economia, lavoro, politica italiana

“Monotonia del posto fisso”, Pd critica Monti

Casini: “Il premier ha voluto aprire il dibattito”. I democratici non digeriscono l’intervento del premier a Matrix. Bersani: “Posto fisso monotono per chi ce l’ha”. Camusso: “Più che battute, dia risposte”. Di Pietro: “Prova a fare il furbo”. Vendola: “Variante sgraziata della destra”. Brunetta: “Ha detto una coraggiosa ovvietà”. Fli: “Monti crudo, ma il posto fisso non c’è più”

ROMA – Per la prima volta dall’avvento dell’esecutivo “tecnico”, il Pd critica apertamente il premier Mario Monti, che alla vigilia del secondo incontro tra governo e parti sociali al tavolo della riforma del lavoro ha definito “monotono” il posto fisso intervenendo a Matrix. Al di là della polemica, le parole di Monti suonano come un messaggio ai sindacati: per quanto si voglia tener fuori dalla trattativa l’articolo 18, la flessibilità in uscita è al centro del progetto di riforma. La decisione del governo si rispecchia anche nelle parole con cui il ministro Elsa Fornero apre il secondo incontro con i rappresentanti del mondo del lavoro: “Ok al dialogo, ma il governo farà la riforma, con o senza accordo”. Ma intanto battuta, gaffe o frutto della semplice osservazione della realtà, le parole di Monti sulla “noia del posto fisso” innescano l’acceso dibattito tra, e dentro, le forze politiche.

VIDEO Monti a Matrix: “Monotonia del posto fisso”

Al termine dell’incontro con il ministro Fornero, i leader sindacali commentano l’uscita del premier a Matrix. Il segretario
generale della Cgil Susanna Camusso invita Monti a non fare battute, indichi piuttosto “quale strada il Paese intende intraprendere”. “In questo momento in Italia ci sono migliaia di persone che sarebbero felici di annoiarsi e non possono perché stanno disperatamente cercando un posto di lavoro”. Raffaele Bonanni della Cisl: “Chiediamo al governo maggiore cautela nelle dichiarazioni”, aggiungendo che pensare di abolire un simbolo come l’articolo 18 “sia un modo per coprire le inefficienze del sistema” con “effetto devastante sulla gente”. Il segretario della Uil, Luigi Angeletti: “Monotonia del posto fisso? Io penso allo stress di chi non ha lavoro”.

Difende il premier la leader degli industriali, Emma Marcegaglia: “Credo che il presidente Monti lo dicesse in una logica che, soprattutto per un giovane, fare più esperienze è utile, arricchisce, crea più professionalità”. Ma, aggiunge il presidente di Confindustria, “non è che il posto di lavoro fisso sia monotono: in questa situazione il posto fisso come tale non c’è più”.

Pesa le parole il premier il segretario del Pd Pier Luigi Bersani. “Il posto fisso diventa monotono quando uno ce l’ha, quando e può guardarsi attorno. Quando uno non ce l’ha, il posto fisso è desiderabile”. Il segretario del Pd chiarisce: “Ma il pensiero di Monti – dice il leader dei democratici -, che conosco, è un po’ più articolato. Non Inchiodiamo Monti a una battuta”.

“Una delle peggiori performance televisive del presidente del Consiglio Monti, lo dico col rispetto dovuto”. Così Nicola Latorre, vicepresidente dei senatori democratici, autore del primo, netto giudizio di un esponente Pd sulle frasi del presidente del Consiglio. “Teorizzare che la società non è dinamica perché c’è l’articolo 18, perché c’è il posto fisso, è una sciocchezza. Teorizzare che il posto fisso è noioso credo sia discutibile e io non la penso proprio così”. Nicola Zingaretti, presidente della Provincia di Roma, rincara su facebook e twitter. “Il posto fisso è una noia? – scrive – Battuta infelice. Credo che la vera tragedia in Italia sia la disoccupazione e il lavoro precario”.

Per Anna Finocchiaro “il mondo del lavoro è cambiato”, ma “un posto sicuro bisogna averlo, su cui contare per un’esistenza libera e dignitosa, che ti consenta di fare qualche progetto per la tua vita, e mi riferisco soprattutto alle ragazze e ai ragazzi italiani. E’ una questione troppo importante per essere banalizzata”.

Il senatore Pd Marco Follini pone il partito di fronte a un bivio per la “nettezza con la quale Monti ha posto ieri il problema dell’articolo 18”. “Se si troverà una mediazione saremo tutti più felici – osserva Follini -, se invece non ci si riuscirà, non potremo dirci così infelici da non prendere una posizione chiara e netta. Assumendocene la responsabilità”.

Il senatore del Pd ed ex ministro del Lavoro Tiziano Treu cerca di ridimensionare la polemica: “Credo che Monti volesse dire che il posto fisso non esiste più, e questo lo si sa, e che la necessità di cambiamento del posto di lavoro, se questo è volontario ed è legato a un arricchimento professionale, è una dinamica già presente in molti altri Paesi”. Quello che però “è veramente importante – conclude l’ex ministro – non sono le parole, ma i fatti: stiamo a vedere cosa si farà nell’ambito della riforma del mercato del lavoro”.

Pier Ferdinando Casini invita invece a leggere “cosa c’è dietro” la frase di Monti, che “è fra virgolette
provocatoria”. “Mira ad aprire un grande dibattito su questo tema nel Paese – dichiara il leader Udc -. Chi fa finta di non vedere i mutamenti in atto in tutte le società può scandalizzarsi. Ci sono sepolcri imbiancati che si scandalizzano, ma bisogna guardare alla sostanza” e “rispondere ai mutamenti con leggi adeguate”.

“Nessuno scandalo” per l’ex ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, secondo cui Monti “ha correttamente constatato che nelle economie moderne cambiano velocemente i modi di produrre e organizzare i beni e i servizi cambiando conseguentemente i rapporti di lavoro”. “Ed ha ancora ragione – aggiunge Sacconi – quando indica ai nostri giovani il diritto e il dovere di cogliere tutte le opportunità che questi cambiamenti inducono”.

Per Renato Brunetta, Monti “ha detto un’ovvietà, ma ha avuto coraggio: questo Paese, la stampa soprattutto, ha dei tassi di ipocrisia spaventosi”. Giorgia Meloni, ex ministro delle Poltiche giovanili nel governo Berlusconi, si rivolge al premier via facebook. “Caro Monti – scrive la deputata Pdl -, da tempo i giovani si sono emancipati dal mito del posto fisso. Il problema è che non lo hanno fatto le banche e la società. Niente mutuo se sei precario, niente finanziamento per un’auto senza la garanzia dei genitori, nessuna considerazione finché non trovi un posto a tempo indeterminato. In Italia sono soprattutto le banche a essere monotone”. “Il problema non è la mobilità, ma l’instabilità del posto di lavoro, che rende la maggior parte dei giovani figli di un Dio minore”, conclude Meloni.

Il premier, secondo il capogruppo di Fli alla Camera Benedetto Della Vedova, ha “offerto un pretesto a quanti vogliono in realtà impedire a Monti e al ministro Fornero di realizzare” la riforma del mercato del lavoro. “L’articolo 18 non è una garanzia – aggiunge Della Vedova – , ma causa di precarietà e abuso dei contratti atipici. E un ammortizzatore sociale improprio e discriminatorio”. “In un mercato del lavoro giusto – conclude -, tutti i lavoratori hanno le stesse condizioni di partenza, gli stessi incentivi all’innovazione e alla produttività e tutti hanno le stesse garanzie in caso di disoccupazione. Esattamente il contrario del modello italiano, che fa perno sull’articolo 18”. Italo Bocchino, vicepresidente di Fli: “Dobbiamo fare i conti con la realtà e prendere atto che il posto fisso non esiste più”.

Per Antonio Di Pietro, Monti “prova a fare il furbo ai danni di milioni di ragazzi. E’ come dire a uno che non mangia da giorni che la dieta fa bene”. “E’ molto sgradevole” scrive il leader Idv sul suo blog, perché il premier “non lo dice a professionisti che possono scegliere tra un lavoro ben pagato e un altro” ma a “ragazzi e disoccupati”.

Nichi Vendola non si stupisce. “Lo ripetiamo da tempo: Monti è la variante colta della destra europea. Questa volta è però anche la variante sgraziata di quella destra” afferma in una nota il leader di Sinistra Ecologia Libertà. “I milioni di giovani e meno giovani – prosegue – che hanno a che fare con quella vera piaga sociale che si chiama precarietà, non si meritano certo tale considerazione da parte delle Istituzioni. Una cosa è chiara – conclude Vendola – un’Italia migliore non la si può certo costruire su questi propositi”.

“Parole esecrabili” attacca il leghista Marco Reguzzoni su facebook, “soprattutto perché vengono da chi rappresenta categorie protette. Perché non si parla di precariato per i dipendenti ministeriali o per i professori universitari? In un Paese in cui la ricerca nelle università funziona bene il professore non è garantito a vita, ma viene messo periodicamente in discussione, premiando cosi il merito e non il posto fisso. La riforma delle pensioni ha poi messo una pietra tombale sulle speranze dei nostri giovani”.

“Sgradevole” è anche l’aggettivo scelto da Roberto Formigoni. “Non avrei usato quelle parole” dichiara il presidente della Regione Lombardia, “certo, il posto fisso è legato a un processo di sviluppo dei decenni passati. C’è una maggiore mobilità di lavoro e quindi è giusto dire ai giovani che bisogna essere pronti a cambiare lavoro tre, quattro, cinque volte nella vita”. Gianfranco Rotondi, membro dell’ufficio di presidenza del Pdl: “Sul posto fisso da Monti un luogo comune irrispettoso di una generazione che fa del precariato la sua definizione e la sua nevrosi. Questi giovani sono conservatori se preferiscono la monotonia dei padri?”.

I verdi paventano addirittura il ritorno alle urne. Dicendosi allibito, il leader Angelo Bonelli, rileva “nelle parole di Monti una distanza siderale tra la sofferenza di chi vive le difficoltà e chi interpreta il governo del Paese in maniera ragionieristica e quasi asettica. Se per uscire dalla crisi finanziaria il prezzo – come si evince dalla parole di ministri Passera e Fornero – deve essere la rinuncia alle tutele e ai diritti sociali e la totale deregulation ambientali, come è accaduto con il decreto sulle liberalizzazioni, forse è il caso che la parola torni ai cittadini”.

da www.repubblica.it