Giorno: 25 Settembre 2012

"Il sindaco scomodo", di Manuela Modica

Una vita d’intimidazioni quella del sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini. L’ultima è di venerdì notte. Questa volta è un barcone che va a fuoco, uno di quelli che ha trasportato un po’ miracolosamente i migranti sulle coste italiane di Lampedusa. Non solo, uno di quelli dati in dono dalla Prefettura alla associazione culturale Askavuza, destinati alla realizzazione del museo dell’immigrazione. Un barcone simbolico, quindi, accompagnato da volantini eloquenti: «No ai clandestini liberi per l’isola u capisti? Alla prossima gruppo armato Lampedusa Libera». E di eloquente c’è soprattutto quell’interrogativo: «U capisti?» (l’hai capito?). Diretto a una persona specifica: il sindaco. Quella Nicolini i cui incendi improvvisi punteggiano il ritmo della sua attività politica, del suo impegno civico: l’officina del padre, il casotto di Legambiente di cui era direttrice, prima la jeep e poi il pulmino del marito. Un lungo curriculum di intimidazioni che vanno di pari passo con le lotte ambientaliste, ma non solo. E che però, visti i risultati, farebbe pensare che questa strana cinquantenne, sindaco da pochi mesi ma già vicesindaco ad appena 23 …

"L'altra Europa delle schiave del sesso", di Luigi Offeddu

I numeri sono allineati sul tavolo davanti a Cecilia Malmström, commissaria europea agli Affari interni: «Tre quarti delle persone vittime del traffico di esseri umani sono oggetto di sfruttamento sessuale. Le donne sono il 79% del totale, e il 12% di queste sono ragazze minorenni. Uomini e ragazzi rappresentano il restante 21%». Questa, dunque, è l’Unione Europea agli inizi del ventunesimo secolo. «E il traffico degli esseri umani è la schiavitù dei nostri tempi — dice la commissaria Ue — soprattutto il traffico delle donne sfruttate per il commercio del sesso. Romania e Bulgaria sono i Paesi più colpiti. I dati sono in aumento. Le cause? Certamente la crisi economica ha reso queste stesse vittime ancora più deboli. E noi avremmo dovuto fare molto di più nel passato, per aiutarle». Non che non sia stato fatto nulla. Una direttiva Ue già approvata, che fissa i principi generali sulla prevenzione di questi fenomeni e sulla protezione delle vittime, dovrebbe entrare in vigore nell’aprile 2013. Ma il tempo corre, e le organizzazioni criminali pure: i casi di …

"L'altra Europa delle schiave del sesso", di Luigi Offeddu

I numeri sono allineati sul tavolo davanti a Cecilia Malmström, commissaria europea agli Affari interni: «Tre quarti delle persone vittime del traffico di esseri umani sono oggetto di sfruttamento sessuale. Le donne sono il 79% del totale, e il 12% di queste sono ragazze minorenni. Uomini e ragazzi rappresentano il restante 21%». Questa, dunque, è l’Unione Europea agli inizi del ventunesimo secolo. «E il traffico degli esseri umani è la schiavitù dei nostri tempi — dice la commissaria Ue — soprattutto il traffico delle donne sfruttate per il commercio del sesso. Romania e Bulgaria sono i Paesi più colpiti. I dati sono in aumento. Le cause? Certamente la crisi economica ha reso queste stesse vittime ancora più deboli. E noi avremmo dovuto fare molto di più nel passato, per aiutarle». Non che non sia stato fatto nulla. Una direttiva Ue già approvata, che fissa i principi generali sulla prevenzione di questi fenomeni e sulla protezione delle vittime, dovrebbe entrare in vigore nell’aprile 2013. Ma il tempo corre, e le organizzazioni criminali pure: i casi di …

"Concorso, è fatta. Sarà per pochi", di Alessandra Ricciardi

A leggere la ripartizione a livello regionale, e per singola disciplina, delle 11.542 cattedre messe a gara ci si rende conto di come il prossimo concorso, atteso da 13 anni, scontenterà tanti aspiranti nuovi prof. E non quelli che vorrebbero partecipare e non potranno perché non abilitati (sono circa 300 mila), ma perché i posti disponibili a volte si contano sulle dita di una sola mano. Scegliere, potendolo fare, la classe di concorso e la regione potrà dunque essere decisivo in una partita che punta a coprire in due anni la metà delle cattedre che saranno liberate dai prossimi pensionamenti su cui pesano i requisiti più restrittivi decisi con la riforma Fornero. A fronte di aspettative che invece sono cresciute a dismisura e che fanno stimare prudenzialmente al ministero almeno 160 mila concorrenti. Ma fonti sindacali fanno stime molto più sostanziose, dalle 300 a 500 mila. La tabella di ripartizione delle cattedre, con il decreto di indizione della gara, la tabella di valutazione dei titoli e i programmi di studio, di cui ItaliaOggi anticipa sul …

"Concorso, è fatta. Sarà per pochi", di Alessandra Ricciardi

A leggere la ripartizione a livello regionale, e per singola disciplina, delle 11.542 cattedre messe a gara ci si rende conto di come il prossimo concorso, atteso da 13 anni, scontenterà tanti aspiranti nuovi prof. E non quelli che vorrebbero partecipare e non potranno perché non abilitati (sono circa 300 mila), ma perché i posti disponibili a volte si contano sulle dita di una sola mano. Scegliere, potendolo fare, la classe di concorso e la regione potrà dunque essere decisivo in una partita che punta a coprire in due anni la metà delle cattedre che saranno liberate dai prossimi pensionamenti su cui pesano i requisiti più restrittivi decisi con la riforma Fornero. A fronte di aspettative che invece sono cresciute a dismisura e che fanno stimare prudenzialmente al ministero almeno 160 mila concorrenti. Ma fonti sindacali fanno stime molto più sostanziose, dalle 300 a 500 mila. La tabella di ripartizione delle cattedre, con il decreto di indizione della gara, la tabella di valutazione dei titoli e i programmi di studio, di cui ItaliaOggi anticipa sul …

"La bancarotta politica del Lazio", di Francesco Cundari

Le dimissioni di Renata Polverini dalla Presidenza della Regione Lazio non sono state nè tempestive nè più spontanee di quelle di Silvio Berlusconi dalla guida del governo. Entrambi hanno tentato di restare al proprio posto con ogni mezzo, dopo avere rifiutato caparbiamente di cambiare rotta, anche quando era ormai chiaro a tutti che la nave sarebbe finita sugli scogli (per restare all’immagine della Concordia già utilizzata dalla presidente Polverini, evidentemente inconsapevole del ruolo che nella metafora spetterebbe a lei, come capitano della Regione). Non hanno voluto cambiare rotta né lasciare che altri prendessero il timone quando si era forse ancora in tempo per evitare gli scogli. La data decisiva è la stessa per entrambi: 14 dicembre 2010. La prima delibera dell’ufficio di presidenza della Regione Lazio che dà inizio alla crescita esponenziale dei finanziamenti ai gruppi, infatti, porta la stessa data del voto di fiducia al governo Berlusconi. 14 dicembre 2010, dies horribilis del rapporto tra denaro e politica: il giorno in cui si decideva la sorte dell’esecutivo che un anno dopo avrebbe portato l’Italia …

"La bancarotta politica del Lazio", di Francesco Cundari

Le dimissioni di Renata Polverini dalla Presidenza della Regione Lazio non sono state nè tempestive nè più spontanee di quelle di Silvio Berlusconi dalla guida del governo. Entrambi hanno tentato di restare al proprio posto con ogni mezzo, dopo avere rifiutato caparbiamente di cambiare rotta, anche quando era ormai chiaro a tutti che la nave sarebbe finita sugli scogli (per restare all’immagine della Concordia già utilizzata dalla presidente Polverini, evidentemente inconsapevole del ruolo che nella metafora spetterebbe a lei, come capitano della Regione). Non hanno voluto cambiare rotta né lasciare che altri prendessero il timone quando si era forse ancora in tempo per evitare gli scogli. La data decisiva è la stessa per entrambi: 14 dicembre 2010. La prima delibera dell’ufficio di presidenza della Regione Lazio che dà inizio alla crescita esponenziale dei finanziamenti ai gruppi, infatti, porta la stessa data del voto di fiducia al governo Berlusconi. 14 dicembre 2010, dies horribilis del rapporto tra denaro e politica: il giorno in cui si decideva la sorte dell’esecutivo che un anno dopo avrebbe portato l’Italia …