlusconi è la triste risposta di una persona che sta cercando tutti gli appigli per rimanere incollato …