Giorno: 20 Novembre 2012

“Esodati e senza reddito: si può fare di più”, di Cesare Damiano e Maria Luisa Gnecchi

Con la legge di stabilità abbiamo ottenuto alcuni risultati che vanno nella direzione di una maggiore equità sociale. Le correzioni apportate all’iniziale testo del governo sono state, nel complesso, significative. Anche per quanto riguarda il tema dei lavoratori rimasti senza reddito a seguito della riforma delle pensioni del ministro Fornero abbiamo com- piuto un passo avanti, anche se il problema non è stato definitivamente risolto. L’enfasi posta inizialmente dai media sul carattere definitivo della soluzione ha creato molte aspettative che non potevano trovare riscontro nei margini di manovra ristretti consentiti da una legge di Stabilità subordinata all’invarianza dei saldi. Tuttavia, occorre valutare nella loro giusta dimensione i risultati raggiunti, che non erano scontati. In primo luogo è necessario sottolineare il fatto che i tre interventi di correzione alla riforma, finora realizzati, prevedono uno stanziamento di circa 10 miliardi di euro (l’ultimo di 554 milioni) per salvaguardare una platea di 130.000 lavoratori. Semmai stupiscono alcuni fatti: il primo, è che la Ragioneria di Stato abbia valutato in 13 miliardi e 750 milioni fino al 2019 il …

“Tesoreria unica, alle scuole costa oltre 25 milioni di euro”, di Alessandra Ricciardi

La Tesoreria unica? «Non penalizzerà le pubbliche amministrazioni». Ne era certo il ministro dei rapporti con il parlamento, Piero Giarda, che l’aveva introdotta nel primo decreto di Spending review per le pubbliche amministrazioni: obiettivo, ridurre l’impatto del debito pubblico grazie alla centralizzazione della liquidità di spettanza degli enti, sottratta alla parcellizzazione delle gestioni sui singoli conti corretti. E la relazione tecnica aveva stimato anche di quanto: il beneficio per le casse dello stato è di 320 milioni di euro per il 2012, 150 milioni di euro a partire dal 2013 e 130 dal 2014. Peccato che né Giarda né altri avessero stimato l’effetto che l’estensione della misura alle scuole avrebbe prodotto in termini di maggiori costi. Già, perché le scuole devono, per continuare a movimentare i soldi (riscossione e pagamenti), essere comunque dotate di proprio conto corrente. E gli istituti bancari, non potendo più contare sulla giacenza della liquidità, si parla di oltre un miliardo di euro, hanno alzato le spese: un conto è arrivato a costare fino a 3 mila euro l’anno. Il che …

“Non si può sbagliare”, di Guglielmo Epifani

Il declino dell’Italia si riflette nel calo della produttività che ne è causa ma anche conseguenza. A partire dall’euro questa tendenza è andata via via consolidandosi, allargando sempre più le distanze tra noi e la Germania. La causa di fondo va trovata in un passaggio che non è mai stato valutato a pieno. Un Paese come il nostro, da decenni costruito attorno ad una moneta debole e perennemente svalutabile e svalutata come la lira, con l’ingresso nell’euro, una moneta fortissima, avrebbe dovuto cambiare in profondità la qualità dei propri prodotti, la capacità di innovazione e la dimensione degli investimenti, la composizione e l’efficacia della propria spesa pubblica, la composizione e le fonti del prelievo fiscale. Insieme avrebbe dovuto consolidare un sistema politico rinnovato ed un assetto istituzionale definito. Quando nel 2003 la Cgil avvertì i rischi che si profilavano senza i cambiamenti necessari e parlò del pericolo del declino del Paese, fu lasciata sola e le classi dirigenti preferirono seguire altre previsioni e altre illusioni. Il presidente di Confindustria del tempo spiegò che l’Italia stava …

“Un brutto copione e due domande”, di Michele Brambilla

Probabilmente non c’è italiano che non sia rimasto interdetto, ieri, nel seguire le notizie sul sequestro lampo ai danni del cassiere di fiducia di Silvio Berlusconi. Quello che si è scoperto, con un mese di ritardo, è un episodio di cronaca nera: ma lo scenario nel quale si sono svolti i fatti, e mossi i suoi interpreti, sembra da commedia, o peggio da farsa. Una via di mezzo tra «Romanzo criminale» e un film di Totò. L’ex premier entra in scena come parte lesa: ma forse il danno più rilevante che subisce non è il tentativo di estorsione, quanto la ricaduta d’immagine che gliene deriva. Un fido ragioniere venuto alla ribalta per la puntualità con cui versa lo stipendio a ragazze chiamate «Olgettine». Sei balordi, tre italiani e tre albanesi, che vanno a casa sua con la pistola in pugno. Una chiavetta usb che conterrebbe le prove di un complotto del presidente della Camera e dei magistrati ai danni di Berlusconi e che nessuno riesce a collegare a un computer. Una richiesta di 35 milioni …